Con una breve digressione, imboccando il sentiero per Pian del Chiot, si perviene all'Opera 360 13 del Vallo Alpino, piccola opera fortificata di tipo "7000" ed armata con due mitragliatrici.
[Strade e sentieri del Vallo Alpino, p.94]
+539 / -539
Dislivello [m]
2:35 - 3:00
Tempo [h:mm]
6524
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
Periodo consigliato [mese]
Una agevole passeggiata, vivamente raccomandata per i meravigliosi paesaggi che si attraversano. Ad arricchire il tutto spettacolari grange, tipici esempi di architettura alpina tradizionale in pietra, due accattivanti laghetti, ed il bel poggio assolato su cui sorge il Rifugio Bagnour.
Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA
A | Da Borgata Alboin (1494 m) a: | Dislivello [m] | Tempo [h:mm] | Distanza [m] | Difficoltà | Segnavia |
---|---|---|---|---|---|---|
B | Lago Secco (1897 m) | +409 / -6 | 1:10 - 1:20 | 2179 | E | U51 |
C | Lago Bagnour (2015 m) | +528 / -7 | 1:30 - 1:40 | 3010 | E | U51 |
D | Rifugio Bagnour (2019 m) | +532 / -7 | 1:30 - 1:45 | 3093 | E | U08 |
E | Borgata Alboin (1494 m) | +539 / -539 | 2:35 - 3:00 | 6524 | E | U08 » = » U51 |
Dalla piccola borgata
Alboin
(1494 m, fontana)
1415
di
Casteldelfino,
qualche metro oltre il minuscolo posteggio,
si abbandona la strada asfaltata e si svolta a sinistra
su una bella mulattiera (segnavia U51), seguendo le indicazioni per le
Grange Pralambert
e il
Lago Bagnour.
Quasi subito si trascura sulla destra il sentiero per
Pian del Chiot
(Pion dal Kiot
nella toponomastica locale).
Con una breve digressione, imboccando il sentiero per Pian del Chiot, si perviene all'Opera 360 13 del Vallo Alpino, piccola opera fortificata di tipo "7000" ed armata con due mitragliatrici.
[Strade e sentieri del Vallo Alpino, p.94]
Si prosegue in lieve discesa e, ignorata una traccia a sinistra, in corrispondenza di una balma (edificio addossato ad un grosso masso) si riceve da sinistra il sentiero che sale da Borgata Bertin.
Anche in questo caso, scendendo lungo sentiero per alcune decine di metri, si raggiunge l'Opera 360 bis 12, sempre di tipo "7000", armata con una mitragliatrice. In entrambe le Opere, il cui compito era di proteggere da eventuali aggiramenti le altre Opere di fondovalle, il presidio era ridotto a pochi uomini.
[Strade e sentieri del Vallo Alpino, p.95]
Percorse alcune decine di metri, si lascia a sinistra un sentiero
quasi pianeggiante per svoltare sulla destra (nord-ovest) ed iniziare a salire
piuttosto ripidi tra larici e noccioli
2.
La faticosa salita prosegue per un lungo tratto
(alcune tracce ai lati, poco evidenti, non possono trarre in inganno),
fino a raggiungere un caratteristico masso
("Peiro Pousouiro")
utilizzato un tempo come posto di sosta per le
slitte durante trasporto a valle dei materiali.
Continuando l'ascesa attraverso il lariceto
34,
che man mano si mischia alla cembreta,
si arriva nei pressi dei ruderi della
Grangia Gamato.
Qui si lascia a destra la diramazione per la
Croce d'Alié
e ci si tiene a sinistra per le
Grange Pralambert
e il
Rifugio Bagnour.
Lungo l'itineraio proposto è impossibile non notare le ben note
"Barbe di bosco"
5
(Usnea sp.),
curiosi ciuffi che colonizzano gran parte dei rami ormai spogli di larice e cembro
alla base delle chiome.
Si tratta di licheni, organismi costituiti dalla simbiosi tra un
fungo e un'alga o un cianobatterio. Il fungo si occupa di fornire un ancoraggio
al substrato sul quale il lichene si sviluppa, l'alga di produrre tramite
fotosintesi il nutrimento.
I licheni (se ne conoscono circa 15.000 specie, 2.000 delle quali in Italia)
si trovano di fatto in ogni ambiente e sono tra gli organismi viventi
(al pari dei batteri) in grado di adattarsi alle condizioni più estreme.
Tra gli innumerevoli utilizzi dei licheni (come bioindicatori, per la
produzione di farmaci, di cosmetici, di coloranti,...), c'è stata anche la produzione
di esche velenose per gli animali. La 'Letharia vulpina', tossica per
ingestione nell'uomo ed in grado di irritare per contatto le mucose,
presente nel
Bosco dell'Alevé,
ha aspetto non dissimile dalle barbe di bosco, ma colore giallo intenso.
[Alla scoperta dei licheni, pp.19-30] [I licheni delle Alpi Cuneesi, p.126]
Una altro breve tratto in salita permette di raggiungere le
Grange Pralambert sottane
(1740 m)
67,
in splendida posizione panoramica ed assolata.
Appena oltre le costruzioni si trascura una poco marcata
traccia pianeggiante a sinistra e si prosegue a destra,
ora su sentiero, fino alle
Grange Pralambert soprane
(1838 m)
8,
anch'esse in ottima posizione.
Proprio sotto le grange si lascia a destra una ulteriore diramazione per la
Pian del Chiot
e il
Croce di Ciampagna,
proseguendo a sinistra per il
Rifugio Bagnour.
Sempre in decisa salita, il sentiero supera il bivio a sinistra per le
Grange Gheit
e il
Vallone di Vallanta,
poi spiana e volge a sinistra, portandosi nei pressi del piccolo
Lago Secco
(1897 m, 1:10 - 1:20 ore da
Alboin)
9,
distante pochi metri sulla destra e
circondato dalla cembreta, qui quasi in purezza.
Il Pino cembro (Pinus cembra) giunge in Italia durante l'ultima glaciazione,
proveniente dalla lontanissima Siberia.
È l'unica conifera italiana ad avere gli aghi raggruppati a ciuffetti di cinque
1;
le sue pigne, grosse e di color rosso bruno, producono semi commestibili
(i semi, detti pinocchini, sono perfino più apprezzati dei ben noti pinoli
ed utilizzati anche in pasticceria!).
Si tratta di una pianta dall'accrescimento molto lento, che può raggiungere i 1000 anni di età.
Il cembro, o cirmolo, si spinge fino a quote elevate, prediligendo un clima continentale
con forti escursioni termiche; non patisce le basse temperature e i periodi di scarse
precipitazioni. Cresce preferibilmente su suoli acidi di origine silicea
e dispone di radici robustissime, prima fittonanti poi ramificate, che gli consentono di
ancorarsi al terreno resistendo alla neve e, contemporaneamente, svolgendo ruolo di consolidamento.
La disseminazione è legata a piccoli animali quali scoiattoli, nocciolaie, topi e arvicole.
Il legno è bianco rosato, durevole e difficilmente attaccato dai tarli. Viene abbondantemente
utilizzato per la realizzazione di mobili e per lavori di intaglio.
Dalla corteccia si estrae un balsamo usato in profumeria. I semi, detti pinocchini,
sono più apprezzati dei ben noti pinoli ed utilizzati anche in pasticceria.
[Boschi del Piemonte, p.34]
[Alberi, Funghi e Frutti, pp.10-12]
Con pendenze ora più moderate, immersi nella magnifica cembreta del Bosco dell'Alevè, un ultimo tratto di ascesa conduce ad un ameno radura pianeggiante. All'imbocco della piana si trascura il bivio a destra per il Passo Sud dei Duc, mentre appena oltre il bivio si incontrano le sponde del Lago Bagnour (2015 m, 0:20 ore dal Lago Secco) 11.
Il
Bosco dell'Alevé,
il cui toponimo deriva dall'occitano Elvé (=cembreta), si estende tra i comuni di
Pontechianale, Casteldelfino e Sampeyre. Ha una estensione di circa 825 ettari
e si estende a quote comprese tra i 1000 e i 2400 metri; attualmente è in fase di espansione
a quote maggiori e verso est.
Il bosco, una parte del quale costituito da cembreta in purezza, è iscritto nel
Libro Nazionale dei boschi da seme dal 1949: i semi vengono raccolti, impiantati e
utilizzati anche all'estero per la diffusione della specie.
Tra i 1500 e 1800 di quota il bosco si presenta sotto forma di lariceto misto a cembreta.
È stato l'uomo a favorire la presenza del larice a quote moderatamente basse e
facilmente raggiungibili, sia per disporre di legname da opera sia per consentire
il pascolamento degli animali nel bosco (il cembro non era amato dai pastori per la
sua chioma folta con ramificazioni che partono quasi dal terreno).
Oltre queste quote, e fino ai 2400 metri, troviamo invece una cembreta in purezza,
a tratti fitta, che copre oltre 600 degli 825 ettari dell'intero bosco; esemplari isolati
di cembro si spingono poi fino a 2800 m, una delle quote più elevate raggiunte sulle Alpi
dalla vegetazione arborea.
Il bosco, noto fin da epoca romana, è stato preservato nei secoli come elemento di
protezione del territorio da frane e valanghe: la sua posizione su versanti molto
ripidi e aridi e la sua quota hanno però di certo agevolato la sua conservazione,
essendo quasi impossibile la trasformazione a pascolo dell'area .
Nonostante la sua corteccia sottile e resinosa che lo espone più di altri alberi
al pericolo degli incendi, il pino cembro gode in quest’area di buona salute:
molti esemplari raggiungono i 400 anni di età, alcuni superano i 600 anni ed il
bosco è il lenta ma costante espansione su pascoli abbandonati e nel lariceto.
Il bosco, esposto in prevalenza a sud, è moderatamente luminoso, nonostante le chiome
dei pini; il sottobosco è costituito da mirtilli e rododendri e, nelle zone più aride,
da ginepro nano e uva ursina. Significativa anche la presenza di licheni come le
barbe di bosco.
Nel bosco sono anche presenti alcuni piccoli laghetti, in fase di interramento,
alimentati dai nevai in quota e spesso in secca nella stagione estiva.
[Boschi del Piemonte, pp.34-35]
Serpeggiando tra le pozze formate dal bacino lacustre, assai poco
profondo e in molti punti prossimo all'interramento, grazie anche all'aiuto di
alcune passerelle, si arriva infine al
Rifugio Bagnour
(0:05 ore dal
Lago Bagnour)
10,
situato sul margine opposto della radura.
Per evitare di tornare sui propri passi, il suggerimento imboccare il sentiero
molto battuto che, partendo davanti al rifugio, scende verso sud-ovest in direzione di
Castello
e del
Rifugio Alevé
(segnavia U08).
Si perde quota abbastanza velocemente tra i pini; quando il sentiero volge
bruscamente a destra (nord), poco prima di arrivare alla radura di
Pian Caval,
si svolta a sinistra per le
Grange Pralambert sottane.
Per i primi metri si fatica ad individuare la traccia, coperta da cespugli di
ginepro, e ci si affida ai pochi, ma sufficienti, segnavia bianco-rossi.
Poi il sentiero appare evidente e serpeggia piacevolmente a mezzacosta nella cembreta
1617.
Ad una leggera discesa nel bosco fitto segue un altro breve tratto più aperto
dove la traccia si fa nuovamente dubbia: ancora una volta ci si affida
alla segnaletica orizzontale e si ritrova senza problemi il percorso.
Ci si immette così sul più marcato sentiero che giunge da
Villaretto,
e si continua a sinistra.
In breve si arriva sul sentiero già utilizzato all'andata, poco a valle del
Lago Secco.
Si svolta a destra e si ritorna sui propri passi fino ad
Alboin
(1494 m, 1:05 - 1:15 ore dal
Rifugio Bagnour).
Da Costigliole Saluzzo si risale la Valle Varaita fin oltre l'abitato di Casteldelfino. Al secondo tornante dopo Casteldelfino si trova a destra la stradina che sale ad Alboin. La strada termina con un piccolo spiazzo nel quale sono disponibili alcuni posti auto.
--
--
[Fra n.17] [Fra n.11] [AsF n.8] [IGC n.106] [IGC n.6]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo sopralluogo: Estate 2022
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anonimo
lunedì 09 marzo 2009
[ 84.223.*.*]
L'ho fatto ieri 08 Marzo, in Ciastre, nella variante da Castello. Molto bello, tutto nel bosco, ideale per avviare i neofiti di montagna.
Ste
mercoledì 03 giugno 2009
[ 151.12.*.*]
Splendida passeggiata!!! Inizia piuttosto in salita, forse troppo come prima uscita della stagione (2 giugno 2009) ma per il resto il panorama, tra torrenti, laghi, verde vegetazione e rifugio Bagnour, paga tutte le fatiche iniziali!!! Anche i nostri 2 cani si sono divertiti un mondo e li abbiamo riportati a casa letteralmente cotti! Complimenti per le indicazioni davvero molto precise, sicuramente per la prossima uscita seguiremo un altro di questi interessanti itinerari.
agdag
venerdì 12 giugno 2009
[ 94.81.*.*]
Data: 11/06/2009. Bellissima!! Saliti in 2 ore con varie soste per fiato e foto. C'è così tanta acqua che si è formato un laghetto prima del Lago Secco. Al ritorno provato sentiero alternativo. Tra Peiro Grangetto e Grange Baciasot ci sono diversi alberi che ostruiscono in vari punti il cammino: sconsigliato finché non verranno rimossi. Il tratto tra Grange Baciasot e il Lago Secco presenta una salita: evitare il sentiero alternativo se sono rimaste poche forze dopo la salita al Rifugio Bagnour.
fure78
domenica 23 agosto 2009
[ 93.150.*.*]
Mi è piaciuto tantissimo! Ci sono stato ieri con un amico e siamo saliti in 1h40'; l'abbimao trovato facile ed estremamente interessante. Esattamente come descritto. Belle le Opere 360 e 360 bis. Ideale per bambini e famiglie.
Davidetex
mercoledì 24 agosto 2011
[ 78.7.*.*]
Ci siamo stati il 18 agosto: bel giro abbastanza agevole e ben segnalato. Tornando abbiamo anche fatto incetta di mirtilli e lamponi deliziosi per un sacco di muffin e scones.
rosy
giovedì 22 settembre 2011
[ 93.32.*.*]
oggi 22 settembre 2011 io e il mio fidanzato siamo arrivati al lago Bagnour, giornata meravigliosa ,sentieri segnalati benissimo e splendido paesaggio. il percorso è facile. buono x i novelli...
Simone Fusco
mercoledì 24 agosto 2016
[ 79.51.*.*]
Ieri 23 agosto 2016 ho fatto questa escursione partendo dalla borgata Alboin. Purtroppo il parere non è positivo, sono rimasto deluso sia dall'itinerario, zero panoramico e prevalentemente tra i boschi, e deluso all'arrivo al rifugio. Non ho visto niente di particolarmente bello. Un semplice rifugio di montagna all'interno di una vallata con un laghetto che sembra più uno stagno, Ho incontrato parecchi bivi durante il percorso che hanno confuso sia me che altre persone conosciute. Peccato. Ciao
anonimo
domenica 25 agosto 2019
[ 151.18.*.*]
Ottimo il sentiero e ben tracciato, arrivati al rifugio posto incantevole abbinato ad una giornata stupenda.
m_fella
domenica 20 giugno 2021
[ 94.36.*.*]
Gita carina, adatta ai bambini (ne ho visti una dozzina al rifugio, anche se saliti da Castello). Il lago secco è un po' ... secco (nomen omen), del resto piove sempre meno. Il lago bagnour non è messo molto meglio, ma essendoci il rifugio, il posto è molto carino. Sono tornato ad Alboin facendo il giro suggerito, percorso molto piacevole.
Marylena
lunedì 25 luglio 2022
[ 109.118.*.*]
Fatto a luglio 22. Percorso fattibile d estate perché il 90% è all'ombra si attraversano boschi di larici stupendi. La salita e abbastanza ripida. Vi sono numerosi segnavia e cartelli per le indicazioni. Sul posteggio in borgata troverete una fresca fontana l'unica altra si trova al rifugio. Siamo saliti in 1ora e mezza con due bambini (8 e 12).
Commenta l'itinerario 15.08