Nel 1931, nel suo "Nel regno della fantasia", Euclide Milano scriveva:
«Gli abitanti di quel ramo della valle del Gesso che chiamasi la Valletta,
celebre per le sue terme e pei colossi che le fanno da corona,
videro un giorno comparire tra loro (e questo avveniva, dal più al meno,
un cinquecento anni fa) un uomo poveramente vestito, con una gran barba e
lunghi capelli brizzolati. Portava sulle ricurve spalle una cassetta rivestita
di cuoio e lucente di innumerevoli borchie dorate».
Quell'uomo era un po' mago, un po' medico, un po' alchimista; sistematosi a
Sant'Anna di Valdieri,
seppe vincere la proverbiale diffidenza dei montanari, trovò
l'amore ed ebbe dei figli.
La sua storia inizia quando, ancora giovane, viene rapito dai pirati saraceni.
Schiavo nel lontano Oriente, studia arti magiche e astrologia, riacquistando
grazie alla sua intelligenza la libertà perduta.
Ritorna in patria e, ormai conosciuto come
'Mago Merlino'
per le sue capacità, approda alla corte milanese di Galeazzo Sforza, ove soggiorna
per parecchio tempo. La sua predizione dell'assassinio del Duca di Milano
lo costringe a emigrare nuovamente, e a trovare riparo nella Valle Gesso,
grazie ai buoni uffici di Amedeo IX di Savoia.
Passa il resto della sua vita con la nuova compagna, mettendo le sue arti al
servizio dei valligiani, conquistando la loro stima e riconoscenza.
Alla sua morte, gli stessi valligiani lo adagiano in una bara di abete
e lo seppelliscono vicino al torrente Gesso, coprendo poi la sua tomba con un
masso talmente grande «che non sarebbesi potuto smuovere senza l'aiuto di demoni».
Due sono i luoghi di sepoltura ancor oggi menzionati in Valle Gesso. Molte fonti
indicano un grosso masso, tagliato in due da una fenditura regolare,
a destra della strada che dal
Gias delle Mosche
porta a
Pian della Casa del Re;
altre, fanno riferimento al ben noto masso che si trova all'imbocco del
Pian del Valasco.
Quale sia il punto dell'esatta sepoltura, nessuno sarà mai in grado di
verificarlo, se non chiedendo l'aiuto dei demoni per spostare i massi!
[Nel regno della fantasia]
[Piemonte Parchi, Alla ricerca della tomba di Mago Merlino]
fure78
lunedì 17 maggio 2010
[ 93.150.*.*]
Bellissima la salita, ma dura. Facemmo l'errore di farlo come prima uscita. Se si dorme al rifugio, si può salire l'indomani al Lago di Nasta. 1 ora circa. Se avete la fortuna che ho avuto io, lo trovate completamente ghiacciato con dei veri e propri iceberg di ghiaccio. Succede molto raramente, circa ogni 20 - 25 anni. Credo che quest'anno (2010) sia possibile perché ha nevicato tanto e il freddo si sta protraendo abbastanza.
Klaud76
venerdì 03 luglio 2015
[ 213.215.*.*]
Escursione fatta in data 02/07/2015. Bello il rifugio e la vista che si può godere. La salita è davvero tosta come pendenze, assolutamente sconsigliata come prima/seconda uscita!
anonimo
giovedì 16 luglio 2015
[ 93.147.*.*]
15/7/2015 Salita impegnativa, sinceramente anche se non era la mia prima uscita dell'anno ho faticato. Vista meravigliosa, emozionante. Incontrato due signore che salivano....87 anni l'una! Complimenti
zonzandoquielà
lunedì 03 agosto 2015
[ 95.254.*.*]
salita effettuata il 2 agosto 2015. Sesta uscita stagionale e dunque già con un po' di allenamento. Impegnativa la salita, ma prendendo fiato ogni tanto con qualche fermata per ammirare lo stupendo e maestoso paesaggio è del tutto fattibile. Vale la pena arrivare sino al rifugio. Attenzione ai 'gradoni' di roccia che potrebbero risultare a volte un tantino alti (..gambette corte le mie!!). Sentieri ben visibili. Da rifare sicuramente.
RP
mercoledì 23 settembre 2015
[ 87.13.*.*]
Il sentiero è stato interamente risistemato nel 2015 e la salita risulta decisamente più agevole.
anonimo
martedì 16 agosto 2016
[ 94.163.*.*]
Lo sconsiglio vivamente a coloro che non sono particolarmente allenati!a parte il fatto che arrivare al parcheggio indicato sulla strada sterrata in macchina è abbastanza difficoltoso...cmq era la nostra prima escursione dell'anno ed è stato davvero tosto arrivare in cima! Le salite sono ripidissime e non ci sono tratti che permettono di recuperare;per di più se non si prenota pranzo al rifugio remondino finisce come per noi che non avevano nemmeno più un piatto di polenta da offrirci!
michecn
lunedì 29 agosto 2016
[ 151.68.*.*]
Torno qui dopo 40 anni.Salita impegnativa, ma fattibilissima anche mia non più giovane età. L'argentera, purtroppo, la lascio ai giovani. Paesaggio stupendo e cordialità dei gestori.
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