"La Scurcio": Frere (1196 m) - Gheit (1372 m) - Chialvetta (1494 m) - Pratorotondo (1629 m) - Viviere (1713 m)
+517 / -0
Dislivello [m]
2:15
Tempo [h:mm]
-
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Una vecchia mulattiera risale il Vallone di Unerzio, attraversando
piccole borgate splendidamente recuperate. Anche se la vegetazione erbacea
crea qualche problema, specialmente a bassa quota, questa escursione
risulta comunque sempre interessante e piacevole.
Attraversato il ponte sul
Torrente Unerzio
si svolta subito a destra imboccando la strada sterrata in direzione della borgata
Gheit.
Si sale lungo il torrente tra frassini e ontani in leggera salita,
addentrandosi nel
Vallone di Unerzio.
Passato un secondo ponte in legno, la sterrata diventa ben presto sentiero
e sale decisa con alcune svolte. Si prosegue con un lungo traverso a mezzacosta
che alterna tratti in salita ad altri in falsopiano.
Pochi prima di giungere a
Gheit,
il sentiero incontra la strada asfaltata, subito a monte di un ponte,
Seguendo la strada in salita, si incontra quasi subito sulla sinistra
il vecchio forno della borgata
3,
completamente ristrutturato.
Il forno della borgata Gheit518
è rimasto attivo fino al 1956. Nella borgata la
panificazione avveniva una volta l'anno, alla fine di ottobre, al termine delle
operazioni di macinatura dei cereali. Per portare il forno in temperatura
occorrevano svariati quintali di legna ed oltre 12 ore di tempo.
In questa borgata la legna per il riscaldamento del forno era fornita in
parti uguali dalle famiglie del paese. C'è da notare, tuttavia, che sia il numero delle
volte all'anno in cui si procedeva alla panificazione, sia i criteri con cui
veniva fornita la legna per l'accensione del forno od anche per la cottura del pane,
variano da una comunità all'altra.
Scaldato il forno, ogni famiglia provvedeva quindi alla preparazione e
alla cottura dei propri pani. Una volta cotti, i pani erano riposti nel fienile
ad essiccare per tre settimane, quindi sistemati su apposite rastrelliere
(in genere appese al soffitto perchè non fossero raggiunte dai topi)
dove si potevano conservare fino all'anno successivo.
[La scurcio]
Attraversata la borgata
467,
si passa un torrente su ponte in legno
imboccando, sul lato opposto della strada, una mulattiera
tra due muretti a secco. La mulattiera incrocia la strada una volta, quindi
la raggiunge nuovamente una seconda volta. Si devono percorrere pochi metri su
asfalto prima di imboccare, sulla destra, un'altra mulattiera, nota come
"Vio del Furnas".
Si costeggia per un tratto il torrente, quindi lo si attraversa su ponte
in legno
19.
Si prosegue in leggera salita tra bassi muretti a secco, ora costeggiando
campi un tempo coltivati, ora attraversando freschi boschi. Giunti
ad incontrare un altro sentiero, si segue quest'ultimo verso sinistra.
Con percorso rettilineo e abbastanza pianeggiante si arriva a
Chialvetta2089,
entrando in paese dopo essere passati a fianco del cimitero.
A Chialvetta, alle spalle della "Trattoria della Gardetta" è stato
allestito il museo etnografico
"La Misoun d'en bot"
(La casa di una volta)
16.
Il museo, privato e ricavato nei locali di un vecchio fienile, contiene una
raccolta di oltre 1500 oggetti, tutti recuperati nel Vallone di Unerzio:
attrezzi da fabbro, da falegname, boscaiolo sono esposti a pian terreno,
mentre oggetti ed arredi della vita quotidiana si possono osservare al primo
piano. Per la visita bisogna rivolgersi alla "Trattoria della Gardetta".
[-]
Alle spalle della chiesa della borgata si riprende il percorso
(che qui coincide con un tratto della GTA) in direzione di
Pratorotondo,
lungo la
"Vio ed le Meiros".
Si segue il corso del
Torrente Unerzio
sulla sua sinistra orografica, mentre i larici compaiono sempre più numerosi.
Si continua in leggera salita, si lascia a sinistra una traccia che scende
ad attraversare il torrente su ponte in legno e, con pendenze leggermente maggiori,
si supera sulla destra una sorgente arrivando, in breve, all'abitato di
Pratorotondo211021.
Si attraversa l'intera borgata per incontrare, subito dopo, un bivio:
a destra per Viviere e a sinistra per il mulino e la fornace.
Seguendo il ramo di sinistra si raggiunge il vecchio mulino
del paese
13,
una costruzione isolata poco sotto al sentiero e ai margini di un rio.
Come riporta la scheda all'ingresso, il
Mulino di Pratorotondo121117
è stato costruito ad inizio '900 ed è rimasto in attività fino al 1957. Con la sua macina,
in granito estratto dalla zona del
Colle Ciarbonet,
era in grado di macinare al massimo 3 q.li di granella al giorno.
Di tutti i mulini presenti nel vallone, quello di
Pratorotondo
era forse quello con le minori potenzialità, e per questo la macinazione, che aveva inizio
ad ottobre, terminava sempre quando gli altri mulini avevano già terminato il lavoro.
La macinatura era effettuata a turno dalle famiglie, in un ordine stabilito
annualmente per sorteggio.
Dopo la macinatura, la farina veniva setacciata con setacci più o meno
grossolani, a seconda del ceto sociale delle famiglie: quelle più abbienti potevano
permettersi una farina più pura, quelle meno abbienti tenevano
una maggior quantità di cruschello.
I cereali macinati, tutti coltivati in loco, erano grano, segale, avena
e orzo.
Interessanti i dati tecnici calcolati: la velocità media del torrente, ad ottobre,
era di circa 1 m/s. Un sistema di condotte, diviso in tre tratte per una lunghezza totale
di 70m e con inclinazioni crescenti, faceva arrivare l'acqua
alle pale ad una velocità di 2,25 m/s consentendo una velocità di rotazione della macina di
circa 50 giri/min. Da notare come la macina fosse azionata con
rotazione delle pale su un asse verticale, soluzione tecnica diffusa
essenzialmente nei piccoli mulini di montagna.
[-]
Superato il mulino, si arriva ad un secondo bivio: si prende a destra ed
in pochi metri si raggiungono i ruderi della fornace per la preparazione
della calce
14
(la costruzione, quasi completamente interrata, resta abbastanza
nascosta alla vista).
Per decenni la calce è stato l'unico legante con il quale si potevano
realizzare costruzioni. Realizzata una fossa circolare nel terreno e rivestiti
i bordi in pietra, si costruiva all'interno della stessa una volta in pietre
calcaree, sulla quale venivano poi disposte altre pietre.
Acceso il fuoco sotto la volta, si lasciavano a 'cuocere' le rocce per
diversi giorni.
Alla fine della cottura, la volta veniva fatta crollare e le rocce venivano
bagnate con acqua. Questa operazione sbriciolava le rocce in fine polvere
biancastra, la calce spenta, poi utilizzata come legante in una malta
di acqua e sabbia.
[Civiltà dei Monti]
Tornati sui propri passi fin quasi a
Pratorotondo,
si imbocca questa volta il bivio in direzione di
Viviere
(segnavia S8), lungo la
"Vio Veio".
Con una malandata mulattiera su terreno aperto ed in
moderata salita si raggiunge anche quest'ultima borgata
15,
dalla curiosa disposizione delle abitazioni vagamente a ferro di cavallo.
Accessi
Da Dronero si risale la Valle Maira fin quasi ad
Acceglio. Circa 500m prima di entrare in paese, si imbocca sulla sinistra il ponte
che attraversa il Torrente Maira e conduce a Frere.
Si costeggia la borgata fino a raggiungere un ponte in legno sul Torrente
Unerzio, prima del quale si lascia l'auto.
Note
Vista la fitta vegetazione erbacea che invade
per lunghi tratti le mulattiere, trasformandole in stretti sentierini, si
consiglia di percorrere l'itinerario in primavera, subito dopo lo scioglimento
delle nevi. Nel periodo estivo è conveniente percorrere su asfalto il tratto da Gheit
all'imbocco della "Vio del Furnas".
A onor del vero, in occasione dell'ultimo rilevamento, la vegetazione era stata
di recente tagliata lungo tutto il percorso.
Pernottamento
--
Cartografia
--
⚠ Ultimo aggiornamento
Attenzione! L'ultimo sopralluogo effettuato risale a molti anni fa. Il sentiero può aver subito variazioni, risultare danneggiato o anche non più percorribile!
Ultimo sopralluogo: Estate 2007
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alain 62
mercoledì 30 maggio 2012
[ 87.14.*.*]
Trek non impegnativo fatto il 27 maggio 2012. Ritorno sotto la pioggia ma molto bello. Consigliato.
Antonio
domenica 23 agosto 2020
[ 176.65.*.*]
Bell'itinerario che attraversa paesi molto caratteristisci. Lungo il sentiero dopo Gheit ci sono pannelli informativi su piante e animali. Tempi 1h da Frere a Chialvetta, 45min da Chialvetta a Viviere. Ritorno 1h10. Sentiero mai troppo pendente.
alain 62
mercoledì 30 maggio 2012
[ 87.14.*.*]
Trek non impegnativo fatto il 27 maggio 2012. Ritorno sotto la pioggia ma molto bello. Consigliato.
Antonio
domenica 23 agosto 2020
[ 176.65.*.*]
Bell'itinerario che attraversa paesi molto caratteristisci. Lungo il sentiero dopo Gheit ci sono pannelli informativi su piante e animali. Tempi 1h da Frere a Chialvetta, 45min da Chialvetta a Viviere. Ritorno 1h10. Sentiero mai troppo pendente.
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