01.15 Nasagò - San Giacomo di Eca - Albra - Villaro - Ormea
Nasagò (670 m) - San Giacomo di Eca (859 m) - Vacieu (1021 m) - Cariò (1155 m) - Albra (1078 m) - Villaro (1038 m) - Lunghi (1081 m) - Airola (1111 m) - Ormea (741 m)
+683 / -612
Dislivello [m]
3:20 - 3:50
Tempo [h:mm]
9945
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Bellissima traversata che tocca numerose caratteristiche borgate, alcune parzialmente riattate
ed altre abitate da una manciata di residenti, altre ormai abbandonate, ma tutte ricche
di fascino e di storia.
Notevole la Chiesa di Albra, perfettamente restaurata e in magnifica posizione panoramica,
mentre poco impervio risulta l'attraversamento del Vallone del Rio Peisino, stretto e roccioso.
Da
Nasagò
(670 m circa) si percorre solo per pochi metri la piccola rotabile asfaltata diretta a
Eca,
quindi si imbocca a sinistra (palina) una vecchia mulattiera.
La mulattiera traversa in salita tra rigogliosi arbusti, supera un impluvio
e ritorna sulla strada asfaltata. La si segue verso sinistra, per diverse centinaia di
metri: alla prima curva a sinistra, si trascura il sentiero a destra che scende
alla stazione ferroviaria di
Eca-Nasagò,
e si svolta a sinistra sulla stradina sterrata che entra nella borgata di
Santa Libera
(785 m circa)
12,
proprio presso l'omonima cappella.
Lasciando la chiesa a sinistra, si segue la mulattiera (inizialmente inerbita)
che attraversa subito la stradina asfaltata al servizio della borgata e prosegue
l'ascesa in direzione nord-ovest.
Con qualche comoda svolta tra vecchi terrazzamenti la mulattiera s'innalza fino a
San Giacomo di Eca
(859 m, 0:35 ore da
Nasagò),
ed entra tra le abitazioni caso presso la
Chiesa di San Giacomo1,
risalente ai secoli XVII e XVIII.
Ci si porta sulla stradina sterrata a monte della chiesa, seguendola verso
sinistra (segnavia A34).
Usciti dal paese la carrareccia si trasforma in mulattiera; nei pressi di un piccolo
edificio in pietra si trascura la traccia a sinistra e si prosegue innanzi con un
piacevole mezzacosta all'interno di un bosco ceduo: dapprima tra vecchi terrazzamenti
ormai ricolonizzati dal bosco quindi, in moderata salita, parallelamente all'impluvio
di un piccolo rio.
Superate alcune abitazioni, ci si immette sulla strada sterrata che collega
Albra
con
Eca: si segue la sterrata per poche decine di metri verso sinistra,
per poi riprendere la mulattiera che si stacca sulla destra e sale decisa tra le
abitazioni della borgata
Vacieu
(1021 m, 0:25 - 0:30 ore da
San Giacomo di Eca).
Oltre la bella piazzetta con il forno comune, un pilone votivo
2
e la fontana, si ignora davanti la stradina sterrata al servizio della borgata e si
sale a destra. Si incontra una seconda fontana, quindi si esce dalle case;
un breve tratto pianeggiante interrompe per poco la salita, che riprende all'interno di un castagneto.
Passato un impluvio con un ruscello, la mulattiera
3
piega ad ovest e supera un secondo impluvio.
Trascurata una deviazione a sinistra in discesa, ci si mantiene sul ramo di destra
in salita; quando la mulattiera spiana si è ormai all'ingresso della deliziosa borgata
Cariò
(indicata localmente come
Carià,
1155 m, 0:25 - 0:30 ore da
Vacieu,
fontana)
46.
Più o meno alle spalle della fontana si trascura una traccia non segnalata che sale alle
Case Lurdera,
mentre presso le ultime case della borgata
5
la mulattiera si biforca; si ignora in questo caso il ramo che scende a sinistra e
si segue il ramo di destra in salita.
Raggiunta una sterrata, la si segue verso sinistra in leggera discesa fino al primo tornante, dove
si incontra l'asfalto. Qui si lascia la strada per scendere a destra sulla mulattiera
che dapprima fiancheggia il cimitero di
Albra,
quindi passa un piccolo rio su ponticello in legno, stacca a destra una vecchia mulattiera
ed infine perviene alla
Chiesa del Santo Sudario78.
in posizione panoramica e dominante sulla sottostante frazione.
Con alcune svolte si scende in breve alle case di
Albra
(1078 m, 0:15 - 0:20 ore da
Cariò).
Trascurando a sinistra la strada che raggiunge la frazione, si svolta a destra (ovest) tra le
abitazioni. Quando la straduncola si biforca, si scende a sinistra per trovare,
a valle delle ultime case, un sentierino che si allunga verso ovest a mezzacosta.
Si ignora quasi subito una malandata mulattiera a sinistra e, tenendosi a destra sul
sentiero, si inizia una leggera salita fino ad un ponticello di legno che oltrepassa un piccolo rio.
Ci si addentra ora nel vallone del
Rio Peisino,
incassato e roccioso, scendendo a tratti con ripidi tornanti fino all'impluvio. Superato il
Rio Peisino9
su una passerella in legno, il sentiero traversa in diagonale sul versante opposto
lungo un pendio scosceso, salendo assai deciso tra roccette a doppiare il costone
che porta all'esterno dello stretto vallone.
Nuovamente su una comoda mulattiera, si traversa in falsopiano tra castagneti
e cedui di faggio, si attraversa l'ennesimo rio con una passerella
e ci si immette su una comoda mulattiera selciata ed inerbita.
Si scende a sinistra (a destra si salirebbe verso
Cascine),
fino ad un'ulteriore vicina biforcazione: si trascura a destra la pista inerbita
e si continua a scendere diritti, volgendo poi a destra per entrare tra le case di
Villaro
(1038 m, 0:35 - 0:40 ore da
Albra)
1011.
Presso la
Chiesa della Santissima Trinità e San Matteo13
ci si immette sulla strada asfaltata e si svolta a destra.
Dopo solo qualche metro si imbocca una stradina, sempre asfaltata, che si stacca sulla destra
ai margini del castagneto
14;
al primo tornante si prosegue dritti in salita su una mulattiera che entra nel bosco,
passa un piccolo rio si entra in borgata
Lunghi
(1081 m circa, fontana)
15.
Tra le case della borgata si incontra un bivio:
si prende a sinistra la mulattiera che, in breve, riporta sulla strada comunale asfaltata
proprio in corrispondenza del cimitero.
Si segue la strada verso destra per diverse centinaia di metri, fino al primo tornante,
dove la si abbandona per proseguire a sinistra su una carrareccia sterrata.
Appena prima di arrivare tra le poche case di
Airola
(1111 m), si svolta a sinistra su una vecchia mulattiera.
La mulattiera, spesso ridotta a sentiero, perde quota con stretti tornanti,
ed incrocia prima un sentiero e dopo una malandata pista forestale.
Si continua a scendere tra boschi di latifoglie e castagneti, con svolte ora più ampie
e con il tracciato della vecchia mulattiera che riappare più evidente, sebbene scomodo per il fondo
acciottolato.
Presso alcune case ci si immette su una stradina sterrata, che si segue verso destra.
Poco sotto, presso altre case, la stradina diventa asfaltata e prosegue la discesa fino
ad immettersi sulla piccola strada asfaltata per
Valdarmella.
Si va a sinistra e, dopo un centinaio di metri, si prende a destra una vecchia mulattiera
che taglia un tornante della strada.
Tornati sull'asfalto, si scende in breve alla piccola
Cappella di San Mauro,
dove si svolta a sinistra in Via del Castello.
La piccola stradina asfaltata sfila ai piedi dei ruderi del vecchio casello
(costruito a partire dal X secolo e distrutto da truppe napoleoniche nel 1795),
e si addentra nel centro storico di
Ormea
(741 m, 1:05 - 1:15 ore da
Villaro),
terminando in Via Roma.
Per il rientro a
Nasagò
ci sono due alternative: con i mezzi pubblici, andando a sinistra, ci si dirige
verso la stazione ferroviaria (se e quando verrà riattivata la tratta Ceva-Ormea)
e la fermata dei bus di linea; se si è preventivamente lasciata un'auto a
Ormea,
andando a destra si arriva in Piazza della Libertà e a numerosi posteggi.
Ormea
sorge nell’Alto Medioevo, e prende il nome dal latino Ulmeta
(per la cospicua presenza, all'epoca, di olmi).
Insignita da Napoleone del titolo di città nel 1804, poi confermato nel 1818
da Vittorio Emanuele I di Savoia, Ormea ha vissuto un periodo d'oro tra la
fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento.
La costruzione della linea ferroviaria Ceva-Ormea ha trasformato la cittadina in
un centro turistico apprezzato in mezza europa: viene edificato un
Grand Hotel, frequentato dalla nobiltà inglese, francese e tedesca, e per alcuni anni
è attiva anche una sede estiva del casinò di Sanremo.
Oggi la situazione è ben diversa, ma vale comunque la pena perdersi tra le strette
viuzze del centro storico, ancora ricche di sorprese per chi sa cercre
1617181920...
[Wikipedia, Ormea]
Accessi
Da Ceva si risale la Valle Tanaro fin oltre
Garessio. Arrivati a Nasagò, si posteggia in un piccolo slargo
per poche auto, in corrispondenza del bivio a destra per San Giacomo di Eca.
Note
--
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.19] [IGC n.15] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Autunno 2024
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Ezio
giovedì 18 ottobre 2018
[ 95.244.*.*]
Posso consigliare di trasformare l'itinerario in un anello. Ormea - Barchi - Nasagò - Eca san Giacomo - Albra - Villaro - Airola - Ormea. Tutto segnalato per la Balconata di Ormea.
6 - L'inerbita mulattiera che attraversa borgata Cariò (2008)2 - Particolare di un affresco su pilone votivo in borgata Vacieu (2008)8 - Il portico della Chiesa del Santo Sudario ad Albra (2008)10 - Castagneti da frutto a Villaro (2008)3 - Un tratto di mulattiera tra Vacieu e Albra (2008)1 - Un covone di fieno e, sullo sfondo, la Chiesa di San Giacomo di Eca (2008)16 - Fontana in Piazza Nuova, a Ormea (2012)18 - Scorcio di un vicolo a Ormea (2012)11 - Viole e castagni secolari a Villaro (2008)9 - Il Rio Peisino (2008)5 - Abitazioni dirute a Cariò (2008)4 - La mulattiera all'ingresso di Cariò (2008)12 - La graziosa borgata di Santa Libera (2009)19 - Pittura murale sulla facciata di un palazzo a Ormea (2012)7 - La Chiesa del Santo Sudario di Albra (2008)20 - Dipinto sulla facciata della chiesa parrocchiale di Ormea (2012)15 - Borgata Lunghi (2009)14 - I castagneti intorno a Villaro (2009)13 - La Chiesa della Santissima Trinità e di San Matteo a Villaro (2009)17 - Il Palazzo dei Signori a Ormea, particolare (2012)
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