11.07 Terme di Valdieri - [Lagarot di Lourousa] - Rifugio Morelli Buzzi - Colle del Chiapous
Terme di Valdieri (1353 m) - [Lagarot di Lourousa (1971 m)] - Rifugio Morelli Buzzi (2351 m) - Colle del Chiapous (2538 m)
+1209 / -29
Dislivello [m]
3:40 - 4:10
Tempo [h:mm]
9349
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Una lunga salita, prima per boschi di faggi e conifere fino al
pittoresco Lagarot di Lourousa, poi in ambiente quantomai selvaggio, tra
distese di detriti e macereti, fino al Rifugio Morelli Buzzi.
Anche se molto ridottosi negli anni, è sempre
impressionante osservare da vicino il Gelàs di Lourousa, sottile lingua di ghiaccio
lunga poco meno di un chilometro che resiste all'ombra dell'Argentera.
Accattivante l'ultimo tratto di ascesa in pietraia fino al colle, dove è possibile
incontrare neve anche a inizio estate.
Di fronte al cancello d'ingresso carrabile dell'Hotel Royal a
Terme di Valdieri
(1358 m circa)
una breve discesa asfaltata scende ad un ampio posteggio sterrato. Lungo la discesa di
accesso al posteggio, sulla destra, ha inizio il sentiero per il
Rifugio Morelli Buzzi
(segnavia N08, Via Alpina, GTA).
Con un breve tratto nel bosco, il sentiero si porta all'imbocco del
Vallone di Lourousa,
e attraversa il torrente su una lunga e stretta passerella in legno.
Oltrepassato il corso d'acqua, ci si trova subito su un'ampia e comoda mulattiera che
risale il versante destro orografico del vallone, all'interno di una fresca faggeta mista
ad altre latifoglie.
Con una infinita serie di tornanti, ma con pendenze mai faticose, la mulattiera
guadagna lentamente quota; quando la faggeta lascia il posto a larici e abeti bianchi,
il panorama si apre d'improvviso: alle spalle il
Monte Matto,
a destra il
Vallone del Valasco,
di fronte il
Corno Stella
con il
Canalone di Lourousa.
Con un lungo traverso in direzione sud-est ci si porta nella piccola conca sede del
Gias Lagarot3,
che si lascia a sinistra.
I larici si fanno qui decisamente più radi; attraversato il
pianoro, si sale una balza con qualche altro tornante e, lasciata una evidente
diramazione sulla destra, si raggiunge l'amena conca sede del
Lagarot di Lourousa
(1971 m, 1:50 - 2:05 ore da
Terme di Valdieri)
54.
Le belle pozze non sono direttamente visibili dal sentiero, ma si raggiungono in pochi minuti
scendendo verso destra.
La traccia che si stacca sulla destra, in prossimità di un grosso larice presso un
tornante verso sinistra del sentiero, è il vecchio tracciato che transita proprio
lungo le sponde del soprastante
Lagarot di Lourousa.
Il percorso è ancora agibile, ma si raccomanda di seguire il sentiero principale per
ridurre i fenomeni di erosione del suolo.
Su un grosso masso a fianco del vecchio tracciato sono poste le troppe lapidi ed una
croce in ricordo delle persone decedute sul
Canalone di Lourousa.
Una risorgiva, tra prati e larici, forma in questa conca numerose limpide pozze
6
e svariati ruscelli; l'acqua assume ora colorazioni turchesi, ora lattiginose, ora
perfettamente trasparenti, rendendo questa località particolarmente suggestiva e
ottimo luogo di sosta durante la salita.
Il
Canalone di Lourousa,
chiuso tra il
Monte Stella
ed il
Corno Stella,
e solcato dal
Gelas di Lourousa,
fa da quinta all'ameno pianoro, mentre basta voltarsi all'indietro
per ammirare l'imponente sagoma del
Monte Matto.
[Alpi Marittime II, pp.53-54]
Il
Gelas di Lourousa1
è una impressionante lingua di ghiaccio di circa 900 metri, con
pendenze che variano dai 45° ai 50°. Salito in parte dal
Reverendo Coolidge
durante la prima ascensione dell'Argentera, è ancor oggi ambita meta alpinistica,
seppur abbastanza pericolosa. Il suo toponimo deriva da una storpiatura di "lou rouse", che significa
per l'appunto il ghiacciaio.
Il
Bivacco Varrone,
posto proprio ai piedi del canale, e ben visibile dai pressi del Lagarot per
la sua colorazione arancione, è base di appoggio per le salite.
Anche il
Gelas di Lourousa
ha subito negli ultimi anni, come buona parte dei ghiacciai
alpini, un certa contrazione e di frequente, in estate, la lingua di ghiaccio si
presenta decisamente più corta che nei secoli passati.
[Alpi Marittime II, pp.187-188]
[Sentieri e Meraviglie delle Alpi Marittime, p.37]
Attraversando l'ampia conca prativa il sentiero spiana e lascia a destra prima il
bivio con il vecchio tracciato (vedi nota sopra) quindi, poco oltre, la diramazione
sempre a destra con il sentiero per il
Bivacco Varrone
(segnavia N09).
Con due traversi, il primo verso destra, si supera una balza morenica,
entrando in un ambiente marcatamente detritico, dove solo sparuti larici
riescono a vegetare nei pochi angoli più riparati.
Il sentiero prosegue in mezzo a macereti
7,
ora su brevi tratti lastricati, ora su fondo acciottolato; supera un'ultima balza
con diversi stretti tornanti quindi serpeggia tra grossi massi fino ai piedi del rifugio.
Lasciato momentaneamente innanzi il sentiero per il
Colle del Chiapous,
si percorrono a sinistra le poche decine di metri che conducono al
Rifugio Morelli Buzzi
(2351 m, 1:10 - 1:20 ore dal
Lagarot di Lourousa)
8.
È il più vecchio rifugio della sezione di Cuneo del CAI. Fu costruito nel 1931,
restaurato nel 1968 ed una seconda volta nel 2000.
È dedicato a
Giuseppe Costanzo Morelli,
morto il 6 gennaio 1928 sul Monviso durante
una violenta bufera di neve; in quella circostanza si prodigò fino all'ultimo
per assistere il compagno di cordata,
Guido Raballo,
anch'egli deceduto per assideramento.
In seguito, a Morelli venne associato il nome di
Alvaro Buzzi,
comandante dell'aeroporto militare di
Torino Caselle, promotore della ristrutturazione del rifugio, deceduto prematuramente
prima di poter assistere all'inaugurazione.
[Alpi Marittime II, pp.53-54]
Tornati sul sentiero principale, lo si segue verso sinistra (sud sud-est).
Il sentiero s'innalza con parecchie svolte, dapprima su fondo detritico ma in buone
condizioni poi, decisamente più malagevole, tra grossi blocchi e macereti (possibili
in questo tratto passaggi tra massi franati).
Giunto nei pressi del valico il sentiero attraversa una piccola conchetta tenendosi
sulla destra orografica ed infine raggiunge il
Colle del Chiapous
(2533 m, 0:40 - 0:45 ore dal
Rifugio Morelli Buzzi)
2910.
In tutto il tratto che precede il valico è possibile la presenza di neve anche a
inizio estate.
Accessi
Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso in direzione Valdieri ed Entracque.
Passato l'abitato di Valdieri, alla rotatoria, si prosegue diritti per Sant'Anna di Valdieri
ed infine per Terme di Valdieri. Proprio di fronte al cancello d'ingresso dell'Hotel Royal
una breve discesa asfaltata conduce ad un posteggio sterrato (a pagamento in alta stagione).
Lungo la discesa di accesso al posteggio, sulla destra, ha inizio il sentiero.
Note
--
Pernottamento
--
Cartografia
[AsF n.5] [Fra n.15] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
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fure78
lunedì 17 maggio 2010
[ 93.150.*.*]
L'ho fatto a inizio settembre 2009. In salita si alternano pineta e paesaggio 'lunare' di soli ciotoli. Non lo consiglio come prima uscita.
Klaud76
lunedì 12 settembre 2011
[ 213.215.*.*]
Percorso fatto il 9 settembre, interessante e non troppo duro (ma bisogna avere un po' di allenamento). Io ho continuato fino al colle del Chiapous, dal quale si gode un'ottima vista sul bacino del Chiotas sottostante.
Pier
lunedì 08 luglio 2013
[ 88.60.*.*]
Percorso fatto il 6 Luglio. Ancora qualche tratto su neve ma niente di difficile. Non particolarmente difficile ma lungo. Il parcheggio è diventato a pagamento. Quelli del parco sono impazziti!!! Un giorno di parcheggio: 5€, mi sembra esagerato!!! L'unico effetto che può sortire è quello di non attirare gente. Capisco pagare il parcheggio ma 5€ è un furto! Il rifugio è stupendo e si mangia divinamente!!!
olivone62
domenica 24 agosto 2014
[ 93.36.*.*]
Percorso fatto in agosto nel 2012 e 2013. molto bello anche se il pezzo dal Lagarot sembra sempre interminabile. Si vedono spesso animali e nella zona del Lagarot visto anche l'ermellino in tenuta estiva. Confermo che si mangia bene
anonimo
sabato 25 giugno 2016
[ 5.90.*.*]
La camminata è davvero bella. La salita non è mai troppo ripida, anche se l'ultimo tratto risulta più impegnativo. Il primo tratto si sviluppa tra un bosco molto fitto, una benedizione in giornate estive e troppo soleggiate. Il rifugio poi è molto carino, e gestito da due giovani ragazzi davvero simpatici. Non è forse una meta da scegliere come prima uscita se non si è un pochino allenati, ma non è nulla di impossibile se armati di un po' di pazienza.
6 - Il Lagarot di Lourousa e, sullo sfondo, il Monte Matto (2011)7 - I macereti attraversati dal sentiero nell'alto Vallone di Lourousa (2011)2 - Panorama verso il Vallone della Rovina dal Colle del Chiapous (2010)8 - Il Rifugio Morelli Buzzi (2011)5 - Il Lagarot di Lourousa con il Monte Matto sullo sfondo (2011)1 - Una vecchia foto del Gelas di Lourousa (1989)3 - La conca sede del Gias Lagarot (2011)9 - Panorama sul Vallone di Lourousa dal Colle del Chiapous; a sinistra, sullo sfondo, il Monte Matto (2011)10 - Una femmina di stambecco (Capra ibex) nei presi del Colle del Chiapous (2011)4 - Panorama dai pressi del Lagarot di Lourousa; sullo sfondo al centro il Corno Stella e, poco a sinistra, il Canalone di Lourousa (2011)
fure78
lunedì 17 maggio 2010
[ 93.150.*.*]
L'ho fatto a inizio settembre 2009. In salita si alternano pineta e paesaggio 'lunare' di soli ciotoli. Non lo consiglio come prima uscita.
Klaud76
lunedì 12 settembre 2011
[ 213.215.*.*]
Percorso fatto il 9 settembre, interessante e non troppo duro (ma bisogna avere un po' di allenamento). Io ho continuato fino al colle del Chiapous, dal quale si gode un'ottima vista sul bacino del Chiotas sottostante.
Pier
lunedì 08 luglio 2013
[ 88.60.*.*]
Percorso fatto il 6 Luglio. Ancora qualche tratto su neve ma niente di difficile. Non particolarmente difficile ma lungo. Il parcheggio è diventato a pagamento. Quelli del parco sono impazziti!!! Un giorno di parcheggio: 5€, mi sembra esagerato!!! L'unico effetto che può sortire è quello di non attirare gente. Capisco pagare il parcheggio ma 5€ è un furto! Il rifugio è stupendo e si mangia divinamente!!!
olivone62
domenica 24 agosto 2014
[ 93.36.*.*]
Percorso fatto in agosto nel 2012 e 2013. molto bello anche se il pezzo dal Lagarot sembra sempre interminabile. Si vedono spesso animali e nella zona del Lagarot visto anche l'ermellino in tenuta estiva. Confermo che si mangia bene
anonimo
sabato 25 giugno 2016
[ 5.90.*.*]
La camminata è davvero bella. La salita non è mai troppo ripida, anche se l'ultimo tratto risulta più impegnativo. Il primo tratto si sviluppa tra un bosco molto fitto, una benedizione in giornate estive e troppo soleggiate. Il rifugio poi è molto carino, e gestito da due giovani ragazzi davvero simpatici. Non è forse una meta da scegliere come prima uscita se non si è un pochino allenati, ma non è nulla di impossibile se armati di un po' di pazienza.
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