I ruderi sono quelli del Ricovero Colle di Seccia, mentre la postazione per mortai da 81, completamente scavata sotto il piano di campagna, costituiva il N.A.S. 520 13.
[Valle Stura Fortificata, p.151]
+1188 / -310
Dislivello [m]
4:00 - 4:35
Tempo [h:mm]
10254
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
Periodo consigliato [mese]
Via alternativa, poco frequentata ed abbastanza lunga per il Pas de Colle Longue, consente tuttavia di attraversare i selvaggi valloni del Chiot della Roccia e della Seccia, quest'ultimo sede di un bel laghetto, e di osservare dall'alto i Lacs de Colle Longue, da un punto di vista inusuale.
Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA
A | Da San Bernolfo (1655 m) a: | Dislivello [m] (andata e ritorno) |
Tempo [h:mm] (andata e ritorno) |
Distanza [m] (andata e ritorno) |
Difficoltà | Segnavia |
---|---|---|---|---|---|---|
B | Colletto del Laus (1932 m) | +293 / -16 (+309 / -309) |
0:55 - 1:00 (1:35 - 1:50) |
2481 (4962) |
T | P21 |
C | Il Colletto (2560 m) | +921 / -16 (+937 / -937) |
2:35 - 2:55 (4:25 - 5:00) |
5920 (11840) |
E | P63 |
D | Lago della Seccia (2488 m) | +998 / -165 (+1163 / -1163) |
3:10 - 3:35 (5:35 - 6:20) |
7747 (15494) |
E | P63 |
E | Colle della Seccia (2566 m) | +1076 / -165 (+1241 / -1241) |
3:20 - 3:50 (6:00 - 6:50) |
8275 (16550) |
E | P63 |
F | Pas de Colle Longue (2533 m) | +1188 / -310 (+1498 / -1498) |
4:00 - 4:35 (7:20 - 8:20) |
10254 (20508) |
E | P22 |
Dal bivio presso
San Bernolfo
(1655 m)
si raggiunge il
Colletto del Laus
(1932 m, 0:55 - 1:00 ore da
San Bernolfo)
lungo l'Itinerario 12.22.
Al colle si trascura la sterrata che prosegue in discesa verso il
Lago di San Bernolfo
e si imbocca un sentiero sulla destra per la
Rocca di San Bernolfo
e la
Guglia di San Bernolfo
(segnavia P63).
Ignorata una traccia sulla sinistra dopo pochi metri, il sentiero
(una vecchia mulattiera militare ben evidente all'inizio che in seguito riappare solo per alcuni
tratti) traversa in leggera salita a mezzacosta
11,
poi incomincia una lunga serie di comodi tornanti, mai faticosi,
che conducono nell'aspro
Vallone del Chiot della Roccia
1.
Ci si tiene sempre sul versante sinistro orografico del vallone
e si superano una serie di piccole conche detritiche in successione
2,
alternando traversi a brevi serie di tornanti per risalire i tratti più ripidi.
Quando ci si approssima alla testata del vallone la salita prosegue con lunghi
tornanti: il sentiero arriva a toccare un intaglio roccioso che si apre a picco sul
Vallone di San Bernolfo
quindi dopo un ultimo traverso, piega a destra (ovest) e si porta
alla base di uno stretto canalino roccioso.
I resti dei muri a secco della vecchia mulattiera, anche se in buona parte franati,
rendono ancora relativamente agevole la salita del canale, seppure con pendenze sostenute.
Raggiunta la sommità dell'intaglio, noto come
"Il Colletto"
(2560 m, 1:40 - 1:55 ore dal
Colletto del Laus),
3,
proprio sullo spartiacque si incontrano due diramazioni: a sinistra la via normale per la
Rocca di San Bernolfo,
a destra la traccia per la vicina
Guglia di San Bernolfo.
Il sentiero di sinistra scende leggermente tenendosi appena al di sotto dell'esile cresta spartiacque, poi riprende a salire, tagliando in diagonale pendii piuttosto scoscesi di erba e roccette. Dopo aver superato un tratto della facile crestina, il sentiero piega a sinistra attraversando una breve colata di detriti ed infine raggiunge la croce in vetta alla Rocca di San Bernolfo (0:25 ore da Il Colletto, diff. E) 910.
Divallando sul lato opposto si entra invece nel
Vallone della Seccia,
nel quale si scende seguendo ancora una volta il
tracciato di una vecchia mulattiera, purtroppo ridotta ad esile sentiero.
Con pochi lunghi tornanti su un pendio assai scosceso si perde quota tra erba e
detriti, poi si incomincia un lungo traverso in lieve discesa, nel quale
si deve superare un brevissimo tratto esposto (causa cedimento del piano di calpestio)
attrezzato con una catena fissa.
Il sentiero si dirige verso il fondo idrico del vallone, poi piega a sinistra e
risale con modeste pendenze tagliando pendii detritici e rocce (in questo tratto riappaiono
più evidenti i resti della vecchia mulattiera).
In breve, dopo due ultimi tornanti, il sentiero raggiunge il
Lago della Seccia
(2488 m, 0:35 - 0:40 ore da
Il Colletto)
45,
adagiato in una piccola conca di magra erba e detriti.
Proprio prima del lago, la vecchia mulattiera ormai qui ben evidente,
si biforca: entrambi i rami conducono al
Colle della Seccia,
tuttavia risulta più breve e agevole il ramo di destra che, dopo aver costeggiato la sponda
occidentale del lago, s'innalza con alcune svolte.
All'ultimo tornante prima del valico si ignora a destra il sentiero per la
Cima di Collalunga
e il
Vallone dei Dossi,
mentre pochi metri prima del
Colle della Seccia
(2566 m, 0:10 - 0:15 ore dal
Lago della Seccia)
12
si imbocca a destra il sentiero per il
Pas de Colle Lungue
(segnavia P22).
Oltre il colle la mulattiera di fatto scompare.
Una traccia di sentiero scende a sinistra (ovest) tagliando i versanti
assai scoscesi della
q. 2614
(da qualcuno indicata come
Cima Tommy)
per scendere prima al
Lac supérieur de Colle Longue
(già
Lago superiore di Collalunga),
poi, seguendo per cresta la spalla di rocce montonate a sinistra (est) del lago, al
Lac inférieur de Colle Longue
(già
Lago inferiore di Collalunga).
Chi vuole raggiungere i due laghi può anche scendere direttamente e senza percorso obbligato
lungo il pendio di erba e detriti sottostante al
Colle della Seccia
fino a giungere al
Lac supérieur de Colle Longue.
In questo caso, bisogna prestare attenzione al filo spinato ancora
disteso un po' ovunque sul terreno.
Tra il lago superiore e il lago inferiore è ben visibile
il vecchio acquedotto che riforniva d'acqua la vicina
Casermetta difensiva Passo di Collalunga;
la canalizzazione, specialmente dall'alto, può trarre in inganno ed essere confusa
con un sentiero.
Il sentiero raggiunge in breve i ruderi di un vecchio ricovero militare, quindi passa a fianco di una postazione binata per mortai e inizia un lungo mezzacosta a semicerchio, in leggero saliscendi, puntando inizialmente verso ovest tra detriti e magra erba.
I ruderi sono quelli del Ricovero Colle di Seccia, mentre la postazione per mortai da 81, completamente scavata sotto il piano di campagna, costituiva il N.A.S. 520 13.
[Valle Stura Fortificata, p.151]
Il sentiero, a tratti esile traccia, volge a sud ed inizia a perdere lentamente quota
alto sul
Lac inférieur de Colle Longue
14;
ignorata una traccia a destra, il sentiero si trasforma in mulattiera e piega ad est,
per passare ai piedi di una modesta elevazione. Si scende quindi al pianoro sottostante,
lo si attraversa e si riprende la discesa.
Si tralascia una prima scorciatoia a destra per il
Colle dell'Autaret
e ci si immette su un sentiero ben marcato
6 proveniente dal
Vallone di San Bernolfo.
Lo si segue verso destra, in marcata salita. Con alcuni tornanti ed un traverso terminale
si giunge ad una biforcazione: si ignora il ramo che prosegue innanzi per la
Testa dell'Autaret
e si prende a destra,
guadagnando in pochi metri l'ampia insellatura del
Pas de Colle Longue
(già Passo di Collalunga,
2533 m, 0:40 - 0:45 ore dal Colle di Seccia)
78.
Il confine italo-francese nella zona di Collalunga subisce una inaspettata modifica in anni recenti
(verosimilmente nel 1989), quando i cippi di confine arretrano di alcune centinaia di metri
a sfavore dell'Italia, e una porzione di territorio ad oltre 2000 metri di quota passa
improvvisamente alla Francia, con tanto di 'traduzione' dei toponimi del lago e del colle,
divenuti rispettivamente
Lacs de Colle Longue e
Pas de Colle Longue.
Il fatto crea una piccola disputa, sfociata addirittura in una interrogazione
parlamentare discussa il 2 aprile del 1990.
Il qui pro quo nasce dall'interpretazione del Trattato di pace fra l'Italia e
le Potenze Alleate ed Associate (Parigi, 10 febbraio 1947, Allegato II - Frontiera franco-italiana -
Valli superiori della Tinea, della Vesubie e della Roya - 1. Dalla Cima di Colla Longa alla Cima di Mercantour):
«Il nuovo confine segue un tracciato che abbandona la vecchia frontiera alla Cima di Colla Longa e,
procedendo verso oriente e seguendo la linea dello spartiacque, va lungo le creste rocciose passando
per le quote 2719, 2562, il Colle di Seccia, raggiunge a quota 2760 la Testa dell'Autaret,
passa per quota 2672 al Colle della Guercia (2456) e per le quote 2640, 2693 e 2689,
raggiunge le Rocche di Saboulé e ne segue la cresta nord.»
Oggetto del contendere il prevalere del concetto di "linea dello spartiacque"
(interpretazione favorevole all'Italia), piuttosto che dell'elencazione delle quote
toccate dal confine (favorevole alla Francia).
La disputa circa l'effettiva posizione della linea di confine pare venne risolta già nel lontano
1960, ma i cippi non vennero collocati a causa di "difficoltà di carattere tecnico-amministrativo".
[I sentieri della Storia, pp.196,295]
[Valle Stura Fortificata, p.148]
Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Stura fino a Vinadio e quindi Pianche. A Pianche si prende il bivio a sinistra per Bagni di Vinadio, da dove si prosegue per Strepeis, Callieri e San Bernolfo. Subito prima di raggiungere San Bernolfo si trova un posteggio ai margini della strada dove è possibile lasciare l'auto. Il sentiero ha inizio dal bivio sterrato che si stacca a sinistra dall'ultimo tornante prima di San Bernolfo.
Tra Il Colletto e il Lago della Seccia è presente un brevissimo tratto leggermente esposto di sentiero, attrezzato con una catena fissa per agevolare il passaggio, che non comporta eccessivi problemi.
--
[Fra n.13] [AsF n.6] [IGC n.7]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo sopralluogo: Estate 2018
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