Itinerario 07.27

07.27 Pian delle Gorre - Gias soprano di Sestrera - Rifugio Garelli

Pian delle Gorre (1032 m) - Rifugio Sestrera sottano (Gias sottano di Sestrera) (1341 m) - Gias soprano di Sestrera (1847 m) - Rifugio Garelli (1966 m)

+936 / -2

Dislivello [m]

2:35 - 2:55

Tempo [h:mm]

5108

Distanza [m]

E 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Il Rifugio Garelli è una meta classica della Valle Pesio. Dei tre possibili sentieri che lo raggiungono, questo è il più breve e frequentato. La lunga ascesa a tornanti, sovente all'interno di una fresca e bellissima abetina, non è mai troppo faticosa. Solo a monte del Gias soprano di Sestrera, quando ci si trova su terreno aperto ed assolato, il sentiero si rivela un poco più faticoso.

Carta schematica - Itinerario 07.27

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

Scarica la traccia
GPS in formato GPX
(qualità alta )

Profilo altimetrico - Itinerario 07.27
A Da Pian delle Gorre (1032 m) a: Dislivello [m]
(andata e ritorno)
Tempo [h:mm]
(andata e ritorno)
Distanza [m]
(andata e ritorno)
Difficoltà Segnavia
B Rifugio Sestrera sottano (1341 m) +311 / -2
(+313 / -313)
0:55 - 1:05
(1:35 - 1:50)
2200
(4400)
E H01
C Gias soprano di Sestrera (1847 m) +817 / -2
(+819 / -819)
2:15 - 2:35
(3:50 - 4:20)
4432
(8864)
E H08
D Rifugio Garelli (1966 m) +936 / -2
(+938 / -938)
2:35 - 2:55
(4:20 - 4:55)
5108
(10216)
E H08

Da Pian delle Gorre (1032 m, ove si trovano il Rifugio Pian delle Gorre e un'ottima fontana) 2 si prende la sterrata chiusa al traffico (segnavia H06 all'inizio, poi H01) che si inoltra nel Vallone del Saut (o Vallone del Salto) in direzione sud-est, in un bosco misto di latifoglie ed abeti bianchi.
Si lascia una prima traccia (non segnalata e non evidente) a sinistra per il Pian del Creus, poi si passa un ponte in muratura a fianco di una fragorosa cascatella, si ignora una pista sterrata a destra e si tralascia anche sulla sinistra il bivio (segnalato) per il Pian del Creus e il Vallone di Serpentera (segnavia H06). Si prosegue diritti in modesta pendenza fino alla località nota come "Il Saut", dove la strada forma un piccolo slargo.
Qui si trascura la mulattiera che prosegue diritta verso il Gias degli Arpi ed il Colle del Prel (segnavia H10B) e si imbocca sulla sinistra la mulattiera per il Rifugio Garelli ed il Vallone di Sestrera (segnavia H01).
La mulattiera sale subito ripida con numerosi tornanti, in un fresco bosco di abete bianco misto a latifoglie. Quando finalmente spiana leggermente, si lascia sulla sinistra il bivio con il sentiero che porta a Pian del Creus, si attraversa un rio su ponticello in legno 8 e si perviene al Rifugio Sestrera sottano (già Gias sottano di Sestrera, 1341 m, 0:55 - 1:05 ore da Pian delle Gorre, fontana) 6.

L'edificio, recentemente riattato ed utilizzabile previo il ritiro delle chiavi al Rifugio Pian delle Gorre, è ubicato al margine di una piccola radura dalla quale si iniziano ad osservare le imponenti pareti rocciose del Massiccio del Marguareis.

Qui il sentiero si divide: si trascura il ramo di destra per il Vallone del Marguareis, e sale a sinistra. Ci si innalza su un sentiero tortuoso ma agevole, in un fitto bosco di faggi e abeti bianchi 4, con questi ultimi a prendere il sopravvento all'aumentare della quota. Trascurata una diramazione a sinistra con l'esile sentierino per il Gias della Costa, numerosi altri tornanti conducono fuori dal bosco. Si continua in salita, con stretti zig-zag fra arbusti di ontani e rododendri, fino al ripiano pascolivo sede del Gias soprano di Sestrera (1847 m, 1:20 - 1:30 ore dal Gias sottano di Sestrera, fontana).
Presso la malga si ignora a sinistra il sentiero proveniente dal Gias della Costa e si prosegue l'ascesa tra pascoli e bassi arbusti 5. Un'ultima serie di tornanti porta infine sul dosso su cui sorge il Rifugio Garelli (1966 m, 0:20 ore dal Gias soprano di Sestrera) 7, ai margini del Pian del Lupo.

Sandro Comino, tra i fautori della riscoperta alpinistica del Gruppo del Marguareis, alla fine del secondo conflitto mondiale si fece promotore del progetto di realizzazione di un rifugio che agevolasse le salite nel massiccio. Coinvolgendo la sezione del CAI di Mondovì e un gruppo di amici fidati, il progetto prese piede grazie ad alcune strutture metalliche recuperate tra i residuati bellici. All'inizio di settembre del 1949, trasferito a dorso di muli il materiale fino al Pian del Lupo, sede scelta per il nuovo rifugio, ebbero avvio i lavori. In una quindicina di giorni, il gruppo di volontari coadiuvati da un unico muratore di Prea, portò a termine il nuovo rifugio. Fu inaugurato il 18 giugno 1950. Nel 1962, causa alcuni cedimenti strutturali, il rifugio venne consolidato ed ampliato, aumentando la capienza originaria che era di 18 posti.
Tuttavia, la notevole frequentazione del rifugio rese evidente come, anche con l'ampliamento appena effettuato, la capienza fosse sempre insufficiente. Incominciò quindi ad emergere l'ipotesi di una totale ristrutturazione, che prevedeva però, per desiderio del Comino, di conservare il vecchio rifugio inglobandolo in quello nuovo. Questa volta il materiale da costruzione giunse a Pian del Lupo grazie alla spola incessante di un elicottero. Ben cinquanta volontari si adoperarono per la nuova struttura, 80 posti letto e tutti i servizi necessari, che fu inaugurata il 22 settembre 1968. La sorte tuttavia aveva in serbo un triste destino: un devastante incendio distrusse completamente il rifugio nel 1987, a neanche vent'anni dall'inaugurazione.
Superato lo sgomento, e racimolate con fatica le necessarie risorse finanziarie, venne costruito un nuovo moderno rifugio, dotato di ogni comfort e dalle linee accattivanti, che richiamano il profilo del Massiccio del Marguareis. Il rifugio è stato inaugurato il 13 ottobre 1991.
Sin dalla prima costruzione, il rifugio fu dedicato alla figura di Piero Garelli, all'anagrafe Pier Mario Garelli. Avvocato, fu Presidente del CAI di Mondovì dal 1938 al 1943 e compagno di cordata di Sandro Comino. Subito dopo l'Armistizio si rese utile alla Resistenza, mettendo a disposizione le sue conoscenze alpinistiche per aiutare i Partigiani a raggiungere le loro nuove sedi. Si aggregò alla III Divisione alpina operante in Val Casotto. Fu arrestato a Mondovì nella sua abitazione e fu rinchiuso alle Carceri "Le Nuove" di Torino. Nel maggio 1944 fu trasferito nel Campo di Concentramento di Fossoli-Carpi (Modena), quindi a Bolzano Gries fino ai primi di agosto, ed infine fu deportato nel Lager di Mauthausen. Lavorò come tutti con lavoro schiavo alla Messerschmitt per costruzione di aerei a Gusen e Gusen II, dove è stato visto fino alla fine di aprile 1945. Forse morì nel Sottocampo di sterminio di Gusen II.

[CAI Mondovì, Rifugio Garelli]
[ANPI, Pier Mario Garelli]
[Maria Luisa Garelli, figlia di Piero]

Tra il 2013 e il 2014 è stato realizzato al Rifugio Garelli un fitodepuratore per il trattamento delle acque reflue. Il progetto, finanziato grazie al Programma Europeo ALCOTRA, aveva come obiettivo la messa a norma della depurazione delle acque reflue di due strutture ricettive localizzate in ambienti di grande valore naturale e paesaggistico. La sperimentazione mirava a sviluppare tecniche di fitodepurazione in alta quota in grado di riprodurre artificialmente i naturali processi autodepurativi di zone umide come stagni, laghi e habitat ripariali dei corsi d'acqua.
Il Parco del Marguareis ha scelto come beneficiario della sperimentazione il Rifugio Garelli, con la costruzione di 5 vasche di decantazione delle acque del rifugio al cui interno sono state messe a dimora alcune specie di piante autoctone, selezionate dopo una preliminare attività di ricerca e di sperimentazione per valutarne l'efficacia di depurazione. L'azione delle piante, infatti, insieme a quella dei microrganismi presenti sulle radici e nel suolo, favorisce il naturale riciclo della sostanza organica e la depurazione dell'acqua proveniente dagli scarichi umani del rifugio. Nel corso dell'estate 2014 il sistema è stato sottoposto a un attento monitoraggio, sia nel suo funzionamento tecnico che negli effetti depurativi sulle acque, mediante una serie di puntuali analisi batteriologiche. Il risultato è stato all'altezza delle aspettative: le piante messe a dimora prima dell'inverno si sono mantenute e sviluppate come da programma, e gli scarichi del rifugio - delle cucine così come dei servizi igienici - sono stati depurati in modo naturale e riconsegnati alla terra nella migliore della loro condizione.
Un sistema che il Parco del Marguareis mette al servizio anche di altri progetti di intervento su insediamenti umani non serviti da reti fognarie, perché sostenibile, a basso costo di realizzazione e funzionamento, a consumo energetico praticamente nullo e capace di garantire la rinaturazione e il recupero di zone umide in aree di pregio biologico e paesaggistico.
Per gli amanti delle statistiche, il primato di fitodepuratore più alto d'Europa se lo aggiudicherà l'impianto di Plan des Fontainettes, località turistica a 2.093 metri, presso il Lac du Mont Cénis, in Francia, realizzato nell'ambito dello stesso progetto.

[Parco del Marguareis, Fitodepurazione in alta quota]

A breve distanza dal Rifugio Garelli e nei pressi del Laghetto del Marguareis, distante una ventina di minuti, sono state allestite due importanti stazioni botaniche alpine, impostate come dei giardini-riserva della biodiversità; custodiscono e valorizzano rari habitat alpini e dove sono collezionate molte entità vegetali, tra le più significative delle Alpi Liguri e Marittime. In aiuole realizzate per riprodurre i principali ambienti di montagna, sono osservabili più di 500 specie alpine, alcune rarissime, considerate dagli appassionati veri gioielli botanici della flora delle Alpi. Pannelli illustrativi che descrivono i vari ambienti 3, e le specie botaniche facilmente riconoscibili grazie alla denominazione scientifica riportata sulle targhette, offrono un'opportunità unica sia agli appassionati che ai semplici curiosi.
La stazione a monte del Laghetto del Marguareis, distante circa 20 minuti dal Rifugio Garelli, era dedicata a "Danilo Re", guardiaparco deceduto in servizio e grande promotore della ricerca botanica su queste montagne. Ubicata in un contesto paesaggistico meraviglioso, la stazione si estendeva su circa 8.000 mq, in parte su rocce silicee e in parte su rocce calcaree, consentendo di osservare molti habitat e specie. I pascoli calcicoli che la contornano, per ricchezza di colori e biodiversità, possono essere considerati tra i più interessanti del paesaggio alpino, mentre la notevole presenza di rocce calcaree cosiddette "fratturate" evidenzia la presenza di un habitat considerato di interesse comunitario prioritario dall'Unione Europea. Molte le specie rare ed endemiche delle Alpi Liguri e Marittime ospitate, quali Raponzolo delle Alpi Marittime (Phyteuma cordatum), Primula di Allioni (Primula allionii), Eliantemo ligure (Helianthemum lunulatum), Iberide nana (Iberis aurosica subsp. nana) e Berardia (Berardia subacaulis). La difficoltà di manutenzione e la mancanza di fondi adeguati hanno purtroppo portato al progressivo abbandono della stazione.
La stazione botanica "Clarence Bicknell" 1, situata nelle immediate vicinanze del Rifugio Garelli, omaggia nel nome un celebre esploratore botanico inglese, autore di importanti studi condotti tra il 1800 e il 1900 sulla flora delle Alpi Liguri e Marittime; attivo in Valle Pesio per circa trent'anni, è conosciuto anche come primo catalogatore delle incisioni rupestri del Monte Bego nella Valle delle Meraviglie. Circondata da pascoli e arbusteti a Rododendro (Rhododendron ferrugineum) e Ginepro (Juniperus communis), la stazione si estende su oltre 10.000 mq e ospita una torbiera naturale, habitat rarissimo in Europa, che custodisce specie insettivore come Drosera (Drosera rotundifolia) e Pinguicola (Pinguicula vulgaris). Al suo interno anche alcune tra le specie più importanti della flora delle Alpi Liguri e Marittime, come la Testa di drago austriaca (Dracocephalum austriacum), rarissima in Italia, ed altre specie endemiche di questo settore alpino, come Silene a foglie cuoriformi (Silene cordifolia) o Potentilla di Valdieri (Potentilla valderia).

[testo cortesia di I. Pace e B. Gallino, Parco naturale del Marguareis]

Accessi

Da Chiusa di Pesio si risale la Valle Pesio fino alla Certosa, da dove si prosegue sulla stretta strada asfaltata che raggiunge Pian delle Gorre.
In estate, nei giorni di maggior affluenza, la strada per Pian delle Gorre viene progressivamente chiusa con il riempirsi dei posteggi, fino alla Certosa. I posteggi sono a pagamento.

Note

Le due stazioni botaniche che si incontrano lungo il percorso sono visitabili dal 1 Giugno al 15 Settembre.

Pernottamento

--

Cartografia

[Fra n.16] [AsF n.3] [Blu n.2] [IGC n.114] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Estate 2024

QR code

Inquadra il QR code con l'apposita App del tuo telefonino per essere indirizzato a questa pagina web.

QR Code - Itinerario 07.27

Non sono presenti commenti per questo itinerario.

Commenta l'itinerario 07.27

2 - Pian delle Gorre e il Rifugio Pian delle Gorre (2006)
2 - Pian delle Gorre e il Rifugio Pian delle Gorre (2006)
6 - Il Rifugio Sestrera sottano (2015)
6 - Il Rifugio Sestrera sottano (2015)
5 - Panorama sul Gias soprano di Sestrera dai pressi del Rifugio Garelli (2014)
5 - Panorama sul Gias soprano di Sestrera dai pressi del Rifugio Garelli (2014)
1 - Farfalla Cedronella (<i>Gonepteryx sp.</i>) su <i>Lychnis flos-jovis</i>, fotografati alla stazione botanica Clarence Bicknell (2005)
1 - Farfalla Cedronella (Gonepteryx sp.) su Lychnis flos-jovis, fotografati alla stazione botanica Clarence Bicknell (2005)
4 - Il bosco di abete bianco nel Vallone di Sestrera (2002)
4 - Il bosco di abete bianco nel Vallone di Sestrera (2002)
7 - Il Rifugio Garelli (2016)
7 - Il Rifugio Garelli (2016)
3 - La stazione botanica dedicata a Clarence Bicknell (2011)
3 - La stazione botanica dedicata a Clarence Bicknell (2011)
8 - Un ruscelletto presso il Gias sottano di Sestrera (2017)
8 - Un ruscelletto presso il Gias sottano di Sestrera (2017)