GV.03 Rifugio Vallanta - Passo di Vallanta - Refuge du Viso - Galleria delleTraversette (Buco di Viso) - Pian del Re
Rifugio Vallanta (2444 m) - Passo di Vallanta (2811 m) - Lac Lestio (2510 m) - Refuge du Viso (2460 m) - Galleria delleTraversette (Buco di Viso) (2882 m) - Pian Mait (2717 m) - Pian Armoine (2460 m) - Pian del Re (2020 m)
+885 / -1309
Dislivello [m]
5:30 - 6:15
Tempo [h:mm]
13786
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
Sono due gli elementi di questa tappa che colpiscono maggiormente. Il primo è la
velocità con cui si passa dalle impervie e severe pareti del gruppo del Viso, contornate da
colate di massi e detriti, agli arrotondati (e acquitrinosi) pendii prativi che circondano il Refuge du Viso.
Il secondo elemento non può che essere la Galleria delle Traversette, nota anche come Buco di Viso,
verosimilmente il primo traforo alpino della storia: nonostante i lavori di restauro
lo abbiano un po' snaturato con l'uso del cemento, attraversare questa galleria lascia sempre
la sensazione di affrontare un piccolo viaggio nel tempo...
Dal
Rifugio Vallanta
(2444 m)
un sentierino (segnavia U14) punta a nord
(da non confondere con la traccia che origina più o meno nello stesso punto,
ma si tiene più a destra, per il dismesso
Rifugio Gagliardone).
Si tagliano praterie alpine su ripidi pendii con un lungo traverso in diagonale,
poi si lascia a sinistra un sentiero di raccordo che si dirige a ritroso verso il
Passo della Losetta.
Ci s'innalza ora ripidi a stretti tornanti, quindi si riprende il
traverso ai piedi di paretine rocciose
7
e si giunge ad un bivio: entrambi i rami del sentiero
si ricongiungono poco oltre, ma quello si sinistra stacca ancora a sinistra una
ulteriore diramazione per il
Passo della Losetta.
Al bivio conviene pertanto tenere il ramo di destra, più breve e con meno dislivello,
per giungere all'ormai vicinissimo
Passo di Vallanta
(2811 m, 1:00 - 1:10 ore dal
Rifugio Vallanta)
8.
La discesa dal colle è piuttosto impegnativa, specie in caso di scarsa visibilità, neve o
terreno bagnato.
Si scende dapprima ripidi tra pietraie, guidati da tacche bianco-rosse ed ometti, non sempre
posizionati in maniera ottimale.
Si traversa quindi verso sinistra (ovest nord-ovest), con percorso malagevole tra grossi massi,
sempre cercando di non perdere ometti e segnavia.
Una breve ripida discesa
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precede un ulteriore traverso ancora in direzione ovest nord-ovest
ed un'ulteriore tratto più ripido. Si esce così dalla zona più complicata e, sebbene ancora
su detriti, il sentiero ricomincia ad apparire evidente.
Circa a metà di questo lungo diagonale, si stacca a destra una traccia non segnalata
ancor più scoscesa che, seguendo un profondo solco in mezzo al pendio detritico, scende direttamente al
Lac Lestio.
Pochi ampi tornati consentono di perdere ulteriore quota e di raggiungere la piana
prativa che ospita il
Lac Lestio
(2510 m, 0:45 - 0:50 ore dal
Passo di Vallanta).
Costeggiato il piccolo specchio d'acqua, si prosegue in leggera discesa su terreno ora decisamente
agevole: più a valle si attraversa l'emissario del lago su un ponte in legno, si lascia subito a
sinistra il sentiero per
La Gardiole
e ci si tiene a destra.
Si traversa in leggera salita su pendii pascolivi, a tratti acquitrinosi, si supera
un piccolo rio e si arriva al
Refuge du Viso
(2460 m, 0:40 - 0:45 ore dal
Passo di Vallanta)
10.
Al rifugio si lascia a destra la traccia per il
Coulour del Porco
e si continua alle spalle della struttura, verso nord, in leggera discesa.
Passato il piccolo
Torrent de la Faïto
si ignora subito dopo la diramazione a sinistra che scende a
La Roche Écroulé.
Il sentiero volge a destra (est), aggirando un costone prativo,
e inizia a salire. Si tralascia dopo poche decine di metri una seconda
diramazione a sinistra che traversa al
Rifugio Granero
via
Col Seilliére
e si continua l'ascesa tra erba e roccette, restando poco a sinistra del torrente
scavalcato poco prima.
Una breve rampa porta a un piccolo ripiano, sede probabile di un
laghetto ora interrato, che si tiene a sinistra. Si entra in un breve
canale roccioso che si rimonta agevolmente a tornanti, poi si
prosegue l'ascesa su terreno aperto tra rocce affioranti, detriti e magra erba,
puntando verso nord nord-ovest alla sottile cresta rocciosa che separa l'Italia
dalla Francia.
Trascurata una traccia a sinistra ancora per il
Rifugio Granero
via
Col Seillierino,
il sentiero giunge alla base della cresta rocciosa e la segue
compiendo un ampio semicerchio verso destra.
Un leggero saliscendi e due tornanti conducono infine all'imbocco della
Galleria delle Traversette
(o Buco di Viso,
2282 m, 1:25 - 1:40 ore dal
Refuge du Viso).
La Galleria delle Traversette13,
anche nota come
"Buco di Viso",
è quasi certamente il
primo traforo alpino della storia. La sua costruzione fu concordata da
Lodovico II Marchese di Saluzzo
con il signore di Provenza
Renato d'Angiò
e il parlamento di Grenoble, cui il Re di Francia Luigi XI aveva demandato
l'onere della decisione. La sua realizzazione fu voluta sia per accelerare i transiti
commerciali tra Grenoble e Saluzzo sia per eliminare dal percorso il pericolosissimo
passaggio del
Colle delle Traversette,
causa di numerose disgrazie durante gli attraversamenti
effettuati in presenza di neve o ghiaccio.
Iniziato nel 1475 (secondo alcune fonti), il 29 settembre del 1478 (secondo altre)
e terminato nel 1480, era alto in media due metri,
largo tre ed oggigiorno misura circa 75 metri di lunghezza incluse le trincee di accesso;
consentiva il transito di muli e asini caricati
sul dorso e sui fianchi. Lo scavo è molto probabilmente stato effettuato con una tecnica
mineraria utilizzata per secoli che consisteva nel surriscaldare la roccia col fuoco
e nel raffreddarla quindi bruscamente con acqua e aceto.
Rivelatosi subito un passaggio di notevole importanza strategica oltreché commerciale,
ed utilizzato da vari eserciti francesi per entrare in Italia, nel corso della
sua storia ha visto alternarsi periodi di apertura e periodi di chiusura, dettati questi
ultimi sia da motivi strategici, sia da cause naturali, viste le numerose frane che
periodicamente occludevano gli ingressi, specie sul versante francese
1
e la neve che tendeva a perdurare in questo ombroso anfratto anche fino ad
estate inoltrata.
Tra le opere di riapertura, vanno segnalate quella del 1878 su finanziamento del
CAI di Torino e della Provincia di Cuneo, e quella del 1907 a cura di CAI, CAF e numerosi
enti pubblici italo-francesi. Recenti sforzi, datati 1973 e 1998 consentono tuttora
un agevole ingresso dal versante italiano.
Nel 2014 la Regione si è adoperata per rendere fruibile la percorrenza anche
sul versante francese ed eliminare, si spera definitivamente, il problema delle frane.
Allungando l'uscita con un tunnel in cemento
11,
in sostituzione dell'originaria
trincea di ingresso al traforo, sembra in effetti che almeno il problema
legato alle frane sia stato superato: resta da chiedersi se un cunicolo in cemento
armato sia consono per il restauro del primo traforo alpino aperto nella nuda roccia...
[ALP Monviso] [-]
Si lascia a destra il sentiero che sale al
Colle delle Traversette
e, con l'aiuto di un torcia, si attraversa lo storico traforo.
Giunti sul versante italiano
126,
un ripido traverso scende a immettersi sul sentiero proveniente dal
Colle delle Traversette,
che si segue a sinistra (segnavia V16).
Pochi tornanti tra sfasciumi portano ai ruderi della sottostante casermetta,
dove si ignora a sinistra il sentiero per il
Colle Luisas.
Si sfila davanti al vecchio edificio militare, e si riprende la ripida discesa a stretti
tornanti su quella che era una vecchia mulattiera, fino alla conca di
Pian Mait
(2717 m, 0:20 - 0:25 ore dalla
Galleria delle Traversette).
Il percorso di discesa descritto in questo tratto della tappa segue il tracciato
della strada ex militare
"Crissolo -
Pian del Re -
Pian Mait -
Colle delle Traversette"
costruita, in parte su mulattiere esistenti e in parte ex-novo, tra il 1939 e il 1940, al
servizio del sistema difensivo delle Traversette.
[Le strade dei cannoni, pp.100-106]
Si aggira in falsopiano l'intera conca e, in prossimità di alcuni ruderi, si lasciano a
destra due evidenti tracce, la prima delle quali si allunga verso il lontano
Colle Armoine.
Usciti dal pianoro, la mulattiera piega a sinistra (sud-ovest) e riprende la discesa
5
con una nuova serie di stretti tornanti: lasciata una vecchia traccia a sinistra che risale verso
Pian Mait,
si arriva al bivio, sulla destra, per il
Rifugio Giacoletti
via
Sentiero del Postino.
Si ignora anche questa diramazione, e si resta sulla mulattiera che svolta a sinistra (nord-ovest)
aggirando alla base il lunghissimo contrafforte meridionale del
Monte Meidassa, riduce la pendenza e traversa a lungo sul pendio prativo.
Si trascurano un sentiero a sinistra ancora per il
Colle Armoine4,
ed un'altra traccia a sinistra.
La mulattiera lambisce il pianoro prativo di
Pian Armoine
(o, più correttamente,
Pian dar Mòine, 2460 m)
3,
al centro del quale, piuttosto distanti, spiccano i ruderi
dell'Opera 220
del Vallo Alpino, e continua a perdere quota con ampi tornanti regolari.
Si tratta
dell'Opera 220
del Vallo Alpino, facente parte del sistema difensivo delle Traversette e
fatta saltare in seguito agli accordi di pace.
Giunti a
Pian Armoine,
dal sentiero è possibile osservare in lontananza
i resti dell'imponente fortificazione.
[Le strade dei cannoni, p.103]
A quota 2373 circa, in corrispondenza di un tornante verso destra, si trascurano
ben tre diramazioni a sinistra in successione, tutte poco evidenti:
la prima taglia in salita e torna verso
Pian Armoine,
la seconda punta all'opera del Vallo Alpino,
la terza discende verso
Pian del Re.
Giunti sul fondo idrico dell'ampio vallone sospeso, si lascia a destra
un ulteriore (e più agevole) sentiero per il
Rifugio Giacoletti;
la mulattiera (sempre segnavia V16), che qui si sdoppia in diverse tracce
quasi parallele, discende il fondo del vallone su pendii erbosi cosparsi di detriti.
Al margine inferiore del vallone, si trascura a destra il sentiero per il
Lago Superiore,
quindi, si inizia il traverso che punta diretto verso l'ormai vicino
Pian del Re,
da qui bene in vista
2.
Nella breve ma ripida discesa si ignora il sentiero sulla sinistra per il
Colle delle Gianna
(segnavia V12) e, passato un piccolo rio,
si arriva sull'ameno pianoro di
Pian del Re
(2020 m, 1:20 - 1:25 ore da
Pian Mait).
Accessi
L'accesso più breve al Rifugio Vallanta è lungo
l'Itinerario 15.06.
Note
La possibile presenza di neve, anche in estate, nella discesa dal Passo di Vallanta o nella zona della
Galleria delle Traversette può rendere il percorso più difficoltoso.
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.10] [AsF n.8] [IGC n.106] [IGC n.6] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Estate 2022
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