11.16 Lo Viol di Tàit: Sant'Anna di Valdieri - Tetti Bartola - Tetti Bariau - Sant'Anna di Valdieri
Lo Viol di Tàit: Sant'Anna di Valdieri (969 m) - Tetti Bartola (1103 m) - Tetti Bariau (1160 m) - Sant'Anna di Valdieri (969 m)
+265 / -265
Dislivello [m]
1:20 - 1:30
Tempo [h:mm]
3298
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Un interessante anello per entrare nella storia recente delle popolazioni che hanno
vissuto in montagna. Si toccano due borgate di Sant'Anna, abitate fino alla metà del secolo scorso,
in ciascuna delle quali è possibile osservare un edificio, ristrutturato dal Parco, con le originarie
coperture dei tetti in paglia di segale. Il percorso è parte integrante dell'Ecomuseo della Segale, che
prevede tre sedi espositive: la sede museale vera e propria a Sant'Anna, e le due
abitazioni ristrutturate rispettivamente a Tetti Bartola e Tetti Bariau.
Dalla sede del Museo della Segale a
Sant'Anna di Valdieri
(969 m), si scende sulla strada asfaltata (segnavia N34) in direzione di
Valdieri.
Presso le ultime case, si imbocca a sinistra, la stradina con fondo in cemento (segnavia N33)
che sale al cimitero (indicazione per Lo Viol, ma visibile solo per chi arriva da valle).
Lo Viol di Tàit
(La via delle borgate) è intitolato a
Mauro Rabbia,
guardiaparco originario di
Sant'Anna di Valdieri,
travolto da una valanga nel 2010.
A Mauro, profondo conoscitore e valorizzatore della cultura e delle tradizioni
locali, si deve anche l'ideazione della Festa della Segale.
[-]
Di fronte al cimitero, sulla sinistra, ha inizio il percorso vero e proprio (palina).
Dopo pochi metri si incontra un bivio e si prende a destra, lasciando di fronte
la mulattiera che ridiscende verso il paese. Si sale con pendenze moderate lungo una
bella mulattiera selciata
8
in un fitto bosco misto di latifoglie
(carpino bianco, faggio, frassino, nocciolo, acero, ...).
Si passa un ruscello su passerella in legno, nel piccolo
Vallone della Sauma,
e si prosegue a salire in mezzo ai resti di antichi terrazzamenti.
Dopo un tratto a mezzacosta in leggera salita e superato un piccolo rio,
una breve ripida salita porta a
Tetti Bartola
(pr. Tetti Bartòla,
1103 m, 0:25 - 0:30 ore da
Sant'Anna di Valdieri).
Avvicinandosi alla borgata si iniziano ad incontrare anche noci e ciliegi,
a testimonianza dei tempi in cui questa frazione era abitata tutto l'anno ed
anzi, visto il migliore soleggiamento invernale, veniva frequentata anche
dagli abitanti di fondovalle.
A
Tetti Bartola79
(o Tàit Bartòla)
si incontra una prima abitazione ristrutturata
456
con il caratteristico tetto in paglia di segale.
La copertura del tetto in paglia di segale avveniva sovrapponendo mazzi
successivi di paglia, in genere ricoprendo il tetto procedendo parallelamente
alla linea di gronda.
La prima operazione consisteva nell'orlare i bordi delle falde con mazzi
fissati alla struttura portante del tetto (la cosiddetta "cordonata").
Quindi si posavano mazzi di paglia (di circa 40 cm di diametro) a file orizzontali, con le
spighe rivolte verso l'alto, procedendo da sinistra verso destra.
Per fissare la paglia alla sottostante orditura si usavano verghe
di nocciolo o preferibilmente di castagno, fissate
ai listelli di legno sottostanti con ciuffi di paglia o rametti di salice (solo dai primi
del '900 si è incominciato ad usare filo di ferro).
Terminata una fila si iniziava quella successiva avendo cura di ricoprire
le verghe usate per il fissaggio della fila precedente. Ogni metro quadrato di tetto
richiedeva circa 30 chili di paglia.
Per la realizzazione del colmo si ripiegavano sulla falda opposta
le punte dei mazzi di ciascuna falda, fissando anch'esse alla
struttura sottostante.
[Tetti di Paglia][-]
Si sale a monte della borgata e, raggiunto il forno comune, si svolta sulla
sinistra (segnavia N31A) trascurando la mulattiera che continua in salita. Si supera
una fontana in legno, si oltrepassa una
abitazione privata e, in lieve discesa, si attraversa nuovamente il
Rio della Sauma
su una passerella in legno (qualche problema in assenza della passerella, rimossa
durante la stagione invernale). Dopo un tratto a mezzacosta in leggera salita,
una lunga serie di tornanti abbastanza ripidi fa guadagnare quota fino a
raggiungere una grossa sporgenza rocciosa,
"lo Gorgàs",
dalla quale si gode ottima vista su
Sant'Anna di Valdieri
e sulla valle
3.
Il curioso toponimo del posto,
"lo Gorgàs",
deriva dalla presenza di un
ristagno d'acqua in una piccola concavità della roccia.
Tetti Bariau,
invece, deve quasi certamente il suo nome alla sua
posizione a ridosso di un ripido pendio roccioso: "bariao" è un termine
occitano utilizzato per indicare una strettoia o un passaggio obbligato.
[-]
Un altro mezzacosta e un'ultima breve salita, precedono la ripida discesa che, con alcuni
tornanti, conduce a
Tetti Bariau
(o Tàit Bariau,
1160 m, 0:30 - 0:35 ore da
Tetti Bartola);
qui, scendendo sulla sinistra, si incontra una seconda abitazione
ristrutturata dal Parco
1012.
Tetti Bariau,
abbandonati definitivamente alla fine degli anni '70,
accoglievano una trentina di persone ai primi del '900. Ben più affollata era
la borgata di
Tetti Bartola,
che all'inizio del secolo scorso contava circa sessanta
persone; l'ultima se ne è andata nel 1960.
[-]
Oltre
Tetti Bariau
si trascura un poco evidente sentiero sulla sinistra in discesa che conduce alla
vecchia fonte della borgata; si continua a scendere, più dolcemente, fino ad incontrare
la mulattiera che rimonta il
Vallone della Meris
(segnavia N4).
La si segue verso sinistra, scendendo piuttosto ripidi su fondo selciato fino a ritornare
nell'abitato di
Sant'Anna di Valdieri.
Tra le case, la mulattiera si trasforma in una piccola stradina asfaltata: quando si biforca
ci si tiene a sinistra, scendendo una viuzza pedonale che sbuca presso il vecchio
ufficio postale di
Sant'Anna di Valdieri
(969 m, 0:25 ore da
Tetti Bariau).
Ci si ora trova poco a monte rispetto a dove si era incominciato il percorso: svoltando a sinistra,
lungo la strada asfaltata, si ritorna al Museo della Segale.
Ogni anno, la terza domenica di agosto, si tiene a
Sant'Anna di Valdieri
la Festa della Segale
18111213141516.
Questa rievocazione in costume tradizionale, nella quale vengono riproposte
antiche tradizioni quali la battitura a mano della segale, è dedicata ad un
cereale che ha rappresentato per decenni una indispensabile fonte di sostentamento
per le popolazioni di montagna.
La battitura era l'operazione svolta per recuperare la granella.
La segale veniva battuta con il "correggiato" (o "cavalia")
17,
un attrezzo composto da due bastoni di cui uno funziona da battacchio
e l'altro da manico, uniti al centro da una correggia di cuoio.
Nel caso gli steli fossero stati destinati alla copertura dei tetti,
allo scopo di non rovinare gli steli, la battitura avveniva con
lo "sbarbellour", una lastra di pietra o un tronco concavo sui quali
venivano percosse le spighe.
Fondamentale, soprattutto in questo caso, la completa rimozione dei chicchi,
onde evitare che i topi, attirati dal cibo, infestassero il tetto.
[-]
La segale è un cereale simile al frumento, rispetto al quale presenta
steli più robusti, foglie strette e corte e spiga lunga.
Originaria degli altipiani dell'Asia centrale (Iran,
Armenia, Turchia), ed inizialmente considerata un'infestante
dei campi di grano e orzo, fu in seguito coltivata per la
notevole adattabilità alle condizioni climatiche e del suolo.
La sua rusticità faceva si che la segale si
adattasse molto bene alle condizioni climatiche delle valli alpine.
Per la copertura dei tetti, gli steli preferiti erano quelli lunghi
e sottili, molto mineralizzati, cresciuti nei terreni più poveri dove
la segale veniva seminata proprio con questo proposito.
La semina avveniva all'inizio dell'autunno e la maturazione delle spighe
a partire dalla fine di giugno. Perché la paglia potesse essere utilizzata
per i tetti, doveva essere mietuta con la falce, tagliando gli steli il
più possibile vicino al terreno. Dopo qualche giorno di essiccazione, i
covoni venivano ritirati ed erano pronti per essere utilizzati.
[-]
Nella primavera 2010 ha aperto i battenti a Sant'Anna la sede museale dell'Ecomuseo della Segale
1920,
struttura espositiva che ricorda usi, tradizioni ed impieghi di questo prezioso
cereale in Valle Gesso come nel resto del mondo.
[-]
Accessi
Da Borgo San Dalmazzo si risale la
Valle Gesso in direzione di Valdieri, proseguendo poi per S.Anna di Valdieri,
dove si lascia l'auto.
Note
Il percorso descritto è parte integrante
dell'Ecomuseo della Segale, che comprende anche una sede museale ubicata
nell'abitato di Sant'Anna. Lungo il percorso sono installati pannelli
informativi. Per la visita del museo, rivolgersi alla
Locanda I Bateur di Sant'Anna, dove è anche possibile il noleggio di
una audio-guida.
Alla data del sopralluogo, l'abitazione di Tetti Bariau era internamente in
corso di ristrutturazione. Le coperture in paglia dei tetti hanno invece ceduto agli anni
e alle intemperie e sono state temporaneamente (?) protette da teloni in plastica.
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.15] [AsF n.5] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Estate 2021
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marcella 60
giovedì 09 agosto 2012
[ 95.74.*.*]
Mercoledi 8 agosto 2012. Abbiamo percorso l'itinerario delle borgate, molto belle caratteristiche le case col tetto in paglia di segale, sentiero pulito ben segnalato quasi tutto all'ombra ideale per una giornata calda com'era ieri.
anonimo
venerdì 29 agosto 2014
[ 93.147.*.*]
Giovedì 28 agosto 2014 percorso l'itinerario sino a Tetti Bartola non proseguito per mancanza di tempo. Bel sentiero pulito, indicazioni e descrizioni molto complete. Da anni villeggiante ad Entracque non ho mai scoperto questo bellissimo itinerario, sarebbe da publicizzare meglio. Complimenti, al piu' presto spero di compiere tutto il percorso.
Pizzofinto
martedì 28 luglio 2015
[ 5.90.*.*]
Fatto con bambino di 7 mesi. Bellissimo itinerario!
marcella 60
giovedì 09 agosto 2012
[ 95.74.*.*]
Mercoledi 8 agosto 2012. Abbiamo percorso l'itinerario delle borgate, molto belle caratteristiche le case col tetto in paglia di segale, sentiero pulito ben segnalato quasi tutto all'ombra ideale per una giornata calda com'era ieri.
anonimo
venerdì 29 agosto 2014
[ 93.147.*.*]
Giovedì 28 agosto 2014 percorso l'itinerario sino a Tetti Bartola non proseguito per mancanza di tempo. Bel sentiero pulito, indicazioni e descrizioni molto complete. Da anni villeggiante ad Entracque non ho mai scoperto questo bellissimo itinerario, sarebbe da publicizzare meglio. Complimenti, al piu' presto spero di compiere tutto il percorso.
Pizzofinto
martedì 28 luglio 2015
[ 5.90.*.*]
Fatto con bambino di 7 mesi. Bellissimo itinerario!
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