Itinerario 04.03

04.03 Montaldo di Mondovì - Cappella di San Salvatore - Montaldo di Mondovì

Montaldo di Mondovì (743 m) - Case Molineri (923 m) - Cappella di San Salvatore (972 m) - Case Molineri (923 m) - Montaldo di Mondovì (743 m)

+302 / -302

Dislivello [m]

1:50 - 2:05

Tempo [h:mm]

6129

Distanza [m]

T 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Comoda passeggiata all'interno di freschi boschi di castagno, ideale in autunno e in primavera. L'itinerario passa a fianco di una zona carsica nella quale si aprono le più ampie doline idrovore presenti in Piemonte. La Cappelletta di San Salvatore, pur essendo ormai stata inglobata dallo sviluppo urbanistico di Sant'Anna Collarea, sorge in posizione assolata, panramica, circondata da bei prati, ed è un luogo ideale per l'eventuale sosta pranzo.

Carta schematica - Itinerario 04.03

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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(qualità media )

Profilo altimetrico - Itinerario 04.03
A Da Montaldo di Mondovì (743 m) a: Dislivello [m] Tempo [h:mm] Distanza [m] Difficoltà Segnavia
B Case Molineri (923 m) +185 / -5 0:35 - 0:40 1698 T =
C Cappella di San Salvatore (972 m) +283 / -54 1:05 - 1:10 3195 T =
D Case Molineri (923 m) +297 / -117 1:20 - 1:35 4431 T =
E Montaldo di Mondovì (743 m) +302 / -302 1:50 - 2:05 6129 T =

Dal posteggio in Località Canalot (743 m) a Montaldo di Mondovì, si segue la stradina asfaltata che si dirige verso i campi sportivi. Senza raggiungerli, si imbocca la strada sterrata in salita 7 che si stacca sulla destra. Si incontra quasi subito un originale pilone votivo 4 che presenta, alla base, una piccola fonte.
Dopo una breve ripida rampa la strada sale più dolcemente: in corrispondenza di un tornante verso destra, si ignorano sia un poco evidente sentierino a sinistra, sia una pista forestale di fronte. Si continua a salire lungo la sterrata lasciando, poco oltre sulla destra, una seccatoio 8.

All'interno dei castagneti da frutto non poteva mancare il seccatoio: una piccola costruzione in pietra, a due piani, separati tra loro da un graticcio in legno, con tetto preferibilmente in lose. Al piano superiore, sul graticcio, veniva disposto un primo strato di castagne con la loro buccia (tecnicamente, pericarpo). I frutti venivano rivoltati più volte ed ogni 4/5 giorni veniva aggiunto un nuovo strato di circa quindici centimetri di spessore, fino ad uno spessore totale di 50/60cm. Al piano inferiore veniva acceso un fuoco di frasche e ramaglie, in modo da produrre poco calore ma molto fumo; la temperatura veniva controllata frequentemente e mantenuta costante. Il processo, che durava in tutto anche 30 giorni, terminava coprendo con teli le castagne e ravvivando il fuoco per l'essiccamento finale. Perfino la buccia delle castagne, una volta pulite, non veniva buttata, ma conservata come combustibile per l'essiccamento dell'anno successivo!
L'essiccamento non era però l'unico mezzo di conservazione della castagna. La "novena" consisteva nell'immersione in acqua corrente fredda, per nove giorni, di sacchi di iuta contenenti i frutti. Questi erano poi fatti asciugare nelle giornate di sole autunnali e le castagne, la cui germinazione veniva bloccata dal trattamento, erano pronte per il consumo.
La "ricciaia" invece era formata da un accumulo, su una base di terra battuta, di castagne ancora chiuse nei ricci. I cumuli, alti fino a 1 metro, erano quindi ricoperti con foglie, felci e terra e inumiditi periodicamente. Le castagne si conservavano così per mesi senza alterazioni.

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Anche la scapìta non poteva mancare all'interno dei castagneti: era una piccola e semplice costruzione, realizzata sovente con 4 pareti costituite da un assito non portante in legno. Il tetto era generalmente in paglia e l'intera struttura molto spesso veniva appoggiata verso valle, a guisa di sostegno, ad un grosso albero. La sua principale funzione era quella di magazzino per il fogliame, da riutilizzarsi ad esempio come lettiera nelle stalle, o per il fieno. In questo caso particolare è verosimile ipotizzare una copertura in paglia sia per il tetto che per le pareti laterali.

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Quando la strada si biforca, poco oltre, si tiene il ramo di sinistra, attraversando boschi di castagno 6, ora governati a ceduo ora a fustaia.

I boschi di latifoglie possono essere governati a fustaia o a ceduo. Nel primo caso le piante vengono fatte crescere e sviluppare al pieno delle loro potenzialità. Nel secondo caso i tronchi o i rami delle piante vengono tagliati regolarmente; quando i tronchi si tagliano vicino al terreno, dalla base (la "ceppaia") di ciascun tronco si sviluppano nuovi tronchi, più piccoli e meno ramificati (i "polloni").
Il castagneto da frutto è un bosco governato a fustaia, nel quale gli alberi sviluppano grossi tronchi molto ramificati, adatti alla produzione di castagne. Il bosco ceduo di castagno è invece sfruttato per ricavare legna da ardere o minuta legna da opera (in particolare paleria).

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Dopo un breve tratto quasi pianeggiante si ricomincia a salire, incontrando sulla destra i resti di un piccolo pozzo (ormai quasi scomparso) 3, verosimilmente costruito per captare una risorgiva. Si lascia a sinistra in discesa un'altra pista forestale (chiusa da una catena) e si arriva ad incontrare un'altra strada a fondo naturale, in corrispondenza di Case Molineri (923 m, 0:35 - 0:40 ore da Montaldo di Mondovì), minuscola borgata con svariati ruderi ed un paio di abitazioni riattate (impossibile confondersi, per via di un gigantesco affresco raffigurante un cavallo dipinto sulla facciata di un edificio).

Proprio alle spalle della borgata si apre la Bassa di San Salvatore, ampia depressione costituita da due conche associate, il cui margine superiore è delimitato dalla spalla erbosa su cui sorge l'omonima cappella. Le due conche costituiscono il bacino di assorbimento di un importante sistema idrico ipogeo: le acque raccolte si infiltrano nel sottosuolo e, incontrato uno strato di roccia impermeabile, tornano alla luce nella risorgiva presso le Case Roà di Volpe, a monte del paese di Montaldo di Mondovì.

[Montagne nostre]

A questo incrocio si trascurano la diramazione (privata) che procede diritto in direzione di alcune stalle ed il ramo di sinistra della sterrata, che verrà utilizzato per il rientro. Si svolta quindi a destra, si supera un edificio per la captazione idrica e si arriva ai margini della più piccola delle due conche della Bassa di San Salvatore 512. Si ignorano in successione un tratturo a sinistra e una pista forestale a destra, continuando diritti verso la località Il Pul.
Una piccola pista forestale costeggia a lungo la recinzione di un velleitario campo da golf, costruito ed utilizzato solo per qualche mese (che però ha bloccato l'accesso ad una delle zone più belle e panoramiche del circondario). Con qualche saliscendi la carrareccia arriva ad immettersi sulla strada asfaltata, in corrispondenza dell'ingresso dell'ex campo da golf.
Si va a sinistra, ignorando tutte le diramazioni e rimanendo sull'asfalto fino ai primi condomìni di Sant'Anna Collarea. Una discesa porta in Salita San Salvatore, che si segue verso sinistra. Dopo una settantina di metri, una stradina sterrata a sinistra sale fino alla graziosa Cappella di San Salvatore (972 m, 0:30 ore da Case Molineri) 910, un tempo in posizione dominante ed oggi inesorabilmente circondata dalle abitazioni.

La cappella si trova sul margine meridionale della Bassa di San Salvatore 111, e in particolare della più ampia delle due conche che la compongono.

Si torna brevemente sull'asfalto e si continua a sinistra. Ad un vicino bivio ci si tiene a sinistra, in Via San Salvatore. In cima alla salita, alle spalle del civico 28, si lascia l'asfalto per una strada sterrata che si dirama a sinistra e si biforca poco dopo. Ancora una volta si va a sinistra, iniziando a perdere quota lentamente. La strada scende piacevolmente ai margini della grossa dolina 2, tra castagneti e boschi di faggio, e ritorna alle Case Molineri (923 m, 0:15 - 0:25 ore dalla Cappella di San Salvatore).
Si svolta a destra al quadrivio e, con lo stesso percorso di salita, si torna a Montaldo di Mondovì in Località Canalot (743 m, 0:30 ore da Case Molineri).

Accessi

Da Torre di Mondovì si risale la Valle Corsaglia fino a Montaldo di Mondovì dove, verso la fine del paese, si imbocca una stradina asfaltata sulla destra che scende alla località 'Canalot', sottopassando la strada provinciale (cartello stradale per "Centro sportivo"). Ampio posteggio nei pressi della struttura che ospitava un bar.

Note

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Pernottamento

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Cartografia

[Fra n.22] [IGC n.15]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Autunno 2024

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7 - La strada sterrata che inizia presso gli impianti sportivi in Località Canalot (2024)
7 - La strada sterrata che inizia presso gli impianti sportivi in Località Canalot (2024)
1 - La Cappella di San Salvatore (2005)
1 - La Cappella di San Salvatore (2005)
11 - La grande dolina idrovora alla Bassa di San Salvatore (2024)
11 - La grande dolina idrovora alla Bassa di San Salvatore (2024)
8 - Un seccatoio nel castagneto (2024)
8 - Un seccatoio nel castagneto (2024)
10 - L'interno della Cappella di San Salvatore (2024)
10 - L'interno della Cappella di San Salvatore (2024)
3 - Il piccolo pozzo per la captazione delle acque (2005)
3 - Il piccolo pozzo per la captazione delle acque (2005)
4 - Particolare del Pilone votivo in Località Canalot (2005)
4 - Particolare del Pilone votivo in Località Canalot (2005)
9 - La Cappella di San Salvatore (2024)
9 - La Cappella di San Salvatore (2024)
5 - Una delle due conche alla Bassa di San Salvatore: al centro è visibile una dolina idrovora (2005)
5 - Una delle due conche alla Bassa di San Salvatore: al centro è visibile una dolina idrovora (2005)
6 - Castagneto da frutto (2024)
6 - Castagneto da frutto (2024)
2 - Edificio rurale alla Bassa di San Salvatore (2005)
2 - Edificio rurale alla Bassa di San Salvatore (2005)
12 - Fioritura di colchico ai margini della dolina (2024)
12 - Fioritura di colchico ai margini della dolina (2024)