Il toponimo del colle è legato ad una vecchia leggenda. Un pastore solito salire all'alpeggio
nei pascoli della Bandia, un giorno d'ottobre viene colto dal brutto tempo assieme alla famiglia,
al suo gregge, ed al mulo che trainava il carro coi suoi pochi averi.
Nonostante il passo celere, la neve comincia a cadere prima che i malcapitati possano valicare
il colle - senza nome - che ancora li separava dal
Vallone di Marmora.
Il pastore decide allora di accamparsi sotto al carro, ed aspettare le luci del giorno seguente
per proseguire. Ma al risveglio, un metro di neve ha già coperto ogni cosa. L'uomo libera
finalmente il mulo dal carro, e l'animale, dopo uno sguardo rassicurante verso il padrone,
punta deciso il valico e scende verso casa.
Al paese, visto l'animale da solo, tutti intuiscono cosa possa essere successo, e subito una squadra
parte per portare aiuto. Ancora una volta è il mulo a tornare sui propri passi e a guidare i soccorritori
fino al luogo dell'improvvisato accampamento.
Da allora il valico ha assunto il nome attuale, in omaggio al mulo resosi artefice della
salvezza dei suoi padroni.
[Tra Maira, Varaita e Ubaye, p.135]
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