06.01 Porta di Pian Marchisio - Passo delle Saline - Cima delle Saline - Cima Pian Ballaur
Porta di Pian Marchisio (1634 m) - Passo delle Saline (2177 m) - Cima delle Saline (2613 m) - Cima Pian Ballaur (2603 m)
+1139 / -170
Dislivello [m]
3:45 - 4:15
Tempo [h:mm]
8158
Distanza [m]
EE
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Percorso che si snoda tra pascoli e praterie alpine, sempre su terreno facile
fino al Passo delle Saline. Evidenti le tracce di fenomeni carsici, dall'erosione
dovuta alle acque di ruscellamento sulle rocce calcaree ai vari inghiottitoi che si possono
scorgere durante il tragitto.
Decisamente più impegnativa la Salita a Cima delle Saline, non tanto per le difficoltà
tecniche, quanto per la notevolissima e costante pendenza; la fatica è comunque ripagata
dall'ampio panorama.
Chi ha ancora energie, può aggiungere all'escursione una seconda vetta altrettanto panoramica,
la Cima Pian Ballaur; la discesa, in questo caso, può avvenire anche via Colle del Pas
e Porta Biecai.
Dalla
Porta di Pian Marchisio
(1634 m) si segue
l'Itinerario 06.07,
nella variante che percorre per intero la strada sterrata di accesso al
Rifugio Mondovì De Giorgio
fino al bivio per il
Gias Gruppetti
e altre destinazioni.
Lasciato dunque a destra il ramo della sterrata che sale al rifugio,
si segue il ramo di sinistra (segnavia G03),
andando subito ad attraversare un torrente su un ponte in cemento.
La sterrata prosegue in piano
4
poi guada il corso d'acqua che scorre sul fondo del vallone,
portandosi sulla destra orografica. La strada, sempre pianeggiante, presso un rudere stacca a sinistra
una pista agro-pastorale; poco dopo, effettua un secondo guado e torna sulla sponda
sinistra idrografica del corso d'acqua.
In caso di acqua abbondante, i due guadi, ed il primo in particolare, possono creare qualche
problema. Si presentano allora due alternative.
Una possibilità consiste nel tenersi sul vecchio percorso per il
Passo delle Saline
nonché della GTA, precocemente abbandonato a favore della rotabile:
si imbocca la traccia che si stacca a destra della strada appena prima del primo guado.
La traccia passa subito alle spalle di un piccolo rudere e prosegue in piano lambendo più volte
il corso d'acqua. Dopo un lungo tratto, e dopo aver superato il rudere di un gias, si può piegare verso
sinistra per tornare sulla rotabile sterrata, che nel frattempo ha nuovamente attraversato
il torrente tornando sulla sponda sinistra orografica della valle.
La seconda possibilità prevede di sfruttare il ponte il legno che si trova a sinistra della sterrata,
qualche decina di metri prima del primo guado. Appena oltre il ponte si piega a destra seguendo la traccia
che, in breve, riporta sulla strada. Si continua quindi lungo la sterrata come per l'itinerario principale,
andando pertanto ad effettuare solo il secondo, meno problematico, guado.
Poco oltre il
Gias Pra Canton,
la sterrata rimonta con un paio di svolte una balza rocciosa
5,
e raggiunge il bivio sulla destra con il sentiero per il
Passo delle Saline
(segnavia G03).
Si imbocca il sentiero
1,
che prosegue nella risalita della balza in una sorta di canalino,
e sbuca sul pianoro soprastante nei pressi dei ruderi di un gias e
dell'Inghiottitoio del Tumpi
(al fondo del quale si ode lo scorrere delle acque).
Una traccia tra i prati (paletti segnavia) conduce a fianco di un lungo affioramento
roccioso quasi rettilineo; dopo averlo tenuto sulla sinistra, lo si risale fino a tornare su
ampie praterie alpine (fare un minimo di attenzione a non perdere i segnavia in caso
di scarsa visibilità)
7.
Evidenti in questo tratto del percorso i fenomeni di erosione calcarea sulle rocce
affioranti.
In tutta la zona, senza grosso sforzo, è possibile rintracciare gli evidenti
segni dei fenomeni carsici.
Tra questi, riconoscibili anche dagli occhi meno esperti, vi sono i 'campi solcati'
o 'campi carreggiati'
6,
così comunemente chiamati perché ricordano vagamente
i segni lasciati dalle ruote dei carri nel terreno fangoso.
Si tratta di rocce calcaree letteralmente corrose dalle acque meteoriche di
ruscellamento, che i geologi chiamano 'karren'.
Le acque meteoriche, leggermente acide, sono in grado di attivare quei processi chimici
tipici del carsismo in grado di sciogliere particolari tipi di rocce, dando luogo, tra le
molteplici altre, anche a queste spettacolari conformazioni.
[Marguareis per viaggiatori, pp.22-23]
Il sentiero (ancora individuato da paletti segnavia) piega verso destra e
rimonta il pendio dapprima con qualche svolta, poi con un ripido traverso.
Un tratto pianeggiante porta ulteriormente verso destra (sud-ovest), andando
ad attraversare un'ampia conca prativa fino ai piedi del
Passo delle Saline.
L'attacco al pendio terminale è decisamente ripido, anche a causa di
inopportune scorciatoie ormai divenute il tracciato principale.
Solo nella parte finale della salita riappaiono dei più agevoli,
seppur sempre pendenti, tornanti che conducono fino al
Passo delle Saline
(2177 m, 2:05 - 2:20 ore dalla
Porta di Pian Marchisio)
2389.
Come suggerisce il toponimo, in tempi passati il
Passo delle Saline
ha costituito un frequentato valico di una
importante "Via del Sale", percorsa per
portare il prezioso bene dalla Liguria al basso Piemonte. La Via del Sale
seguiva molto probabilmente il tracciato di una strada romana realizzata nel
sec. I a.C. per collegare Alba ad Albenga (la "Via Pompea" dal nome del Console
Pompeo Strabone che la volle realizzata), strada che sfruttava a sua volta il
tracciato di percorsi (detti leys) utilizzati da popolazioni Celtiche e Liguri.
Il sale ha rappresentato per anni un elemento irrinunciabile, utilizzato per conservare
i cibi e per la corretta alimentazione di alcuni animali da allevamento. Un deposito per
la conservazione e lo stoccaggio del sale era situato nei pressi dell'abitato di
Rastello,
in Val Ellero, nella località adesso nota come
'Casa del Sale'.
[Il corso del fiume Ellero, pp.6-7]
Al valico si ignorano sia il sentiero che prosegue innanzi verso
Carnino inferiore
(segnavia A05),
sia la traccia a sinistra per il
Mongioie
(segnavia G15).
Si imbocca invece il sentiero che si stacca sulla destra (segnavia A44).
In breve il sentiero si trasforma in traccia che si innalza estremamente ripida con
strettissimi tornanti, tenendosi sempre non lontano dallo spartiacque
10.
Intorno a quota 2350 circa, e solo per un breve tratto, la pendenza diminuisce
leggermente, consentendo di rifiatare. La traccia, quasi sempre evidente anche se
priva di fatto di segnaletica orizzontale (si scorgono qua e là vecchie tracce di vernice),
rimonta a lungo il pendio tra fini detriti, roccette e ciuffi d'erba, fino alla base del ben
evidente risalto roccioso che sembra sbarrare il cammino.
Piegando leggermente a sinistra, invece, si sfrutta una sorta di ampia cengia che consente
di superare le ultime decine di metri di dislivello che separano dalla vetta della
Cima delle Saline
(2613 m, 1:00 - 1:10 ore dal
Passo delle Saline)
11121314.
Proprio qualche metro prima della croce di vetta (non fatevi ingannare da una
seconda croce più lontana che si affaccia su
Pian Marchisio),
si individua a sinistra la traccia che scende in direzione sud-ovest verso il
Vallone delle Masche.
Qualche paletto segnavia e qualche rada tacca guidano nella discesa lungo il ripido ma agevole
pendio prativo. Scavalcato un modesto dosso si continua a perdere quota (ora solo paletti segnavia)
fino all'ampio pianoro sottostante.
Presso un roccione affiorante
15
si lasciano a destra la traccia per il
Rifugio Mondovì De Giorgio
via
Vallone delle Masche
(attenzione, passaggi impegnativi per raggiungere il rifugio)
e a sinistra la traccia per il
Gias delle Saline.
Si prosegue innanzi e si comincia a salire il ripido versante orientale di
Cima Pian Ballaur.
A guidare la salita, di fatto in assenza di sentiero, sono rade tacche triangolari rosse
(retaggio della segnaletica escursionistica della Liguria); tuttavia, se le tacche
indicano un percorso di salita pressoché rettilineo, conviene rimontare il faticoso
pendio zig-zagando. Se non ci si allontana dalle tacche segnavia, si sbuca infine propri
pochi metri a sud della sommità di
Cima Pian Ballaur
(2603 m, 0:40 - 0:45 ore dalla
Cima delle Saline).
Accessi
Da Villanova Mondovì si risale la Valle Ellero
fino a Roccaforte Mondovì. Si prosegue quindi a sinistra per Rastello, da dove
si imbocca la "strada forestale Pian Marchisio". La strada sale asfaltata fino al
Ponte Murato, oltre il quale prosegue per oltre 4 km, alternando tratti asfaltati a tratti
sterrati con fondo moderatamente sconnesso (se ne consiglia la percorrenza con mezzi 4x4).
Giunti alla Porta di Pian Marchisio, dove la strada è chiusa al traffico privato, è possibile
lasciare l'auto in due ampi piazzali sterrati. L'accesso alla strada può essere a
pagamento nei fine settimana estivi.
Note
Sebbene la salita alla Cima delle Saline non abbia difficoltà tecniche particolari,
si svolge per oltre un'ora su un pendio di notevole pendenza media (vicina al 40%),
motivo per cui si è ritenuto classificare la difficoltà come EE.
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.16] [AsF n.3] [Blu n.2] [IGC n.114] [IGC n.8] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Estate 2016
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