AT.05 Rifugio Don Barbera - Colle delle Selle Vecchie - Colla Rossa - Upega
Rifugio Don Barbera (2079 m) - Colle delle Selle Vecchie (2097 m) - Colle del Vescovo (2162 m) - Colla Rossa (2172 m) - Poggio del Lagone (1897 m) - Upega (1280 m)
+513 / -1312
Dislivello [m]
4:30 - 5:05
Tempo [h:mm]
13594
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
Una tappa varia e molto affascinante, sebbene non particolarmente lunga. Nella prima parte
ci si sposta sullo spartiacque alpino, a quote sempre superiori ai 2000 metri, con spettacolari
panorami che spaziano in ogni direzione; poi ci si cala verso Upega attraversando il
meraviglioso Bosco delle Navette, un lariceto che in ogni stagione offre scorci magici, che
diventano indimenticabili nella seconda metà di ottobre, quando si colora d'oro.
Anche Upega, villaggio in stile "tibetano" sulle Alpi Liguri, è una piccola frazione
che merita una visita.
Dal
Rifugio Don Barbera
(2079 m) si procede in comune con la
Tappa AM.11
fino alla
Colla Rossa
(2172 m, 2:35 - 2:55 ore dal
Rifugio Don Barbera)
12.
Sul valico si incrocia il sentiero, in realtà poco evidente, che collega
Upega
a
Morignole.
Lo si segue verso sinistra (segnavia A45), facendosi guidare dai segnavia che conducono
a fianco ad un vecchio rudere militare.
Con un traverso in discesa si entra nel lariceto, inizialmente rado, poi
sempre più fitto, del
Bosco delle Navette9.
Il
Bosco delle Navette
è un ampio lariceto che si estende a monte (ovest)
della provinciale che collega
Upega
a
Monesi.
Il bosco è stato ampiamente sfruttato e modificato dall'uomo nel corso dei
secoli: pascoli all'interno del bosco alle quote più alte, ampi disboscamenti
per le coltivazioni nelle vicinanze delle borgate, tagli delle piante di
maggiori dimensioni per ottenere ottimo legname da opera.
Nonostante il bosco stia lentamente evolvendo verso l'abetina frammista a faggio,
alcune particelle sono iscritte all'albo nazionale dei boschi da seme.
In autunno il
Bosco delle Navette
s'incendia del giallo-oro dei larici ed
offre di sé la sua veste più affascinante.
[Boschi del Piemonte, pp.47-48]
Giunto sull'ampio crinale, il sentiero scende diritto a lungo, fino ad arrivare al
Poggio del Lagone
(1897 m, 0:30 - 0:35 ore da
Colla Rossa).
In questo vero e proprio crocevia, si incrocia la strada sterrata ex militare che collega
Monesi
con il
Colle di Tenda,
che si ignora; si trascura anche la traccia di fronte, che scende diretta su
Upega
via
Pian Formigola
(sempre segnavia A45), dopo essere passata a fianco del sottostante laghetto
8.
Si imbocca invece la strada sterrata che, di fronte (poco spostata sulla sinistra)
punta in direzione nord verso le
Case dei Cacciatori.
In leggera discesa, sempre attraverso il lariceto
7,
a quota 1870 la sterrata stacca a destra una traccia per
Upega
(palina) e giunge di fronte al cancello delle
Case dei Cacciatori
(1835 m)
6.
Il larice (Larix decidua) è l'unica conifera alpina caducifoglia: in autunno
gli aghi assumono una caratteristica colorazione dorata prima di cadere.
In Piemonte, tra i 1000 e i 2300 metri, il larice è la conifera maggiormente
diffusa, spesso favorita dall'uomo a discapito dell'abete bianco perché le leggere e
luminose chiome del larice consentivano il pascolamento all'interno del bosco.
Albero di prima grandezza (può raggiungere anche i 40 metri di altezza),
ed estremamente longevo (può vivere anche 500 anni, con alcuni esemplari che
hanno superato di gran lunga tale limite), il larice è una pianta pioniera in grado di
colonizzare anche terreni spogli con suoli poco evoluti. I suoi morbidi aghi
riuniti in ciuffi da 20 a 40 lo rendono facilmente distinguibile dalle altre conifere.
[Boschi del Piemonte, p.46]
Ci si sposta allora a sinistra, costeggiando la recinzione e aggirando la proprietà privata.
Ripreso il sentiero, dopo un breve tratto pianeggiante, si ignora una traccia a sinistra e
si scende verso destra (palina).
Il sentiero si porta nuovamente sul crinale all'interno del fitto bosco di larice
5
e si cala diritto abbastanza ripido; presso una piccola radura si tralascia una
traccia sulla destra diretta a
Pian Formigola
e si continua innanzi.
Una ripida ma breve discesa porta ad un altro bivio, dove si ignora il sentiero a sinistra per il
Colle delle Selle Vecchie
(segnavia A41) e ci si tiene a destra (sempre segnavia A41).
Il sentiero scende alternando tratti ripidi ad altri più dolci, incrocia un sentiero non segnalato e,
poco oltre, si immette su una mulattiera: si ignora nuovamente il ramo di sinistra per il
Colle delle Selle Vecchie,
e si prende a destra per
Upega.
Inizia ora un tratto piuttosto ripido e dal fondo sconnesso, con il quale la mulattiera perde
quota, seguito da due tornanti ravvicinati.
Con
Upega
ormai in vista, la mulattiera tende a confondersi tra i terrazzamenti e le tracce lasciate
dagli animali al pascolo: compie una svolta a destra presso un ripiano prativo, passa in successione
due rii, e tocca una fontana.
Presso di essa incomincia una pista inerbita, che scende fino alla graziosa
Cappella della Madonna della Neve
(1325 m)
4,
risalente al XIII secolo.
Lasciando la cappella a sinistra, si prende la stradina asfaltata verso destra: in poche decine di metri
ci si immette su un'altra stradina asfaltata, che si segue ancora a destra fino ad un tornante
della strada provinciale, distante solo pochi metri.
Volendo è possibile seguire la provinciale verso sinistra, in discesa, fino
a
Upega,
ma per evitare qualche centinaio di metri di asfalto conviene procedere come descritto nel seguito.
Si sale a destra lungo la provinciale per poche decine di metri, poi si scende a sinistra
tra prati e larici su una mulattiera inerbita, non segnalata e nemmeno evidente.
Seguendo i radi segnavia del "Sentiero Natura",
e con un pizzico di intuizione, si supera il bivio a destra con il sentiero per il
Poggio del Lagone
(segnavia A45)
e, su una mulattiera ora ben evidente, si scende sulla provinciale.
Seguendola verso destra per poco più di un centinaio di metri si arriva così al grazioso paesino di
Upega
(1280 m, 1:25 - 1:35 ore dal
Poggio del Lagone)
310.
Upega
è testimone di un drammatico episodio legato alla guerra partigiana.
Una manovra tedesca incominciata l'8 ottobre 1944 costringe due brigate della
II divisione Garibaldi "Felice Cascione" a riunirsi e ripiegare a Piaggia.
Il comando e i feriti vengono poi spostati a
Upega.
Ma truppe tedesche, scese inaspettatamente dal
Passo di Tanarello,
sferrano un attacco al paese il 17 di ottobre, cogliendo totalmente di sorpresa e
impreparati i partigiani.
La resistenza è vana: il commissario "Giulio" (Libero Briganti)
cade quasi subito, il vice comandante "Cion" (Silvio Bonfante), ferito, si suicida.
Gli sbandati delle due brigate si ritrovano la sera stessa a
Carnino,
per svalicare in Val Corsaglia via
Bocchino dell'Aseo
e trovare rifugio a
Fontane.
I caduti di quella giornata saranno più di venti.
Tutti i componenti salvatisi faranno ritorno in Liguria tra il 13 e il 15 novembre,
appena in tempo per sfuggire all'offensiva tedesca nelle vallate monregalesi.
[Pannello informativo in loco]
Accessi
Il Rifugio Don Barbera è raggiungibile da Carnino. Si veda
la Tappa AT.04.
Note
--
Pernottamento
La Locanda d'Upega e Rifugio La Porta del Sole (stessa gestione)
www.locandaupega.com,
tel. +39 0174 390401.
Cartografia
[Fra n.19] [AsF n.3] [Blu n.2] [IGC n.8] [IGC n.114] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Autunno 2016
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