Itinerario 11.42

11.42 Roaschia - Rifugio Balur - Monte Testas

Roaschia (803 m) - [Sorgente Dragonera (829 m)] - Gias Fontana Fredda (1588 m) - Rifugio Balur (1780 m) - Colle Balur (1780 m) - Monte Testas (1829 m)

+1030 / -4

Dislivello [m]

2:50 - 3:15

Tempo [h:mm]

5256

Distanza [m]

E 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Un po' monotona la parte iniziale della salita, sulla stradina per Tetti Virutra e poi lungo un anonimo sentiero. La gita si ravviva nel lungo tratto in faggeta e sui pascoli che precedono il Rifugio Balur e l'omonimo colle. Nonostante la quota non elevata, invece, è decisamente spettacolare il panorama dal Monte Testas, che spazia dal vicino Monte Bussaia, al Monviso, al Monte Rosa.

Carta schematica - Itinerario 11.42

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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Profilo altimetrico - Itinerario 11.42
A Da Roaschia (803 m) a: Dislivello [m]
(andata e ritorno)
Tempo [h:mm]
(andata e ritorno)
Distanza [m]
(andata e ritorno)
Difficoltà Segnavia
[Sorgente Dragonera] (829 m) +26 / -0
(+26 / -26)
0:05
(0:10)
298
(596)
T N29 » =
B Gias Fontana Fredda (1) (1588 m) +785 / -0
(+785 / -785)
2:10 - 2:25
(3:30 - 4:00)
3967
(7934)
E N29
C Rifugio Balur (1) (1780 m) +977 / -0
(+977 / -977)
2:40 - 3:00
(4:20 - 5:00)
4802
(9604)
E N29
D Monte Testas (1) (1829 m) +1030 / -4
(+1034 / -1034)
2:50 - 3:15
(4:40 - 5:20)
5256
(10512)
E =

(1) Esclusa la digressione alla Sorgente Dragonera.

Ai margini del paese di Roaschia (803 m), una cinquantina di metri oltre il posteggio, a destra della strada provinciale e a fianco di un pilone votivo in mattoni, ha inizio una stradina asfaltata per la Sorgente Dragonera. Si sale sulla stradina per circa 200 metri fino al primo tornante verso sinistra. Qui si stacca di fronte la via pedonale per la vicina Sorgente Dragonera (829 m, deviazione di qualche minuto decisamente consigliata); per proseguire l'escursione ci si tiene invece a sinistra sull'asfalto.

La grotta da cui scaturisce la Sorgente Dragonera 10 è lunga 130 metri, e le prime esplorazioni risalgono al 1962. E' però nel 1968, esattamente il 15 maggio, che si sfiora la tragedia. Tre speleosub si immergono fino alla saletta a quota -15m, abbandonando però la corda di sicurezza che si era bloccata. Una nuvola di fango intorpidì le acque, azzerando di fatto la visibilità. Dei tre, solo quello rimasto un poco più indietro riuscì, abbastanza fortunosamente, a guadagnare l'uscita e a dare l'allarme. I due compagni sbagliarono invece il percorso di risalita, trovandosi in una pozza sifone di pochi metri. Era ormai sera, e i due decisero di fermarsi in attesa dei soccorsi. I quali, dopo tentativi infruttuosi, però desistettero. Dopo quasi 14 ore, con l'acqua tornata nuovamente limpida, i due speleosub intrappolati al freddo e affamati decisero di tentare il tutto per tutto e cercare la via per conto loro: muovendosi lentamente, per non sollevare fango, i due si imbatterono in una corda lasciata dai soccorritori e riuscirono a tornare alla luce del sole.
Dalla sorgente, un tempo solo nota come l'öy, sgorga acqua in notevole quantità e di ottima qualità: analisi, ormai del 2009, la classificano come "acqua oligominerale microbiologicamente pura, con discreta dotazione di calcio e magnesio, povera di sodio, con pochissimi nitrati."

[Pannello informativo in loco]
[Comune di Roaschia, Grotta della Dragonera]

Poco dopo il bivio la stradina termina con uno slargo, sulla destra del quale comincia una strada sterrata. La strada s'innalza ripida, alternando più a monte qualche tratto asfaltato al fondo sterrato un po' sconnesso. Per ben quattro volte si scavalca il rio che scende nel Vallone della Freida su ponticelli carrabili in cemento. Dopo il quarto ponte si incontra un bivio: si abbandona la stradina (qui asfaltata) che volge a sinistra e si dirige a Tetti Virutra (o Tetti Virotta), e si imbocca a destra una pista sterrata.
La pista sale subito assai ripida, poi si biforca: si lascia il ramo di sinistra che conduce ancora a Tetti Virutra, e ci si tiene a destra. Dopo pochi metri termina anche la pista sterrata e si continua su sentiero. Sempre con pendenze piuttosto sostenute si guadagna quota tra noccioli e altri arbusti, poi si entra nel bosco di faggio. Si sale dapprima con diversi tornanti, poi con un lunghissimo traverso 9 che porta fuori dal bosco, su aperti pendii prativi 12.
Si incontrano alcune diramazioni a sinistra, resti del vecchio tracciato ormai sostituito dalle più rettilinee (e ripide) scorciatoie, poi il sentiero svolta a destra e si immette sulla strada sterrata per il Passo del Van. Si segue la strada verso sinistra, rimontando i pochi stretti tornanti che conducono al Gias Fontana Fredda (o Gias Fontana Freida, 1588 m, 2:10 - 2:25 ore da Roaschia, fontana) 34, protetto da un paravalanghe in cemento.
La strada termina presso il gias e si prosegue su una sorta di mulattiera, continuando la salita a tornanti fino ad una conchetta soprastante. Qui il tracciato si riduce a sentiero e piega decisamente a sinistra (est nord-est). Dopo un lungo traverso tra i pascoli, si supera l'ultima breve salita che porta al Rifugio Balur (1780 m, 0:30 - 0:35 ore dal Gias Fontana Fredda) 5.
Alle spalle del rifugio si trova il Colle Balur 6, con un prefabbricato metallico costruito proprio sul valico. Qui si ignora il sentiero a destra (sud) per la lontana Fontana Liret (segnavia N29A) e si segue una labile traccia a sinistra (est) che porta a una presa d'acqua.

Delle due arrotondate elevazioni ed est del rifugio, separate da un colletto prativo, si punta a quella più lontana, il Monte Testas. La più vicina, ad una quota inferiore di una qundicina metri, è spesso erroneamente indicata in cartografia come Monte Balur, che invece è la cima subito ad ovest del rifugio, assai più slanciata e sormontata da un evidente pilastrino in pietre.

Oltre la presa d'acqua di fatto la traccia sparisce, ma non è un problema spostarsi tra erba e roccette nei pressi della displuviale fino a raggiungere la sommità del Monte Testas (1829 m, 0:10 - 0:15 ore dal Rifugio Balur) 87. Il monte precipita verso est con una parete strapiombante, ed offre un magnifico panorama sul vicino Monte Bussaia, sulla pianura, il Monviso e l'arco alpino fino al Monte Rosa.

Accessi

Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso fino ad Andonno dove si svolta a sinistra sul ponte che attraversa il Torrente Gesso. Oltre il ponte si svolta a destra per Roaschia. Alla rotatoria all'inizio di Roaschia ci si tiene a destra, sulla circonvallazione, e si lascia l'auto in uno dei due ampi posteggi che si incontrano poco dopo ai lati del ponte carrabile che porta nel centro del paese.

Note

--

Pernottamento

--

Cartografia

[Fra n.15] [AsF n.4] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Primavera 2017

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7 - Panorama sul Colle Balur dai pressi del Monte Testas (2017)
7 - Panorama sul Colle Balur dai pressi del Monte Testas (2017)
10 - La Sorgente Dragonera (2017)
10 - La Sorgente Dragonera (2017)
3 - Il Gias Fontana Fredda (2017)
3 - Il Gias Fontana Fredda (2017)
5 - Il Rifugio Balur (2017)
5 - Il Rifugio Balur (2017)
4 - Il Gias Fontana Fredda ai piedi di verticali pareti calcaree (2017)
4 - Il Gias Fontana Fredda ai piedi di verticali pareti calcaree (2017)
2 - Panorama verso la pianura dal sentiero per il Colle Balur (2017)
2 - Panorama verso la pianura dal sentiero per il Colle Balur (2017)
1 - La testata del Vallone della Freida (2017)
1 - La testata del Vallone della Freida (2017)
8 - In vetta al Monte Testas (2017)
8 - In vetta al Monte Testas (2017)
9 - Un tratto in faggeta attraversato dal sentiero (2017)
9 - Un tratto in faggeta attraversato dal sentiero (2017)
6 - Crocus in fiore al Colle Balur (2017)
6 - Crocus in fiore al Colle Balur (2017)