11.64 Roaschia - Colletto di Punta dellaRiva - Roaschia
Roaschia (803 m) - Tetti Malanoce (1068 m) - Colletto di Punta dellaRiva (1265 m) - Tetti Virutra sottana (1034 m) - Roaschia (803 m)
+471 / -471
Dislivello [m]
2:20 - 2:40
Tempo [h:mm]
5622
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Di sicuro una escursione diversa dall'usuale: di fatto si è sempre chiusi
nel fitto bosco, senza scorci panoramici, su tratti di sentiero sovente ripidi
e senza un solo posto per una comoda sosta. Nonostante ciò, il
Colletto di Punta della Riva, con i suoi faggi e le sue bianche rocce calcaree affioranti,
svela un suo fascino particolare. I tempi di percorrenza e i dislivelli, piuttosto
contenuti, permettono di compiere l'anello tutto d'un fiato e rimandare la sosta pranzo
all'area pic-nic della Sorgente Dragonera, quando ormai si è tornati alle porte di Roaschia.
Ai margini del paese di
Roaschia
(803 m)
12,
una cinquantina di metri oltre il posteggio, a destra della strada provinciale
e a fianco di un pilone votivo in mattoni,
ha inizio una stradina asfaltata per la
Sorgente Dragonera.
Nel 2022 l'artista Marilisa Giordano incomincia il lungo lavoro di arricchire
le case di
Roaschia
con pitture murali che raccontano personaggi, famiglie e antichi mestieri di
questo piccolo borgo
1314.
In quell'anno verranno portati a termine i primi cinque dei ben 13 murales
previsti dal progetto.
[-]
Dopo alcune decine di metri si incontrano, a sinistra dell'asfalto,
una stradina sterrata e due mulattiere inerbite che si staccano nello stesso punto.
Si imbocca la diramazione di mezzo, la mulattiera inerbita individuata dalle indicazioni per la
Punta della Riva
(segnavia N45B).
Quasi subito la mulattiera si trasforma in una più ampia pista sterrata e procede
quasi rettilinea in leggera salita. Con il fondo della carrareccia che migliora ancora,
si lascia a sinistra una diramazione sterrata che passa su ponte il
Torrente Biale
e si continua innanzi
3.
La sterrata passa ai piedi di scoscese pareti rocciose e termina presso un piccolo sbarramento sul
corso d'acqua. Si scavalca allora il
Torrente Biale
su un ponte sospeso
4
e, sulla sponda opposta, si segue una pista sterrata che conduce,
con un breve tornante, alla soprastante strada asfaltata.
Si continua a destra, fino al primo tornante, quando si imbocca a sinistra la
strada sterrata che si stacca a destra. In leggera discesa, la carrareccia arriva a lambire
la sponda (destra idrografica) di un ruscello
5,
quindi incontra un bivio: qui si lascia
innanzi la strada sterrata e si svolta sul sentiero a destra.
Il sentiero prosegue a fianco del ruscello, poi lo scavalca su un ponte in legno e
subito s'innalza piuttosto ripido con stretti tornanti nel bosco misto di latifoglie.
A quota 978 si ignora la diramazione a sinistra che si inoltra nel
Vallone Malanus
diretta alla
Cascata del Bedale,
e si continua la faticosa salita nel fitto bosco, che poco a poco si trasforma in faggeta
6.
Una ripida rampa lungo la linea di massima pendenza conduce ai ruderi dei
Tetti Malanoce
(1068 m circa), circondata da vecchi terrazzamenti ormai completamente coperti dal bosco di invasione.
A quota 1132 circa, il sentiero stacca a sinistra una diramazione poco evidente
(che si trascura) e volge decisamente a destra (nord nord-ovest).
I tornanti ora si diradano, e si sale essenzialmente con ripidi traversi in diagonale
7
fino alla dorsale est di
Punta della Riva,
ai piedi di un caratteristico pinnacolo roccioso.
Si segue il crinale verso sinistra,
8,
poi lo si scavalca e si continua tagliando in piano il pendio coperto di faggi.
Si giunge così ad un colletto tra la
Punta della Riva
e il
Monte Casternaud,
arbitrariamente denominato
Colletto di Punta della Riva
(1265 m, 1:30 - 1:40 ore da
Roschia)
9.
Il colletto è segnalato da una palina come
Punta delle Riva
e quotato 1350 m.
La quota riportata nella segnaletica si riferisce però alla vetta di
Punta della Riva,
che si trova più a sud e ad una quota di quasi cento metri maggiore
rispetto a quella del valico.
Oltre il colletto si inizia a perdere quota: un esile sentiero, non sempre evidente,
scende assai ripido a tornanti all'interno del bosco ceduo di faggio
10.
La lunghissima discesa termina su una pista forestale, che si segue verso destra.
La carrareccia scende adagio nel bosco e, dopo aver staccato una vecchia pista da
esbosco a sinistra, giunge ad un bivio non segnalato e non facilmente individuabile.
A destra della strada bisogna infatti rintracciare una vecchia mulattiera che, in discesa
più ripida e con percorso quasi rettilineo, porta rapidamente alle poche case di
Tetti Virutra sottana
(1034 m, 0:25 - 0:30 ore dal
Colletto di Punta della Riva)
11.
Fino a qualche anno or sono molte delle abitazioni di
Tetti Virutra sottana
mostravano ancora il tipico tetto in paglia di segale
1.
Oggi, delle vecchie coperture, restano ben poche tracce, sostituita da
lamiera o rivestite da teloni in plastica.
Tra le vecchie abitazioni giunge da valle una piccola stradina asfaltata: la si segue
in discesa finché non si immette su un'altra minuscola strada asfaltata.
Si va a destra e si passa su un ponte in cemento il rio che solca il
Vallone della Freida,
Alternando tratti sterrati a tratti asfaltati la rotabile, sempre in discesa,
in circa un chilometro la strada lascia a sinistra il bivio per la
Sorgente Dragonera
(deviazione brevissima che merita di essere effettuata),
quindi arriva a
Roaschia
(803 m, 0:25 - 0:30 ore da
Tetti Virutra sottana),
proprio nel punto in cui aveva avuto inizio l'itinerario.
La grotta da cui scaturisce la
Sorgente Dragonera2
è lunga 130 metri, e le prime esplorazioni risalgono al 1962.
E' però nel 1968, esattamente il 15 maggio, che si sfiora la tragedia.
Tre speleosub si immergono fino alla saletta a quota -15m, abbandonando però
la corda di sicurezza che si era bloccata. Una nuvola di fango intorpidì le acque,
azzerando di fatto la visibilità. Dei tre, solo quello rimasto un poco più indietro riuscì,
abbastanza fortunosamente, a guadagnare l'uscita e a dare l'allarme.
I due compagni sbagliarono invece il percorso di risalita, trovandosi in una pozza sifone
di pochi metri. Era ormai sera, e i due decisero di fermarsi in attesa dei soccorsi.
I quali, dopo tentativi infruttuosi, però desistettero.
Dopo quasi 14 ore, con l'acqua tornata nuovamente limpida, i due speleosub intrappolati
al freddo e affamati decisero di tentare il tutto per tutto e cercare la via per conto
loro: muovendosi lentamente, per non sollevare fango, i due si imbatterono in una
corda lasciata dai soccorritori e riuscirono a tornare alla luce del sole.
Dalla sorgente, un tempo solo nota come l'öy, sgorga acqua in notevole quantità
e di ottima qualità: analisi, ormai del 2009, la classificano come
"acqua oligominerale microbiologicamente pura, con discreta dotazione di calcio e magnesio,
povera di sodio, con pochissimi nitrati."
[Pannello informativo in loco]
[Comune di Roaschia, Grotta della Dragonera]
Accessi
Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso fino ad Andonno dove si
svolta a sinistra sul ponte che attraversa il Torrente Gesso. Oltre il ponte si svolta
a destra per Roaschia. Alla rotatoria all'inizio di Roaschia ci si tiene a destra,
sulla circonvallazione, e si lascia l'auto in uno dei due ampi posteggi che si incontrano
poco dopo ai lati del ponte carrabile che porta nel centro del paese.
Note
--
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.15] [AsF n.4] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Autunno 2024
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