«Ragionamento sopra il fatto avvenuto in Bergemoletto» - è il titolo del saggio di
Ignazio Somis, medico di Carlo Emanuele III, datato 1758
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«In cui tre Donne, sepolte tra le rovine della
Stalla per la caduta d'una gran mole di neve, sono state trovate vive dopo
trentasette giorni». Dedicato «A Sua Sacra Real Maestà», il testo racconta di un
avvenimento prodigioso.
Era il 19 Marzo 1755, quando tre valanghe si staccano del
Monte Bourel.
Due non causano danni: «Il Sacerdote, che abitava in tal vicinanza,
e voleva uscir di casa per andarsene alla Chiesa, e far radunar la gente a udir la Messa,
sentendo romore verso la cima delle montagne, si voltò verso quella parte,
donde gli pareva venire il romore, e vide rotolar due Valanche…».
La terza, gigantesca (alta quasi 13 metri e larga 60),
si abbatte invece sull'abitato di
Bergemoletto.
Trenta case vengono rase al suolo, 22 persone, incluso il sacerdote ritrovato con il rosario
tra le mani, sono uccise immediatamente. Restano in piedi la chiesa e la casa di tal
Giovanni Arnaud.
I soccorsi dai paesi vicini, che proseguono per cinque giorni, salvano una donna e le
tre figlie piccole. Poi sono sopesi per l'indurimento della neve.
Sepolte in una stalla, all'insaputa di tutti, restano vive quattro persone: Anna di 24 anni,
Anna Maria di 44 anni, e due dei suoi figli, Margherita di 11 e Antonio di 5.
Con loro un'asina, 6 capre, una quindicina di galline e un po' di fieno.
Quando, al disgelo, ripartono le operazioni di ricerca dei dispersi, avviene il miracolo:
vengono ritrovate vive, dopo 37 giorni, Anna, Anna Maria e Margherita; il piccolo Antonio
sarà morto di stenti e febbre già pochi giorni dopo la valanga.
Sopravvivono in un ambiente angusto, con pochissimo spazio per muoversi, circondate
da cadaveri (oltre ad Antonio moriranno l'asina, quattro capre e molte galline), nutrendosi con
latte di capra e uova, bevendo la poca acqua di fusione.
Riescono tutte a riprendersi dalle privazioni fisiche, chi in pochi giorni,
chi in qualche settimana, e a tornare alla loro vita.
Antonio, fratello di Anna Maria racconterà di aver sognato la sorella la notte precedente
il salvataggio: lei diceva di essere ancora viva e lo implorava di andarla a salvare.
Il dottor Somis, venuto a conoscenza del fatto e dopo aver intervistato a lungo
i protagonisti, cercherà a lungo una spiegazione scientifica per l'evento
eccezionale, senza giungere mai ad alcuna conclusione certa.
[Scattolibero, La valanga di Bergemoletto]
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