06.03 Porta di Pian Marchisio - Lago Rataira - Colle del Pas - Cima Pian Ballaur
Porta di Pian Marchisio (1634 m) - Rifugio Mondovì DeGiorgio (1755 m) - Porta Biecai (2004 m) - Lago Rataira (2204 m) - Colle del Pas (2349 m) - Cima Pian Ballaur (2603 m)
+1004 / -35
Dislivello [m]
3:20 - 3:45
Tempo [h:mm]
8029
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Itinerario molto interessante e vario, che consente di osservare da
vicino, a volte con qualche digressione dal sentiero, molti aspetti tipici dei fenomeni
carsici, ma anche massi erratici e misteriosi menhir.
Assai remunerativa l'ascensione alla Cima Pian Ballaur, non troppo frequentata solo perché
di qualche decina di metri inferiore alle vette circostanti: il panorama che offre è tuttavia
maestoso e spazia fino al mare, mentre la salita non comporta alcuna difficoltà.
Dalla
Porta di Pian Marchisio
(1634 m) si raggiunge il
Rifugio Mondovì De Giorgio
(1755 m, 0:40 - 0:45 ore dalla
Porta di Pian Marchisio)
lungo
l'Itinerario 06.07.
Il sentiero (segnavia G05) prosegue alle spalle del rifugio
e traversa in salita tra rododendri lungo i contrafforti della
Punta Havis De Giorgio.
Aggirato il crinale, ci si immette nella valletta del
Rio Ciappa1,
dove si incontra anche un breve tratto di sentiero lastricato che attraversa
una zona altrimenti acquitrinosa.
Giunti alla base della bastionata alla testa della valletta, si inizia a salire
ripidi con ampie serpentine, man mano più strette,
fino all'intaglio di
Porta Biecai
(2004 m, 0:45 - 0:50 ore dal
Rifugio Mondovì De Giorgio),
ai margini della conca del
Lago Biecai5.
I tornanti del sentiero, in questo tratto più ripido, sono tagliati da
numerose scorciatoie, tanto da rendere difficile seguire la traccia
principale; tutte le alternative conducono a
Porta Biecai,
ma si raccomanda ancora una volta di (provare a) tenersi sul sentiero segnalato.
Siamo in presenza di quello che viene definito un lago carsico, o effimero. In presenza di
rocce carbonatiche e fenomeni carsici, l'acqua tende a filtrare nel sottosuolo
ove da luogo a vere e proprie reti idrografiche sotterranee.
Nella stagione primaverile, in concomitanza con lo scioglimento
dei nevai, è possibile che l'acqua in eccesso riesca a riempire alcune conche
prima di venire lentamente assorbita dal terreno. E' questo il caso del
Lago Biecai,
in genere asciutto in estate ma che può contenere acqua in primavera.
[ALP Alpi Liguri, p.32]
Si aggira la conca dall'alto, verso destra, mantenendosi a mezzacosta
2.
Si trascura una traccia a sinistra per il lago e, poco oltre, anche il bivio
a destra con la traccia per il
Lago delle Moie,
(segnavia G05B).
Scesi brevemente ad attraversare un rio, si esce dall'ampia conca pascoliva del
Lago Biecai
con una decisa salita in diagonale su pendio prativo.
Si attraversa una piccola gola e, giunti ad un ripiano erboso probabile sede
in tempi passati di un altro laghetto,
si incontra un bivio (attenzione: il bivio non è per nulla evidente):
sul ramo di sinistra si prosegue in direzione del
Colle del Pas,
mentre la diramazione di destra, più marcata e tracciata anche con paletti segnavia,
punta verso
Porta Sestrera
(segnavia G06).
Al bivio si svolta a sinistra, si attraversa un piccolo rivolo e si sale quindi
verso sud, passando alla base di un mammellone roccioso sagomato dall'azione dei ghiacciai.
In tutta la zona, senza grosso sforzo, è possibile rintracciare gli evidenti
segni dei fenomeni carsici.
Tra questi, riconoscibili anche dagli occhi meno esperti, vi sono i 'campi solcati'
o 'campi carreggiati'
144,
così comunemente chiamati perché ricordano vagamente
i segni lasciati dalle ruote dei carri nel terreno fangoso.
Si tratta di rocce calcaree letteralmente corrose dalle acque meteoriche di
ruscellamento, che i geologi chiamano 'karren'.
Le acque meteoriche, leggermente acide, sono in grado di attivare quei processi chimici
tipici del carsismo in grado di sciogliere particolari tipi di rocce, dando luogo, tra le
molteplici altre, anche a queste spettacolari conformazioni
3.
[Marguareis per viaggiatori, pp.22-23]
Maggiore impegno è necessario per osservare le tracce lasciate dal passaggio dei ghiacciai.
Oltre alle rocce montonate (pareti rocciose levigate e leggermente incise) ancora
rintracciabili, è possibile incontrare anche i 'massi erratici'
6.
Si tratta di massi di varie dimensioni, staccatisi in era glaciale dalle pareti
rocciose. I massi, trasportati dai ghiacciai durante il loro
lento movimento verso valle, sono stati successivamente depositati in luoghi spesso
assai distanti dal punto in cui si erano staccati.
Un masso erratico si può riconoscere se la posizione in cui si trova oggi risulta
difficilmente spiegabile con il semplice rotolamento dalle pareti rocciose
circostanti, se la roccia costituente il masso non è presente sulle pareti rocciose
circostanti, o se si riscontrano entrambe le condizioni.
[-]
Da qui al
Lago Rataira
il sentiero diventa meno evidente e sale tra prati,
rododendri e rocce affioranti più o meno in direzione del colle.
In senso inverso può essere utile tenere come riferimento il mammellone
roccioso, alla base del quale, sulla sinistra, si ritrova il sentiero
evidente (un pizzico di attenzione va prestata in questo tratto in caso di
scarsa visibilità).
Si passano i ruderi di un gias addossato ad un masso, quindi si continua
a serpeggiare affidandosi alle rade tacche segnavia.
La traccia giunge ad immettersi su un sentiero un poco più evidente:
si trascura il ramo di destra che sale verso
Porta Sestrera
(segnavia G06B) e si tiene la sinistra, sbucando in pochi metri
sulle sponde del pittoresco
Lago Rataira
(2204 m, 0:45 - 0:55 ore dalla
Porta Biecai)
7,
ai margini del quale si trova un singolare menhir.
Il piccolo lago è anche noto come
Lago Ratavuloira,
singolare denominazione che deriva dal termine dialettale
che indica il pipistrello, ratto che vola.
Il toponimo
Lago Rataira
(o
Lago Ratoira),
dovrebbe indicare invece una sorta di trappola per i topi.
Sulle sponde del lago è infisso un singolare menhir
8.
Una delle possibili spiegazioni rimanda ad usanze celtiche.
Menhir di questo tipo venivano posizionati dai Celti lungo le vie ai pascoli
d'altura e lungo le principali vie di comunicazione (chiamate Leys), vie spesso
riprese come vie del sale fino all'Età Moderna; i menhir erano
posizionati a vista l'uno dall'altro (con lo stesso principio degli "ometti" in pietra),
ad indicare il percorso da seguire. Si può ipotizzare che il menhir in questione
conducesse al valico del
Colle del Pas
o ai pascoli dell'alta Val Ellero.
[-]
Oltre il lago si ignora una poco evidente traccia a sinistra per il
Colle del Pas,
quindi ci si porta ai piedi del pendio terminale e lo si rimonta
con un traverso abbastanza ripido che conduce al
Colle del Pas
(2349 m, 0:25 ore dal
Lago Rataira)
13.
Anche se l'interpretazione più immediata farebbe pensare a
"Colle del Passo",
rimandando ad una evidente tautologia, l'origine del toponimo dovrebbe essere assai diversa.
Cola der Pa,
ovvero
Colla del Palo,
potrebbe essere l'interpretazione corretta:
il palo, usato a guisa di segnavia, per facilitare l'individuazione
di un tracciato con terreno innevato, o per segnare il confine tra due territori,
era sovente posizionato sui punti di valico.
E chissà che il palo cui si riferisce il toponimo non sia proprio il menhir eretto
nei pressi del
Lago Rataira...
[Vaii, gias e vastere, p.22]
Al valico si ignorano sia la traccia a sinistra che discende a ritroso verso il
Lago Rataira,
sia quella che divalla verso la
Conca di Piaggiabella9,
famosa per le numerose grotte che in essa si aprono e sede della
Capanna Sociale Saracco Volante.
Per variare leggermente la discesa, sulla via del ritorno è possibile seguire la traccia
citata che si stacca pochi metri sotto al colle. Con un paio di svolte e percorso meno
ripido, seppur non sempre evidente, la traccia torna al
Lago Rataira
dove si riprende il sentiero seguito in salita.
Si imbocca invece a sinistra (est) l'evidente sentierino che segue perfettamente
il crinale, ma scompare non appena lo stretto spartiacque si allarga con decisione.
Una serie di pietre infisse nel terreno, intramezzate da radi paletti segnavia
con tacche gialle ormai scolorite, guidano tuttavia senza problemi lungo
l'ampia dorsale
11:
tra rocce scistose e magra erba si sale dapprima decisi, poi con minori
pendenze, tenendosi appena a sinistra del crinale.
Giunti ad una sorta di colletto, dove la dorsale si biforca, si piega a destra
seguendo sempre lo spartiacque
11
fino alla piatta sommità della
Cima Pian Ballaur
(2603 m, 0:45 - 0:50 ore dal
Colle del Pas),
dove la vista spazia grandiosa in tutte le direzioni
12.
Accessi
Da Villanova Mondovì si risale la Valle Ellero
fino a Roccaforte Mondovì. Si prosegue quindi a sinistra per Rastello, dove
si imbocca la "strada forestale Pian Marchisio". La strada sale asfaltata fino al
Ponte Murato, oltre il quale prosegue per più di 4 km, alternando tratti asfaltati a tratti
sterrati con fondo moderatamente sconnesso (se ne consiglia la percorrenza con mezzi 4x4).
Giunti alla Porta di Pian Marchisio, dove la strada è chiusa al traffico privato, è possibile
lasciare l'auto in due ampi piazzali sterrati. L'accesso alla strada può essere a
pagamento nei fine settimana estivi.
Note
Sebbene la salita alla cima non presenti difficoltà alcuna, la totale mancanza di punti di
riferimento sconsiglia l'ascesa in caso di scarsa visibilità.
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.16] [AsF n.3] [Blu n.2] [IGC n.114] [IGC n.8] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Estate 2016
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indirizzato a questa pagina web.
anberthejoker75
lunedì 20 agosto 2012
[ 146.133.*.*]
itinerario seguito alla lettera in data 17/08/2012 con ulteriore discesa al Saracco Volante. escursione accompagnata da ampi panorami, piacevoli pianori, scorci curiosi e numerosa fauna. il percorso è ben segnalato fino al bivio per Porta Sestrera, poi dopo è comunque intuitivo fino al lago Ratoira, da qui al colle la segnaletica è fresca fresca. grazie alla descrizione e alle foto ho scoperto una vallata davvero interessante. complimenti per il sito da cui prenderò certamente spunto in futuro
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lunedì 20 agosto 2012
[ 146.133.*.*]
itinerario seguito alla lettera in data 17/08/2012 con ulteriore discesa al Saracco Volante. escursione accompagnata da ampi panorami, piacevoli pianori, scorci curiosi e numerosa fauna. il percorso è ben segnalato fino al bivio per Porta Sestrera, poi dopo è comunque intuitivo fino al lago Ratoira, da qui al colle la segnaletica è fresca fresca. grazie alla descrizione e alle foto ho scoperto una vallata davvero interessante. complimenti per il sito da cui prenderò certamente spunto in futuro
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