CA.01 Santuario della Madonnadegli Alpini - Prato Gaudino - Monte Colletto - Chiot Rosa - Paraloup
Santuario della Madonnadegli Alpini (847 m) - Colle di San Maurizio (836 m) - Prato Gaudino (984 m) - [Rifugio Prato Gaudino (992 m)] - Monte Colletto (1167 m) - Pertuso del Colet (963 m) - Scanavasse (1065 m) - Le Funse (1274 m) - Chiot Rosa (1188 m) - Chiapera (1251 m) - Paraloup (1362 m)
+964 / -449
Dislivello [m]
4:30 - 5:10
Tempo [h:mm]
13787
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Nonostante le quote relativamente basse, si tratta di una tappa
piacevole, con ampi tratti nel bosco. Il percorso, che alterna sentieri,
piste sterrate e un breve tratto finale su asfalto, tocca vecchie borgate
e termina a Paraloup. Ottimi panorami si possono ammirare dal Chiot Rosa,
sede di una bella area attrezzata per pic-nic, anche se un po' troppo vicina
alla meta finale tappa per sceglierla per la sosta pranzo.
Dal
Santuario della Madonna degli Alpini
(847 m), si scende brevemente lungo la strada asfaltata fino al
Colle di San Maurizio
(836 m).
Il
Santuario della Madonna degli Alpini,
o anche
Santuario di San Maurizio1,
porta questa doppia denominazione dal 1961.
In precedenza, su questa altura che sovrasta
Vignolo,
furono eretti un castello (nei secoli XI e XII) ed una cappella dedicata a
San Maurizio,
della quale si fa menzione per la prima volta nel 1226.
Tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo venne edificato l'attuale santuario
e, nel 1800, la vecchia chiesa fu intitolata a San Matteo.
La
Chiesa di San Matteo
venne infine demolita nel 1966.
Dopo che, nel 1938,
San Maurizio
divenne patrono degli Alpini, alla fine della guerra
i reduci della ritirata di Russia iniziarono a trasformare questo luogo in un
memoriale, tanto da portare, negli anni seguenti, ad intitolare il santuario
anche alla
Madonna degli Alpini.
Nell'ottobre 2023, accanto al santuario, è stata realizzata una struttura in
vetro e metallo di circa cinque metri di altezza, affacciata sulla pianura,
che consente di ammirare il paesaggio sottostante da un punto di vista
privilegiato.
[pannelli informativi in loco]
San Maurizio,
al pari di numerosi altri santi venerati nel cuneese,
era parte della ben nota
Legione Tebea. Tradizione vuole che parte dei soldati della legione
furono uccisi per aver professato la religione cristiana ed essersi
rifiutati di passare per le armi civili innocenti durante una rivolta,
nei pressi di Agauno, nell'attuale Svizzera.
San Maurizio, che ne era al comando, venne anch'esso martirizzato.
Curioso notare che Maurizio, il cui nome significa figlio di Mauro
(o Moro, dalla carnagione scura), viene raffigurato con la pelle chiara
nelle nostre regioni, con la pelle scura nei paesi centro-europei e baltici.
[pannelli informativi in loco]
Si attraversa la strada asfaltata che valica il colle e si imbocca
il sentiero proprio di fronte.
Si sale nel bosco (il
"Bosco dell'Impero"),
tenendosi ora a destra ora a sinistra del
crinale e alternando tratti in leggera salita a strappi ben più ripidi.
Intorno a quota 1020 il sentiero inizia a scendere e si biforca poco dopo:
si tiene la destra, anche se il ramo di sinistra si ricongiunge quasi subito al
percorso principale.
Curioso che al bivio i segnavia mandino a sinistra per chi proviene
dal santuario, mentre una palina indichi il ramo di destra
a chi proviene in senso opposto.
In breve il sentiero arriva ad incrociare una pista forestale:
qui si ignorano sia il ramo di sinistra per le borgate
Canonie
e
Tetto Giordano,
sia il ramo di destra che si collega alla strada asfaltata per
Prato Gaudino.
Si resta invece sul sentiero, che prosegue di fronte, oltre la pista forestale,
e conduce con leggero saliscendi all'imbocco della borgata di
Prato Gaudino
(984 m, 0:45 - 0:50 ore dal
Santuario della Madonna degli Alpini).
Il sentiero sbuca in un crocevia: da destra arriva la strada asfaltata
che serve la borgata, a sinistra si stacca una strada sterrata che scende alle
case più a valle di
Prato Gaudino
e a
Roccasparvera,
innanzi un'altra strada sterrata sale alle case più a monte di
Prato Gaudino
(la borgata è di fatto costituita da due gruppi di abitazioni, posti a quote
differenti).
Seguendo quest'ultima direzione (si passa a destra di un pilone votivo
2),
ci si trova subito ai piedi del
Rifugio Prato Gaudino
(992 m)
3,
raggiungibile con la breve scalinata che sale a destra.
La strada s'innalza con alcuni stretti tornanti alle spalle del rifugio,
lascia a destra il sentiero per la borgata
Aranzone
e piega a sinistra (est).
Poco oltre si abbandona la sterrata per seguire la mulattiera che si
insinua a sinistra tra le case alte di
Prato Gaudino,
alcune riattate, molte ridotte a rudere
4.
Superate le abitazioni, si ignorano un primo sentiero a sinistra,
quindi un secondo che prosegue diritto (palina che indica il
Tour della Rocca in MTB) mentre la mulattiera piega a destra.
Poco oltre bisogna prestare attenzione ad un bivio poco evidente,
seppur indicato da una palina segnavia: si lascia innanzi la mulattiera e
si svolta a destra, cercando di intuire la traccia che
si addentra nel bosco.
Percorse alcune decine di metri, il percorso si fa più evidente: si sale
dapprima tra vecchi terrazzamenti ricolonizzati da latifoglie, quindi
ci s'innalza assai ripidi, tra ampie radure, lungo un costone
5.
Giunto sullo spartiacque tra la Valle Stura, alle spalle, e l'ampia
Valle di Sant'Anna,
di fronte, il sentiero piega bruscamente a sinistra. Seguendo la displuviale
6,
con un leggero saliscendi cui segue una brusca salita, ci si porta fin
sulla sommità del
Monte Colletto
(1167 m, 0:40 - 0:45 ore da
Prato Gaudino).
Si scende sul versante opposto, si continua lungo la displuviale
ancora in saliscendi e si risale una modesta elevazione a quota 1152.
Incomincia qui una ripidissima discesa, resa insidiosa anche dalle abbondanti
foglie sul terreno, interrotta solo da brevi tratti meno pendenti.
Il sentiero lambisce una pista forestale proveniente dalle
Case La Balma,
e prosegue la discesa sul crinale fino al
Pertuso del Colet
(963 m, 0:35 - 0:40 ore dal
Monte Colletto).
Al piccolo valico si incontra un crocevia: si ignorano
sia il sentiero che si stacca a sinistra per le
Case Naviano,
sia quello, sempre a sinistra per
Tetto Balotte;
si segue invece verso sinistra la piccola strada sterrata che arriva da
Prato di Francia.
La stradina, sostanzialmente pianeggiante
7,
si allunga nel bosco di castagni
e latifoglie, incontrando anche macchie di abeti e larici.
Numerose sono le diramazioni o i sentieri che si staccano su ambo i lati
e che si devono trascurare. Per citare le più evidenti: presso un colletto
a quota 963 si riceve da sinistra una strada sterrata da
Tetto Giandola;
presso
Tetto Rimet,
a quota 918, si lascia a sinistra la sterrata per
San Mauro di Rittana8;
più avanti, si lascia a destra la sterrata per
Lupo
e
Ferrere.
Si giunge così a
Scanavasse
(1065 m, 0:40 - 0:50 ore dal
Pertuso del Colet)
9,
dove ci si immette sulla strada asfaltata che proviene da valle
e qui termina.
Lasciata di fronte la strada sterrata che si dirige nella borgata,
si continua a destra, sulla strada sterrata che, con due
tornanti, sale a monte delle case.
Ripreso l'andamento a mezzacosta, e continuando a ignorare
le diramazioni secondarie, la carrareccia passa anche alle spalle della borgata
Bergia
e torna a ridursi ad una più piccola pista sterrata.
Con un lungo traverso si guadagna quota, poi, con due
tornanti, si arriva in località
Le Funse
(1274 m, 0:45 ore da
Scanavasse).
Qui si incontra un crocevia
10:
si tralasciano la pista sterrata a destra per
Bernezzo
e quella di fronte per il
Monte Tamone,
per imboccare la pista a sinistra per il
Chiot Rosa.
La pista sterrata spiana e in breve raggiunge un altro incrocio:
si evitano le due diramazioni a sinistra, una per la borgata
San Matteo
e
Valgrana,
e si continua innanzi.
La pista scende nel bosco lungo il crinale
11
e, dopo aver lasciato
a sinistra l'ennesima diramazione ed una breve risalita,
riprende a perdere quota lentamente.
Un bivio a destra con una pista sterrata, che si ignora,
precede l'immissione su una strada sterrata,
proprio nei pressi dell'ingresso dell'area attrezzata di
Chiot Rosa
(1188 m, 0:30 - 0:35 ore da
Le Funse, fontana),
ben visibile a sinistra
12.
Continuando innanzi, si lascia a destra il sentiero per
Mendia
e
Serre,
e ci si porta sulla strada asfaltata che sale da
Rittana.
Si percorrono solo una cinquantina di metri e si
imbocca, sulla destra, un sentiero segnalato.
In qualche minuto si arriva a lambire nuovamente la strada asfaltata:
qui si abbandona la pista sterrata a destra che prosegue verso
La Francila
e si segue l'asfalto, entrando subito tra le poche case della borgata
Chiapera
(1251 m).
Poco oltre si supera la borgata
Grain14
e si continua lungo la rotabile, con maggior pendenza,
fino al piccolo ponte in cemento sul
Rio Sarretas.
La strada diventa sterrata e conduce, trascurando le diramazioni
minori, alla piccola borgata di
Paraloup
(1362 m, 0:35 - 0:45 ore da
Chiot Rosa),
sede dell'omonimo
Rifugio Paraloup13.
Una dozzina di baite, in un luogo addirittura "al riparo dai lupi",
come recita il toponimo, tra il settembre 1943 e la primavera del 1944
sono diventate il primo quartier generale delle bande partigiane di Giustizia
e Libertà del cuneese.
In poco meno di due anni di lotta partigiana Paraloup ha visto
combattere quasi centocinquanta ragazzi, tutti giovanissimi: soltanto nove
di loro avevano più di 25 anni.
Al comando delle bande personaggi di notevole spessore, come
Duccio Galimberti,
Dante Livio Bianco,
Giorgio Bocca
e, dal febbraio 1944,
Nuto Revelli.
Con l'acquisto del primo lotto di baite abbandonate, nel 2007 la Fondazione Nuto Revelli
onlus ha incominciato l'imponente opera di recupero e rivitalizzazione della
borgata, grazie a sapienti ristrutturazioni ecosostenibili che hanno portato a realizzare
strutture ricettive, museali e di intrattenimento.
Proprio la figura di
Nuto Revelli,
partigiano prima e narratore della vita contadina poi, rende la borgata di
Paraloup
un importante luogo della memoria, in grado di mantenere vivi
i ricordi su queste due realtà storiche.
[Fondazione Nuto Revelli, Paraloup]
Accessi
Da Cervasca si prosegue in direzione di Vignolo, fino a incontrare
il bivio, a destra, per San Michele. Si svolta a destra, si supera il paese
di San Michele e si continua seguendo le indicazioni per il Santuario della
Madonna degli Alpini.
Ai piedi del santuario, presso il Colle di San Maurizio,
un piccolo slargo consente di posteggiare alcune auto.
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