99.04 Sentiero del Pellegrino: Varigotti - Monte di Capo Noli (Semaforo) - Grotta dei Briganti (Antro dei Falsari) - Noli
Sentiero del Pellegrino: Varigotti (12 m) - Chiesa di San Lorenzo (54 m) - Torre delle Streghe (225 m) - Monte di Capo Noli (Semaforo) (262 m) - Grotta dei Briganti (Antro dei Falsari) (81 m) - Noli (5 m)
+405 / -412
Dislivello [m]
2:25 - 2:45
Tempo [h:mm]
7161
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Le assolate giornate invernali sono l'ideale per questa breve
ma ricca escursione.
Ci si riempe gli occhi di blu, con incredibili punti panoramici sulla costa ligure,
in un susseguirsi di molti elementi di interesse e curiosità:
la Chiesa di San Lorenzo, il Mausoleo dell'Australiano,
la Torre delle Streghe, i ruderi della Chiesa di Santa Margherita o dell'eremo
del Capitano d'Albertis. L'emozione maggiore la riserva però la
Grotta dei Briganti, una caverna affacciata a picco sul mare.
Dal centro di
Varigotti
(12 m)
43
si percorre in salita la Strada Vecchia (indicazioni escursionistiche per
Sentiero del Pellegrino
e ex
Semaforo di Capo Noli),
in direzione della
Torre di Punta Crena.
Dopo qualche minuto si imbocca a sinistra una ripida creuza,
in parte scalinata all'inizio e poi selciata
(la creuza è il tipico viottolo ligure, sovente chiuso tra muri
e scalinato, che s'inerpica tra terrazzamenti e borgate)
5.
La salita tra gli ulivi
6
giunge ben presto ad un bivio, dove inizia
la prima delle molte digressioni proposte in questo itinerario:
si prende la creuza che scende a destra e si arriva rapidamente alla
Chiesa di San Lorenzo
(54 m, 0:15 - 0:20 da
Varigotti)
7.
L'origine è collocabile tra l'XI e il XII secolo, ma ha subito
interventi ed ampliamenti dal XVI al XIX secolo. In uso ai Benedettini,
quindi al clero secolare, fu parrocchia di Varigotti fino al 1586.
Danneggiata da una bomba nel luglio 1944, venne rifatta nel dopoguerra
una copertura con orditura lignea; anch'essa vittima di un crosso,
fu ricostruita tra 1966 e il 1998.
L'acquasantiera in arenaria collocata all'esterno è una copia dell'originale,
trasportata e conservata nell'attuale parrocchia di Varigotti.
[Pannello informativo in loco]
Tornati al bivio, si continua a destra, ora su sentiero.
Quasi subito il sentiero si biforca: si lascia il ramo di sinistra per il lontano
Cian de Strie
e si tiene la destra (la direzione per il
Sentiero del Pellegrino
è invero poco segnalata).
In breve si sfila, a destra del sentiero, il curiosissimo
Mausoleo dell'Australiano
(o Mausoleo Cerisola)
8.
Giuseppe Cerisola,
detto Beppin, è nato a Varigotti nel 1914.
Un giovane dal fisico imponente, che gli vale il soprannome di
'Carnera', in omaggio al famoso pugile.
Si imbarca giovane, restando per settimane, mesi lontano dal paese di origine.
Alla dichiarazione di guerra nel 1940, la sua nave è appena giunta nel porto di
Singapore, sotto la Corona britannica. Il Cerisola viene fatto prigioniero
e deportato in una sperduta isola distante 20 km dalle coste dell'Australia,
Rottnest Island.
Vi trascorre cinque lunghi anni, dopo i quali torna a
Varigotti.
Si mette in cerca della
sua compagna, ma la trova sposata con un figlio ed in attesa di un secondo.
Non regge al dolore e subito si rimette in viaggio per una terra lontanissima, che però
aveva avuto modo di conoscere: l'Australia. Passa laggiù altri trent'anni della sua vita,
poi rientra e si stabilisce a casa dell'anziana madre.
Nella sua vita restano il mare e Radio Londra e lui diventa, per tutti quelli che lo
conoscono, l'Australiano.
Abilissimo nuotatore, salva dal mare in tempesta numerose persone. Dirà di aver
salvato gente in tre mari, il Mediterraneo, il Pacifico e l'Indiano.
Il salvataggio più famoso, forse l'ultimo per un uomo già sessantaduenne, avviene nel 1976.
Luciano e Livio, di Bra, si tuffano nel mare agitato e si trovano subito in difficoltà;
Cerisola non ci pensa due volte e si lancia verso di loro: raggiunge Luciano e lo
trascina a riva, poi rientra in mare per soccorrere Livio, che però non riesce più
a trovare. L'impresa gli vale la Medaglia d'oro al Valor Civile del Comune di Noli.
Forse proprio quest'ultimo salvataggio gli fa balenare l'idea di far conoscere, lui che
è descritto schivo e taciturno tranne che con gli amici storici,
date e avvenimenti della sua vita.
Nel muro a fianco del pezzo di terreno che è solito coltivare, sulle alture vicino alla
Chiesa di San Lorenzo,
inizia a realizzare un'opera in cemento, colorata quanto originale:
salvagenti, cime, animali marini (verosimilmente ottenuti dagli
stampini che usano i bambini sulla spiaggia), corredati da brevi scritte, perlopiù in
inglese, che ricordano salvataggi in giro per il mondo e altri eventi; tra questi,
non possono mancare il citato salvataggio del 1976 e la data di inizio della sua prigionia,
11 giugno 1940.
Giuseppe Cerisola, Carnera, l'Australiano, muoiono tutti, a casa loro, nel 2006.
[Facebook, Sentieri del Finale, Varigotti: c'era una volta, l'Australiano]
[Spotify, Uomo dei Sette Mari]
L'ascesa prosegue, ripida e un poco impervia, tra rocce affioranti,
poi il sentiero piega a destra
2,
taglia lungamente in piano
9
l'ampia valletta del
Rio Bordella
e riprende a salire; si passa quindi un secondo più evidente impluvio e si giunge
su un panoramico costone.
Il sentiero qui volge bruscamente a sinistra e rimonta il crinale fino ad
un bivio: si lascia a sinistra il ramo diretto
all'Altopiano delle Manie
e si continua a destra.
Nuovamente in piano, si taglia il profondo vallone del Rio Terra Rossa
fino all'impluvio, poi ci si porta sul successivo costone.
La seconda digressione proposta prevede a questo punto di andare sul
sentiero segnalato che si stacca a destra,
per un centinaio di metri, fino ad un ottimo punto panoramico a
picco sul mare
11.
Ritornati sui propri passi all'ultimo bivio, si continua a destra
e si trascura subito un altro bivio, a sinistra, ancora per
l'Altopiano delle Manie.
Un piacevole mezzacosta pianeggiante conduce ad un bivio, non segnalato,
con un sentierino che scende a destra tra gli arbusti.
Si tratta della terza deviazione consigliata: il sentierino scende
brevemente alla
Torre delle Streghe
(225 m, 0:50 - 0:55 ore dalla
Chiesa di San Lorenzo)
12
e, ancor meno evidente, ad un sottostante punto panoramico,
forse più spettacolare di quello incontrato in precedenza.
Il signor Giuseppe Testa racconta mirabilmente la storia della
Torre delle Streghe.
Dal vicino toponimo 'Cian de Strie', una storpiatura avrebbe trasformato la parola 'Strie'
(strisce, striature, probabilmente ad indicare un luogo con la presenza di incisioni rupestri)
in 'streghe'.
Tuttavia, a discapito degli aspetti forse più poetici che ha assunto oggi il toponimo,
la torre in questione venne eretta nel contesto ben più prosaico
di una lunghissima contesa territoriale (ma soprattutto, sui diritti di pesca) tra
Noli
e
Varigotti.
Il tratto di mare ambito, assai pescoso, era quello posto di fronte a
Capo Noli:
la definizione del confine terrestre avrebbe avuto di conseguenza anche
ripercussioni su quello marino.
A liti, tafferugli, lotte e perfino omicidi tra i pescatori delle due località,
seguiva immancabilmente lo spostamento dei termini di confine infissi nel terreno.
Non fu di aiuto la sentenza del 1411 di un giudice genovese per la definitiva
definizione dei confini: se vennero scelti, ove possibile, edifici o simili come riferimenti non
facilmente spostabili, uno dei punti chiave rimaneva ancora segnato da un termine tradizionale
e, come tale, continuò nel suo vagabondaggio imposto ora da una ora dall'altra parte.
Nel 1580, di nuovo trascinata nella questione dai Nolesi, Genova invia un commissario,
assieme a soldati Corsi, per presidiare il termine di confine maggiormente conteso.
Il luogo, scomodo e difficile da raggiungere, non viene però presidiato continuamente,
sicché il termine séguita a spostarsi.
Genova si lamenta allora con Noli per la scarsa abnegazione nel compito assegnato di
presidio dei confini e ordina la costruzione immediata di una casupola che possa ospitare le
guardie.
La casupola da realizzare era in effetti la torre in questione, ed è anch'essa oggetto di un episodio
violento. Un gruppo di Finalesi, approfittando della mancanza dei soldati Corsi, assale
i due muratori intenti all'edificazione della torre: vengono requisiti gli attrezzi, danneggiata
la costruzione e i lavoratori trascinati a Finale, dove passano anche una notte in carcere.
Gli autori del gesto sono condannati in contumacia.
Solo dopo pochi mesi dalla costruzione, e nonostante la disponibilità della nuova torre, le guardie
rinnovano la loro richiesta di sospendere il presidio, ma Genova si oppone.
Le controversie sulla torre proseguono poi, quasi senza sosta, nei secoli successivi; le ormai
danneggiate mura dell'edifico restano oggi mute testimoni, più che delle leggende di masche e streghe,
degli incredibili accadimenti del passato.
[Facebook, Sei di Finale se, La Torre delle Streghe]
Lasciando la torre a sinistra, un altro sentierino torna sul
percorso principale, che prosegue in piano
13
per immettersi infine su una strada sterrata.
Si va a destra e si giunge in breve presso un'area militare cintata, l'ex
Semaforo di Capo Noli,
sulla sommità del
Monte di Capo Noli
(262 m, 0:10 ore dalla
Torre delle Streghe).
La carrabile svolta a sinistra e perde quota lentamente con qualche
tornante e lunghi traversi.
Non lontano dall'ex semaforo origina un sentiero a destra
della strada che ne taglia un tornante e poi prosegue in discesa verso
Noli.
É la via più breve per la cittadina rivierasca, ma evita il passaggio per la
Grotta dei Briganti,
ed è per questo meno raccomandata.
Intorno a quota 140, ad un tornante verso sinistra, una malandata palina
segnala un sentiero a destra della strada.
Si tratta dell'ultima, ma più spettacolare, delle quattro digressioni
consigliate. Un sentierino si cala assai ripido tra gli alberi
per alcuni minuti e raggiunge un'apertura nella roccia attraverso la
quale si vede solamente il blu del mare.
Poco a sinistra, un'apertura più piccola (attenzione alla testa!) costituisce
l'ingresso della
Grotta dei Briganti
(o Antro dei Falsari,
81 m, 0:25 - 0:30 ore dal
Monte di Capo Noli)
115.
Il sentierino che raggiunge la grotta
è un poco insidioso, e va percorso con un pizzico di cautela.
Prevede passaggi piuttosto ripidi su alcune rocce, ormai levigate dal
calpestio, e su un fine brecciolino scivoloso. In alcuni punti sono state
sistemate delle corde da utilizzare come corrimano.
Anche nella visita dell'antro conviene restare nella parte più interna,
senza farsi tentare dal panorama: la S.S. Aurelia si trova proprio sotto,
ma diverse decine di metri più in basso!
La cavità naturale
14
ha avuto origine dalla lenta e continua erosione del mare, quando la parete rocciosa
si trovava a una quota più bassa.
Molte fonti riportano come il toponimo sia legato alla frequentazione della grotta da parte di
contrabbandieri, che tenevano qui le loro merci.
Considerata la presenza della vicina
Baia dei Saraceni,
viene tuttavia da pensare ad un collegamento tra gli invasori arabi e i 'briganti'
che frequentavano la grotta.
Gli eventuali frequentatori della grotta, quali che fossero,
potrebbero aver assistito alla cosiddetta battaglia di Genova
(che a questo punto andrebbe nominata diversamente...).
Nel febbraio del 2016, infatti, nel tratto di mare di fronte a
Capo Noli,
vennero ritrovati numerosi reperti (cannoni, moschetti, ...) associati alla battaglia
navale avvenuta nel 1795 tra la flotta francese e quella inglese (e napoletana!).
La flotta inglese, tra le cui fila si mise in luce un certo comandante
Horatio Nelson, ebbe la meglio su quella transalpina e con la sua azione bloccò il tentativo
francese di invasione della Corsica.
[La Stampa, La battaglia dell'ammiraglio Nelson]
Ancora una volta si deve tornare indietro, sulla carrareccia,
che si segue verso destra. La strada termina poco dopo, dividendosi in due
sentieri, che si ricongiungono più a valle.
Quello di destra, oltre ad essere - teoricamente - chiuso per questioni
di incolumità, è meno interessante, per cui si prosegue su quello di sinistra.
Si scende con qualche tornante e si arriva ai ruderi
dell'Eremo del Capitano d'Albertis,
poi con un breve tratto pianeggiante si raggiungono anche i resti della
Chiesa di Santa Margherita.
Nato a Genova nel 1846 da una ricca e aristocratica famiglia,
Enrico d'Albertis
si dimostrò subito curioso e pieno di interessi. Le sue passioni lo portarono
a viaggiare, tanto da compiere per tre volte il giro del mondo.
Sul finire dell'Ottocento si fece costruire una semplice ma ben rifinita
abitazione, il cui piano superiore, interamente in legno, ricordava
gli interni di un veliero.
Su un piazzale antistante fece addirittura erigere l'albero di una nave.
Dai suoi viaggi portò qui piante ed uccelli esotici, ma si dedicò egualmente alla
coltivazione di essenze aromatiche locali e si prodigò anche a tutela della
lucertola occellata.
[Pannello informativo in loco]
La
Chiesa di Santa Margherita
viene fatta risalire alla metà del X secolo,
forse nel luogo di un preesistente tempio pagano.
Notizie storiche dell'edificio arrivano fino al termine del XVII secolo,
anche se è data quasi per certo la frequentazione del luogo fino
alla prima metà del XX secolo.
Alcuni studiosi ritengono che il complesso sia in effetti costituito da due
distinte chiese: Santa Giulia, più piccola e più antica, e Santa Margherita,
di maggiori dimensioni, realizzata circa tre secoli più tardi.
Gli edifici sono stati danneggiati gravemente durante la seconda guerra mondiale.
[Pannello informativo in loco]
Presso l'antica chiesa si riceve da sinistra il summenzionato sentiero
chiuso al transito, e si procede innanzi, il leggera discesa
10.
Si trascura un sentiero a destra che scende sulla S.S. Aurelia,
si tagliano in piano vecchi terrazzamenti a ulivi e si ignora a sinistra
il sentiero, anche questo già menzionato, proveniente direttamente dal
Monte di Capo Noli.
Oltrepassato un impluvio, ci si trova all'ennesimo bivio:
si lascia a destra il ramo che scende ai ruderi della
Chiesa di San Lazzaro,
e si prende a sinistra, per passare alle spalle di ciò che resta del
Lazzaretto.
Anche la
Chiesa di San Lazzaro
viene fatta risalire nel X secolo, ed è menzionata fino alla meta del XIII secolo.
Rilevata dai Cavalieri Gerosolimitiani, viene intestata a San Lazzzaro e,
nei pressi, viene realizzato un lazzaretto, allo scopo di ospitare i marinai
che rientravano dai loro viaggi colpiti da malattie infettive.
Della chiesa si sa poco, salvo che ne viene ordinata la demolizione dal
Mons. Mascardi nel 1585 a causa delle pessime condizioni in cui versava.
Il 1587, invece, vede l'ultimo ricovero, di un appestato, nel lazzaretto.
[Pannello informativo in loco]
Dopo lieve risalita, si trascura a sinistra l'ultimo bivio, per
San Michele;
poco oltre la diramazione, il sentiero si allarga a
diventare una creuza selciata ed incontra le prime abitazioni di
Noli.
Passato il bivio per
San Michele,
si incontra a fianco del sentiero un tronco d'ulivo abbattuto
interamente cesellato con raffigurazioni di volti e creature marine
16.
L'autore, Giancarlo Volonté, ha intitolato l'opera "Creatura abissale".
Una scalinata scende in Via XXV Aprile, che porta a sua volta presso la
Chiesa di San Francesco d'Assisi.
Svoltando a destra dopo la chiesa si
raggiunge la passeggiata a mare.
Si va a sinistra, lungo il litorale, e si arriva nel centro di
Noli
(5 m, 0:45 - 0:55 ore dalla
Grotta dei Briganti).
{IMGLNK}{/IMGLNK}
Accessi
Dall'uscita di Spotorno (per chi proviene da Genova)
o dall'uscita di Finale Ligure (per chi proviene da Ventimiglia) dell'autostrada
A12 Genova - Ventimiglia, di raggiunge Varigotti seguendo la S.S. 1 Aurelia.
A Varigotti sono disponibili molti parcheggi: in buona parte nel periodo invernale
sono gratuiti, nelle altre stagioni a pagamento. Durante le stagioni calde
può risultare difficoltoso trovare un posteggio libero.
Note
Per rientrare da Noli a Varigotti si può utilizzare
l'autobus TPL di linea '40 barrato', che transita con una frequenza di circa mezz'ora.
Edicole e tabaccai vendono il biglietto che, se acquistato sul mezzo, è soggetto
ad una notevole maggiorazione di prezzo.
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n. 20] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Inverno 2023
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