11.45 Il Sentiero delle Farfalle: Tetti Bandito - Andonno - Parco archeologico diValdieri - Valdieri - Tetti Bandito
Il Sentiero delle Farfalle: Tetti Bandito (710 m) - Andonno (731 m) - Necropoli di Valdieri (790 m) - Parco archeologico diValdieri (797 m) - Valdieri (784 m) - Tetti Cialombard (720 m) - Tetti Bandito (710 m)
+209 / -209
Dislivello [m]
2:20 - 2:40
Tempo [h:mm]
9077
Distanza [m]
T
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Una farfalla in pericolo di estinzione, una necropoli preistorica,
la ricostruzione di un villaggio neolitico, bunker della seconda
guerra mondiale, grotte che hanno visto l'Orso delle Caverne e oggi
ospitano una colonia di pipistrelli: tutto questo in un facile
anello tra Andonno e Valdieri. A onor del vero, si tratta di una
versione decisamente 'allungata' del "Sentiero delle Farfalle",
che è una breve passeggiata tra Valdieri e l'ex cava di ghiaia
della Cementir.
Dal piccolo ponte per
Tetti Bandito
(710 m) si scende per un centinaio di metri in direzione di
Roccavione
lungo la strada asfaltata, quindi si svolta a sinistra e si attraversa
il lungo ponte stradale sul
Torrente Gesso.
Al termine del ponte si va ancora a sinistra, seguendo la trafficata
strada provinciale per circa 300 metri: al semaforo, si svolta a destra
in via San Rocco, dirigendosi verso il centro di
Andonno.
Si trovano un po' in tutto il paese: sono i murales raffiguranti gli antichi
mestieri praticati dagli abitanti di
Andonno,
nati su iniziativa dei pittori Bruno e Paolo Giraudo.
Sono ormai numerose le abitazioni ed anche gli edifici commerciali
1
con le facciate decorate da queste sapienti raffigurazioni.
[-]
Poco prima di giungere alla
Chiesa Confraternita di Santa Croce10
di
Andonno
(731 m, 0:15 - 0:20 ore da
Tetti Bandito)
si va a sinistra in vico dello Svolto e poi, sempre a sinistra,
in via Soprana.
Non si possono non notare, a monte del paese, i ruderi di una torre di avvistamento
a pianta quadrata
3,
di incerta datazione, risalente al XIII secolo secondo alcuni studi e fino a
due secoli prima secondo altri,
'Castlas' è il nome che le viene attribuito dai locali. Lavori di restauro
hanno posizionato all'interno della torre una struttura metallica a due piani alla quale
è possibile accedere con ripide scalette.
Per arrivare alla torre bisogna percorrere Via Aradolo fino all'ultima casa del paese.
Proprio di fronte a questa (utilizzare come riferimento un muretto in pietra a secco
addossato alla roccia) parte una mulattiera che sale ripida a tornanti nel bosco fino ai
piedi della torre.
[-]
Si continua fino alla
Cappella della Madonna del Gerbetto11,
dove la stradina asfaltata si biforca.
Ci si tiene a sinistra, in via Madonna delle Grazie (segnavia N37);
oltre un ponticello, si ignora il sentiero a destra per la
Cima Saben
e si prosegue innanzi.
La strada diventa sterrata poco più avanti: si sale dolcemente
ignorando le diramazioni laterali e, quando la strada termina
dividendosi in due tratturi, si prende quello di destra.
Si sale in un piccolo castagneto, fino ad una curva a destra del tratturo.
Qui, seguendo i paletti segnavia che proseguono diritti,
si attraversa su traccia una piccola radura e si ritrova subito il
sentiero appena rientrati nel bosco.
Si passa una passerella in legno su un piccolo rio e ci si immette su una
mulattiera. La si segue verso sinistra, scendendo a fianco del letto del
rio appena superato, e si raggiunge una strada sterrata.
Seguendo la sterrata verso sinistra, si giunge in
poche decine di metri alle spalle di una grossa Opera fortificata
del Vallo Alpino,
l'Opera 8 arretrata
di Andonno, costruita proprio a fianco della strada asfaltata per
Valdieri.
Il Vallo Alpino in Valle Gesso prevedeva la costruzione di una terza linea difensiva
di valle, incentrata su quattro Opere di tipo 15˙000:
l'Opera 8 avanzata
e
l'Opera 8 arretrata
in sinistra orografica,
l'Opera 9
e
l'Opera 10
in destra orografica, tutte indicativamente situate tra Andonno e Valdieri, nei pressi
del bivio per
Tetti Cialombard;
le Opere sarebbero state protette anche da uno sbarramento anticarro all'altezza della
Cappella di San Giovanni.
L'intera sistemazione difensiva non venne mai completata: alla fine del 1942 le
l'Opera 8 avanzata
e
l'Opera 9
erano state parzialmente completate
78,
l'Opera 8 arretrata
poteva dirsi terminata, mentre i lavori
all'Opera 10
erano rimasti a livello di scavi in roccia. Negli anni recenti,
l'Opera 8 avanzata
è stata quasi interamente distrutta dai lavori di scavo alla cava Cementir.
Vi è menzione di un unico conflitto a fuoco in cui le opere sono state coinvolte,
tra tedeschi e partigiani, avvenuto verso la fine della guerra
per vicende legate alle trattative per la liberazione della valle.
[Fortificazioni Valle Gesso, pp.217-219]
Si va a destra, in ripida salita sulla malandata carrareccia, e si entra
nell'area di cava
12,
ora abbandonata e divenuta Zona di Conservazione Speciale.
Ci si immette su un'altra sterrata, decisamente in migliori condizioni, e
si continua verso sinistra.
Ora in leggera discesa si sfila ai piedi degli enormi gradoni di roccia
della cava
13.
Nell'area ai piedi della
Rocca San Giovanni
era attiva, negli anni passati, una grande cava di ghiaia a cielo aperto: sugli
enormi gradoni dell'ex sito estrattivo Cementir, che ancora segnano le pareti rocciose,
il Parco ha attuato interventi per favorire la riproduzione di Papilio alexanor,
una farfalla a rischio estinzione, in collaborazione con il WWF Svizzera e
l'Università di Torino.
La diffusione della pianta nota come prezzemolo falso (Ptychotis saxifraga),
di cui si nutrono i bruchi della farfalla, la pulizia delle
scarpate di cava tramite decespugliamento, la creazione di aree a suolo nudo
necessarie alla specie, e l'eliminazione di piante esotiche e invasive, hanno
trasformato la vecchia cava nell'habitat di elezione per Papilio alexanor.
Per favorire la visita dell'area è stato inaugurato nel 2016
"Sentiero delle Farfalle",
17
breve anello tra il centro di
Valdieri
e la ex cava; alla data del rilevamento il sentiero risultava in parte chiuso
per il rischio di caduta massi.
L'itinerario qui descritto inserisce il tratto percorribile del
"Sentiero delle Farfalle"
in un anello di più ampio respiro, che si snoda tra i paesi di
Andonno
e
Valdieri.
[TargatoCN, Sentiero delle farfalle]
Papilio alexanor è una farfalla classificata in pericolo di estinzione
dall'IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). In Italia,
questa bella farfalla si trova solo sulle Alpi Liguri e Marittime, ed i siti noti sono
meno di cinque. Predilige habitat montagnosi, tra i 300 e i 1200 metri di quota,
con presenza di rocce calcaree. Ha una sola generazione annuale con sfarfallamenti
da giugno a fine luglio. Le femmine depongono le uova solo su
Ptycotis saxifraga, pianta di cui si nutrono i bruchi fino alla
loro trasformazione in crisalidi, a fine agosto-settembre. Lo svernamento avviene
allo stadio di crisalide.
Può essere confusa con il più comune Macaone (Papilio machaon), dal quale si
distingue per le bande nere verticali quasi parallele sulle ali.
[Wikipedia, Papilio alexanor]
[IUCN, Papilio alexanor]
[Pannello informativo in loco]
Ad una biforcazione, si tiene il ramo di sinistra della sterrata
che scende ancora con due curvoni.
Si ignora a sinistra un raccordo sterrato (sbarra) con la strada provinciale,
quindi ci si immette su un altro sterrato, anch'esso collegato alla vicina strada
asfaltata, all'altezza della
Cappella di San Giovanni,
tra
Andonno
e
Valdieri.
Si prosegue a destra, e si riprende a salire a fianco di un bel
muretto a secco. Si arriva su una carrareccia più ampia, che serve un
fondo privato, e si va a sinistra.
La strada diventa asfaltata quasi subito, poiché ci si trova ormai
nell'abitato di
Valdieri,
in via Guardia alla Frontiera.
In qualche minuto si giunge alla
Necropoli di Valdieri14,
ubicata a destra, poco più in alto della sede stradale.
Tra il 1984 e il 2001, alcune campagne di scavo condotte dalla
Soprintendenza per i Beni Archeologici, hanno portato alla luce
una necropoli a cremazione nell'abitato di
Valdieri.
Sono stati recuperate 12 sepolture, incluso un cenotafio (urna priva
delle ceneri del defunto), una tomba priva di urna, e tre strutture
rituali.
La necropoli è stata utilizzata nell'Età del Bronzo (1350-900 a.C.) e
nell'Età del Ferro (625-475 a.C.). Parte della struttura muraria
in pietra, realizzata nell'Età del Ferro, è ancora oggi visibile
6.
Nel centro di
Valdieri,
a
Casa Lovera,
è stato allestito un museo che espone le urne cinerarie
5
e gli oggetti in bronzo e in osso rinvenuti nella necropoli.
[Pannello informativo in loco]
Si lascia l'asfalto per visitare la minuscola area archeologica,
poi si procede verso nord nord-est
(segnavia N37B) al fondo del posteggio sterrato, dove sorge il
Parco archeologico di Valdieri
(797 m, 0:55 - 1:00 ore da
Andonno),
con le ricostruzioni di edifici e manufatti preistorici
15.
Nei pressi della necropoli è stato realizzato un Parco archeologico,
comprendente una capanna
16,
contestualizzata all'Età del Bronzo finale
e all'ambiente montano, un recinto per gli animali ed una fornace per
la cottura della ceramica in uso in Piemonte nell'Età del Ferro.
[Pannello informativo in loco]
Salendo oltre le varie capanne, si incontra un sentiero segnalato
(segnavia N36A). Lo si segue verso sinistra, per pochi minuti, finché
non ci si immette su una strada sterrata.
Si volge a sinistra (segnavia N36) e si arriva su asfalto in
via della Torre.
La viuzza scende fino alla
Cappella di San Giuseppe,
dove bisogna svoltare a destra in via Principe Umberto.
Giunti in piazza Vittorio Emanuele, nel centro di
Valdieri
(784 m, 0:10 ore dal
Parco archeologico di Valdieri),
si svolta a sinistra fino a piazza Regina Elena
2,
ove ha sede il Parco delle Alpi Marittime
(fontana).
Attraversando il trafficato corso Dante Livio Bianco, si va ad imboccare,
di fronte un po' a sinistra, via Guglielmo Marconi.
Si scende in via Marconi ignorando tutte le diramazioni laterali
(fontana a destra dopo piazzale Brigate Partigiane),
si attraversa su un lungo ponte il
Torrente Gesso
e si arriva al termine dell'asfalto presso un allevamento di trote.
Qui si continua leggermente a sinistra, si trascura la partenza
del sentiero per il
Passo del Van,
e si arriva al vicino piazzale sterrato che ospita la
Fontana dei Lausatier.
La
"Fountano d'i lausatier"
4,
affiancata da due panchine in pietra,
di costruzione recente (1985), è legata alla realizzazione dell'acquedotto
di Cialombard dal quale attinge l'acqua. La fontana è dedicata ai "Lausatier"
(gli ardesai che lavoravano alle soprastanti cave per estrarre le "lose", grosse
pietre piatte e sottili di norma impiegate nelle coperture dei tetti).
[-]
Sempre tenendosi a sinistra, una bella strada sterrata (segnavia N37,
chiusa al traffico veicolare) si allunga nel bosco in lieve discesa.
Circa 1,5 km dalla
Fontana dei Lausatier,
in fondo ad un prato poco sopraelevato a destra della strada,
presso un grosso traliccio di un elettrodotto, un occhio attento
potrà notare i blocchi da combattimento
dell'Opera 9
del Vallo Alpino.
Con leggeri saliscendi, ora vicina al letto del
Torrente Gesso
ora poco più distante, la piacevole sterrata arriva nei pressi di
Tetti Cialombard,
dove si biforca: a sinistra si raggiungono le poche case della borgata, a destra si
continua in direzione di
Tetti Bandito.
Ci si tiene quindi a destra, arrivando a passare ai fianco di imponenti e
verticali pareti di rocce calcaree, ai piedi delle quali si aprono gli
ingressi di alcune cavità naturali, le
Grotte del Bandito.
Le grotte rappresentano uno dei principali siti piemontesi per la
presenza di Orso delle Caverne (Ursus spelaeus), animale di
notevoli dimensioni che poteva raggiungere i 3 metri di altezza per 600 kg
di peso.
Varie campagne di scavi hanno accertato la presenza nelle
Grotte del Bandito18
anche di frammenti di vasi ceramici databili tra l'Età del Bronzo e
l'Età del Ferro (1200 - 475 a.C.). Di particolare interesse il ritrovamento
di un coltellino in bronzo di probabile produzione villanoviana bolognese
(databile all'VIII secolo a.C.), che testimonia lo sviluppo di contatti
commerciali tra l'area emiliano-romagnola e le Alpi Occidentali attraverso
l'asta del Tanaro.
Le grotte sono oggi parte della Rete Natura 2000 e sono un'area tutelata,
ad accesso limitato e soggetto ad autorizzazione.
La loro importanza in ambito naturalistico è legata allo svernamento ed
estivazione di varie specie di pipistrelli (Rhinolophus hipposideros,
Myotis bechsteinii, Barbastella barbastellus), oltreché
per la presenza del Geotritone (Speleomantes strinatii)
9,
raro anfibio privo di polmoni che respira attraverso la pelle.
[Pannello informativo in loco]
[Aree protette Alpi Marittime, Grotte del Bandito]
L'ingresso alle grotte è regolamentato: una piccola
area protetta tutela infatti la nidificazione dei pipistrelli.
Superate le grotte, la strada continua in piano ancora per alcuni minuti,
poi sale brevemente e svolta a destra, per raggiungere la piccola borgata di
Tetti Bandito19; con gli ultimi metri su asfalto,
si scende ad attraversare il ponticello che
riporta alla partenza dell'itinerario (710 m, 1:00 - 1:10 ore da
Valdieri).
Accessi
Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso fino ad Andonno dove
si svolta a sinistra sul ponte che attraversa il Torrente Gesso. Oltre il ponte
si svolta a destra per Roaschia e si lascia l'auto lungo la provinciale,
in uno dei due posteggi a fianco del ponte che porta alla borgata di Tetti Bandito.
Note
--
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.15] [AsF n.4] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Primavera 2021
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Zapata
lunedì 31 luglio 2023
[ 151.38.*.*]
Passeggiata facile e gradevole adatta alle famiglie. Se vi trovate all'ora di pranzo a Valdieri il bar in piazza oltre ad un ottimo gelato, prepara crepes buonissime
10 - La Chiesa Confraternita di Santa Croce ad Andonno (2021)3 - Il Castlas di Andonno (2007)5 - Urna cineraria proveniente dalla Necropoli di Valdieri ed esposto al museo di Casa Lovera (2011)6 - I resti dei muretti in pietra alla Necropoli di Valdieri (2011)8 - Corridoi interni all'Opera 9 del Vallo Alpino (2012)4 - La Fontana dei Lausatier (2007)7 - Una feritoia dell'Opera 9 del Vallo Alpino, presso Tetti Cialombard (2012)18 - L'interno di una cavità delle Grotte del Bandito (2021)16 - L'interno della grossa capanna al Parco archeologico di Valdieri (2021)9 - Il Geotritone di Strinati (Speleomantes strinatii, fotografato in un sito della Valle Tanaro) (2017)11 - La Cappella della Madonna del Gerbetto (2021)1 - Un dipinto murale raffigurante il panettiere, ad Andonno (2007)12 - L'ingresso nell'ex area di cava (2021)2 - La Fontana della Bela Rosin e del Caprone a Valdieri (2007)13 - I gradoni nella ex cava di ghiaia Cementir (2021)17 - Un macaone, ben più comune del protetto Papilio alexanor (2021)14 - L'area della Necropoli di Valdieri (2021)19 - Tetti Bandito (2021)15 - Il Parco archeologico di Valdieri (2021)
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