CA.04 Rifugio Fauniera - Colle Intersile - Bassa di Narbona - Colle della Margherita - [Valliera]
Rifugio Fauniera (2302 m) - Colle d'Esischie (2365 m) - Colle Sibolet (2546 m) - Colle Intersile (2515 m) - Bassa di Narbona (2231 m) - Grange Serre (2224 m) - Rocca della Cernauda (2282 m) - Colle della Margherita (1980 m) - [Grange Sarià (1742 m)] - [Valliera (1510 m)]
+539 / -1331
Dislivello [m]
5:00 - 5:40
Tempo [h:mm]
15754
Distanza [m]
E/EE
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Fino alla Rocca della Carnauda è una tappa estremamente piacevole:
i comodi sentieri e i dislivelli contenuti consentono di godesi
appieno gli incantevoli panorami che spaziano dalle Alpi Cozie alle
Marittime. Qualche tratto più impervio, che richiede un pizzico
di attenzione, si incontra nell'aggiramento della Rocca Albert
e nella zona de Il Passetto.
Dal
Rifugio Fauniera
(2302 m)
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si raggiunge la vicina strada asfaltata e la si percorre
verso destra. Dopo circa 200 metri, un sentiero non segnalato
si stacca a sinistra e s'innalza per prati.
Si ritrova la rotabile poco a monte, ormai nei pressi del
Colle d'Esischie
(2365 m), la si attraversa e si prosegue
sul sentiero che si allunga verso sinistra (nord-est).
Quasi subito ci si immette su un più evidente sentiero (segnavia R29),
proveniente dal
Colle d'Esischie,
che traversa in diagonale per prati
e giunge ad un colletto ai piedi della Rocca Negra.
Si ignora il sentiero che scende di fronte nel
Vallone della Miniera
e si volge a sinistra, rimontando il ripido pendio che conduce
sullo spartiacque tra le valli Grana e Maira.
Si punta a nord e si aggirano le pendici
Monte Pelvo
sul versante della Valle Maira, lasciando a destra la traccia
che sale sulla cima di questa montagna.
Volgendo a nord-est, il piacevole e panoramicissimo percorso in quota
210
segue in saliscendi le ondulazioni del terreno,
sfila ai piedi della
Punta Sibolet
(anche qui si stacca una traccia a destra per la vetta) e arriva al
Colle Sibolet
(2546 m, 1:05 - 1:10 dal
Rifugio Fauniera)
4.
Al valico si abbandona innanzi il sentiero per la
Punta Tempesta
e si prende la diramazione di destra, che perde quota a mezzacosta su pendii
pascolivi e giunge, senza eccessivo sforzo, ad un intricato crocevia su un
poggio con una piccola pozza
3.
Le molte diramazioni si possono così riassumere:
a sinistra un paio di tracce si dirigono ancora alla
Punta Tempesta
(via più scomoda e più ripida),
a destra un sentiero punta al
Monte Tibert,
a destra a ritroso un altro sentiero scende al
Santuario di San Magno.
Si trascurano le molte diramazioni e si continua innanzi,
salendo con un tornante al vicinissimo
Colle Intersile
(2515 m, 0:10 - 0:15 ore dal
Colle Sibolet).
Sul versante opposto si scende con un bel traverso
15,
si ignora una traccia a sinistra (non segnalata) per il
Lago Tempesta,
e si attraversa un minuscolo pianoro
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con una altrettanto minuscola pozza.
Ai piedi della
Rocca della Comunetta11
si valica un crinale prativo dove si trascura, sempre a sinistra,
una nuova traccia (sempre non segnalata) per il
Lago Tempesta
e
Marmora.
Ripresa la discesa e ignorata a sinistra una ulteriore diramazione
(ben poco evidente ma segnalata)
per il
Lago Tempesta
e
Marmora,
il sentiero volge a destra, stacca a sinistra una impercettibile traccia per
le lontane borgate
Rio
(via
Rocca del Passo)
e
Ugo,
quindi piega bruscamente a sinistra e prosegue serpeggiando in discesa più marcata
su fondo sconnesso fino ad un ripiano prativo.
La discesa riprende quasi subito: al primo bivio (non segnalato) si tiene la destra,
al secondo, ormai in prossimità delle belle
Grange Tibert,
adagiate in una pittoresca conca pascoliva
13,
si prende ancora a destra.
Il sentiero torna a guadagnare quota, traversando tra bassi arbusti e radi larici
14,
e si porta sulla lunga dorsale nord-orientale che si allunga dal
Monte Tibert.
La si percorre in piano sul lato della Valle Grana,
poi la si valica e, volgendo a sinistra, si scende adagio alla vicina
Bassa di Narbona
(o Basse di Narbona,
2231 m, 0:55 - 1:05 ore dal
Colle Intersile).
Sull'ampia depressione pascoliva, dove giunge da destra anche il sentiero dal
Passo di Monte Crosetta,
si incontra una strada sterrata. La si percorre
in direzione nord-est, sfilando a sinistra dei ruderi delle
Grange Serre1.
Lasciata a sinistra una pista ad uso pastorale, si segue la sterrata fino ad un
abbeveratoio.
Qui, il tracciato ufficiale della Curnis Auta prevede di proseguire sulla
carrareccia, fino al successivo abbeveratoio, dove bisognerebbe tagliare a destra
per prati, seguendo i paletti segnavia ma in assenza di traccia, fino alla
Rocca della Cernauda.
Per raggiungere la summenzionata vetta si è preferito però descrivere un percorso
più logico, senza segnavia, ma con sentiero abbastanza evidente.
Appena prima dell'abbeveratorio si sale a destra (est) per prati, ritrovando
una evidente traccia dopo una cinquantina di metri. La traccia si tiene nei pressi
della displuviale, riceve da sinistra il tracciato principale della
Curnis Auta (null'altro che paletti segnavia) e sale adagio verso la poco
marcata sommità della
Rocca della Cernauda
(2282 m, 0:45 - 0:50 ore dalla
Bassa di Narbona)
9.
Ad essere corretti il sentiero porta ad un piccolo passaggio lungo la dorsale nord della
montagna. La vetta si trova solo pochi metri sulla destra e val la pena raggiungerla.
Assieme alla
Bassa di Narbona,
è, tra l'altro, un ottimo punto per la sosta pranzo.
Ripreso il sentiero dopo la brevissima deviazione, si aggira a nord la
vetta della
Rocca delle Cernauda,
e ci si riporta sul crinale.
Si scende fino ad un cocuzzolo prativo, punto nodale della lunghissima
Cresta del Balou
(2202 m)
8,
dove si stacca a destra un sentiero segnalato per
Valliera.
Il sentiero a destra costituisce la via più rapida per raggiungere
Valliera.
Percorre interamente il ripidissimo crinale prativo, e raggiunge una
vecchia mulattiera dopo una discesa ininterrotta di 500 metri di dislivello.
La mulattiera, a sua volta, si immette in una pista sterrata in località
La Bastia: andando a sinistra si arriva prima a
Battuira
poi, su strada sterrata, a
Valliera.
Dopo un altro breve tratto, il sentiero abbandona il crinale e piega a destra
(attenzione alla traccia che prosegue diritta!).
Con due strette svolte si perde quota, quindi si comincia uno scomodo traverso,
su una esile traccia che taglia in forte pendenza ripidi pendii prativi
(in questo tratto si ignora una palina che indica una variante per cresta alla
Rocca Albert,
o
Rocca Bert, riservata ad escursionisti esperti).
La traccia, larga non più di uno scarpone e un po' esposta,
va percorsa con un pizzico di attenzione e conduce ad aggirare dal basso
un costone roccioso. Superato l'ostacolo, riappare un sentiero un poco
più marcato ed agevole, che subito volge a sinistra e s'inerpica fin sullo
spartiacque principale.
Si va a destra (da sinistra arriva invece l'appena percepibile variante per la
Rocca Albert7
palina), su un tratto in leggero saliscendi.
Guidati dai paletti segnavia, si sfila ai piedi del
Monte Plum,
poi si riprende a perdere quota, lasciando in alto a sinistra la
Rocha dal Diaou
(enorme masso diviso in due da una fenditura)
6.
Un diavolo spadroneggiava un tempo sulle creste dei valloni di
Narbona
e
Valliera,
dilettandosi a far rotolare massi sugli abitanti dei paesi sottostanti.
Un predicatore propose allora al diavolo di dimostrare davvero la sua forza,
facendo compiere ad un grosso masso il percorso inverso, dal fondovalle fin sul crinale.
Il diavolo accettò la sfida, sostenendo di poter trasportare il masso
solo con il solo mignolo; in cambio il predicatore avrebbe dovuto lasciare quelle vallate
per venti anni almeno.
La singolare sfida venne vinta dal diavolo, e la
Rocha dal Diaou
(Roccia del Diavolo)
è ancora lì a testimoniare dell'impresa.
La vittoria fu però temporanea: venti anni più tardi il predicatore tornò
con una nuova sfida, che vide il diavolo soccombere e sparire per sempre
nelle acque del
Torrente Narbona.
[Tra Marittime e Cozie, p.134]
La discesa prosegue tra erba e roccette affioranti fino a una sorta di colletto,
dal quale si risale piuttosto ripidi fino ad un cocuzzolo prativo.
Un sentiero poco marcato si stacca dal colletto e permette di evitare
il cocuzzolo, aggirandolo verso destra con minor dislivello.
Il sentiero scende sul versante opposto, piegando un poco a sinistra,
e seguendo sempre lo spartiacque si porta sul
Colle della Margherita
(1980 m, 1:05 - 1:10 ore dalla
Rocca della Cernauda)
17.
Il tracciato della Curnis Auta si mantiene qui sullo spartiacque, ma per
raggiungere un posto tappa è necessario compiere una lunga deviazione fino a
Valliera.
Nella tappa successiva si dovrà ritornare al colle e riprendere il
percorso ufficiale.
Al valico si abbandona il crinale e si svolta a destra (palina),
seguendo la traccia che traversa in discesa per pendii pascolivi.
Si supera un passaggio obbligato tra le rocce, noto come
Il Passetto
(1828 m circa), oltre il quale l'esile sentiero si cala ardito e un poco esposto
18.
Un ultimo diagonale su ripidi pendii conduce alle
Grange Sarià
(1742 m), dove ci si immette su una strada sterrata.
La si segue verso sinistra, e si trascura, al primo tornante,
il sentiero a sinistra per
Campofei.
Ignorando le altre diramazioni, la strada scende adagio fino al bivio,
a destra, per
Battuira.
Lo si ignora, come si tralascia anche il successivo bivio a sinistra per
Valliera.
Si prosegue sulla sterrata fino al successivo tornante a destra,
dove si svolta infine a sinistra per entrare nella bella borgata di
Valliera
(1510 m, 1:00 - 1:10 ore dal
Colle della Margherita)
5.
Accessi
Da Caraglio si risale la Val Grana, si supera il Santuario di San Magno
e si sale sulla tortuosa e stretta strada asfaltata fino al Rifugio Fauniera,
dove si trova spazio per posteggiare alcune auto.
Note
Un pizzico di attenzione va posta nell'aggiramento della
Rocca Albert e nella discesa da Il Passetto. Ci si muove su sentieri ora molto
esili, ora un poco esposti, su pendii piuttosto scoscesi.
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