07.20 Le Meschie - Stalle Artondù soprane - Fontana Cappa
Le Meschie (1076 m) - Stalle Artondù soprane (1453 m) - Sella Artondù (1591 m) - Fontana Cappa (1402 m)
+522 / -196
Dislivello [m]
1:55 - 2:10
Tempo [h:mm]
4285
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
Periodo consigliato [mese]
Tutta l'ascesa riserva scorci inaspettati e sorprendenti: vecchie stalle, faggete, ruscelli e uno splendido panorama dalla Sella Artondù. Il bel panorama permane nel lungo traverso che scende a Fontana Cappa, ma si riesce a gustare poco: il sentiero esile e, per un buon tratto, malagevole, rendono la seconda parte dell'itinerario meno accattivante.
Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA
A | Da Le Meschie (1076 m) a: | Dislivello [m] (andata e ritorno) |
Tempo [h:mm] (andata e ritorno) |
Distanza [m] (andata e ritorno) |
Difficoltà | Segnavia |
---|---|---|---|---|---|---|
B | Stalle Artondù soprane (1453 m) | +377 / -0 (+377 / -377) |
1:00 - 1:10 (1:40 - 1:55) |
1718 (3436) |
E | H16 (1) |
C | Sella Artondù (1591 m) | +515 / -0 (+515 / -515) |
1:25 - 1:35 (2:20 - 2:40) |
2529 (5058) |
E | H16 |
D | Fontana Cappa (1402 m) | +522 / -196 (+718 / -718) |
1:55 - 2:10 (3:25 - 3:55) |
4285 (8570) |
E | H16 |
(1) Vista la miriade di tracce e sentieri, con tutte le alternative del caso, non posso garantire che il segnavia H16 a catasto regionale coincida esattamente con il percorso qui descritto.
Dal posteggio presso l'area attrezzata de
Le Meschie
(1076 m)
si sale sulla stradina asfaltata per un centinaio di metri.
Al primo bivio, si prende la pista sterrata che si stacca sulla destra,
percorrendone anche in questo caso soltanto un centinaio di metri.
Presso la prima baita in pietra che si incontra, sulla destra,
si deve individuare un sentierino (segnavia h16) che gira attorno all'edificio
e subito si trasforma in evidente sentiero.
Si sale nel bosco seguendo il caratteristico muretto a secco che
delimita il sentiero
12
e si raggiungono i ruderi di alcune costruzioni.
Appena dopo i ruderi si ignora il sentierino che scende a sinistra alla sottostante
pista sterrata e si continua innanzi. Si attraversa una fittissima macchia di conifere
e si arriva ad un altro bivio.
Le tacche segnavia guidano a destra, ma è necessario prestare attenzione e
non prendere a sinistra. Una ripida salita porta quindi a immettersi su un sentiero,
che si segue verso sinistra.
Si costeggia alti una conca con al centro un gias riattato
1,
ci si avvicina al torrente e poi lo si guada
2,
giungendo su una strada sterrata.
Si svolta a sinistra ma, dopo pochi metri, si riprende il sentiero che si stacca a destra.
L'ascesa continua all'interno di una bella faggeta a fianco del rio,
che si guada una prima volta e, dopo aver guadagnato quota con una svolta, si guada nuovamente
tornando sulla sponda sinistra idrografica.
Si sbuca in una radura, dove si trova un grosso edificio rurale con il tetto rifatto.
Da questo punto, fino alle
Stalle Artondù soprane
il sentiero diventa a tratti poco evidente, sia per la poca frequentazione che
per l'erba (si consiglia la percorrenza allo scioglimento delle nevi o in autunno).
Sono presenti le tacche segnavia bianco-rosse, ma non troppo frequenti, non sempre
ben posizionate e talune sbiadite.
Non ci sono sostanzialmente problemi di orientamento, dovendo rimontare
secondo la massima pendenza un poco marcato crinale lungo il quale si vedono,
allineati, singole costruzioni o piccoli agglomerati che culminano proprio con le
Stalle Artondù soprane.
Da qui ci s'innalza nel
Vallone Artondù
seguendo indicativamente la linea di massima pendenza, al margine
tra la faggeta e vecchi pascoli: si lascia una abitazione diruta a sinistra,
poi un gruppo di edifici a destra
3
e, con un po' di fatica per la notevole pendenza, si perviene ad un grosso agglomerato
di edifici ormai in rovina, verosimilmente le
Stalle Artondù sottane
(1371 m circa)
4.
Alle spalle della borgata si incrocia un sentiero evidente, che tuttavia si ignora.
Si seguono le tacche segnavia che proseguono in salita, tra prati e pascoli, di
fatto in assenza di traccia. Il sentiero riappare brevemente e si biforca: ci si tiene
a destra, trovandosi di nuovo senza traccia e con radi segnavia.
Con buona visibilità non si hanno tuttavia problemi a raggiungere le soprastanti e ben visibili
Stalle Artondù soprane
(1453 m, 1:00 - 1:10 da
Le Meschie)
567.
Ancora una volta, a monte dei ruderi, si trova un buon sentiero: a sinistra ci si
dirige verso la
Sella Morteis
(via
Gias Pusin),
a destra alla
Sella Artondù.
Imboccata quest'ultima direzione, ci s'innalza gradatamente per prati,
con due lunghissimi traversi separati da un solo tornante.
Si superano una zona acquitrinosa, un ridere isolato e infine, con due brevi
svolte, si arriva sulla
Sella Artondu
(1591 m circa, 0:25 ore dalle
Stalle Artondù soprane)
9,
posta sulla displuviale tra le valli Pesio e Colla e sede dei ruderi del
Gias della Sella.
Quasi obbligatoria un breve deviazione (alcune decine di metri) verso destra (nord nord-est), fino alla croce metallica su una piccola elevazione non nominata: nelle giornate limpide il panorama sulla Alpi e la pianura è davvero notevole 8.
Oltre il valico, spostato a sinistra, il sentiero entra nel lariceto
e si allunga in falsopiano, piuttosto malagevole tra massi accatastati
sul terreno.
Usciti dal bosco si continua su un esilissimo sentierino che taglia
pendii assai scoscesi e supera, ogni tanto, qualche colata di grossi detriti.
Appena il sentiero inizia a scendere si incontra una fonte (1589 m) e,
poco dopo, bisogna superare qualche metro in ripidissima discesa con
l'ausilio di una catena fissa (su fondo asciutto il passaggio non presenta
particolari problemi).
La discesa prosegue passando tra i resti di un piccolo riparo in pietra
e raggiunge l'impluvio del vallone
Gorgia Grande.
Superato il rio, si raggiunge quel che resta di una vecchia pista forestale,
ridotta a una sorta di mulattiera.
Si volge a destra, seguendo la pista che poco a poco migliora: all'interno di
un fresco bosco di conifere si arriva il località
Tre Bec
(o
Cima dei Tre Bec)
10,
ove si trova una casa ristrutturata e dove, a sinistra, parte il sentiero per
la cosiddetta
Chiesetta degli Alpini.
Piegando a sinistra, la pista si trasforma in una più agevole strada sterrata:
ignorando le poche diramazioni laterali, si scende in breve fino a
Fontana Cappa
(1402 m, 0:30 - 0:35 ore dalla
Sella Artondù)
11,
dove convergono altre due strade sterrate, dal
Colle della Bercia
e da
Madonna dei Boschi
di
Peveragno.
Accessi
Da Chiusa di Pesio si risale la Valle Pesio in direzione della Certosa. Ben prima di giungere a Vigna si svolta a destra per Pradeboni. Qui si seguono le indicazioni per i Tetti Gori e Marro, fino ad arrivare in località Le Meschie, dove si trovano anche una area attrezzata per pic-nic e un posteggio.
Note
Alcuni tratti di percorso verso la Sella Artondù si svolgono quasi senza sentiero, guidati solo da pochi segnavia; in estate, l'erba alta può peggiorare la situazione. La discesa su Fontana Cappa avviene su esile sentierino, spesso tra massi, con un breve tratto attrezzato con una catena, ed è sconsigliata in presenza di lingue di neve che possono perdurare anche a inizio primavera.
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.16] [Blu n.2] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Primavera 2021
[Ultimo aggiornamento scheda: Autunno 2021]
QR code
Inquadra il QR code con l'apposita App del tuo telefonino per essere indirizzato a questa pagina web.
anonimo
venerdì 22 aprile 2022
[ 82.63.*.*]
Qualcuno ha aggiunto delle strisce azzurre a quelle classiche bianco-rosse, diventa molto difficile perdersi. Un bel percorso per la primavera.
Commenta l'itinerario 07.20