13.03 Santuario di San Magno - Monte Crosetta - Bassa di Narbona - Cima q.2250
Santuario di San Magno (1767 m) - Passo Crosetta (2184 m) - Monte Crosetta (2192 m) - Bassa di Narbona (2231 m) - Cima q.2250 (2250 m)
+576 / -93
Dislivello [m]
2:10 - 2:30
Tempo [h:mm]
6383
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Bellissima escursione, di media durata ma su facile sentiero. Attraverso
verdeggianti pendii pascolivi, culla del famoso formaggio Castelmagno, questo itinerario
porta dapprima alla modesta elevazione del Monte Crosetta quindi alla Bassa di
Narbona e alla panoramica elevazione q.2250. Impressionanti le dimensioni della stalla
di Grange Martini, interamente costruita in pietra a secco.
Sul lato destro dell'ingresso del
Santuario di San Magno
(1767 m)
13
una breve discesa raggiunge la vicina strada asfaltata.
Si segue la strada verso il
Colle Valcavera
(destra) e, dopo circa 300 metri, al primo bivio si svolta ancora a destra
(indicazioni per il
Monte Crosetta).
La stradina, che diventa sterrata per un breve tratto, sale fino ad un piccolo
slargo e si biforca ulteriormente
(fin qui è anche possibile giungere in auto dal santuario; oltre, la strada è chiusa
al traffico privato).
A questo incrocio, e precisamente dal ramo di destra, si può giungere a
piedi direttamente dal santuario, con percorso più breve e lineare.
Dal piazzale antistante l'ingresso del
Santuario di San Magno
si sale sulla rampa in pietra e cemento proprio sopra la fontana.
Il sentiero si biforca subito: si ignora la diramazione di sinistra per il punto panoramico
3
e si continua diritti, verso nord.
Il sentiero volge brevemente ad ovest, poi giunge ad un secondo bivio: si svolta a destra,
riprendendo la salita verso nord fino a raggiungere la soprastante strada sterrata.
Si segue la strada verso sinistra e si arriva al bivio in questione.
Attenzione che a causa delle numerose tracce in questo breve tratto, la possibile presenza
di erba alta o recinti elettrificati per le mandrie, può risultare un poco disagevole
seguire il sentiero descritto.
Si ignora la diramazione sterrata di destra e si sale a sinistra.
Tra i due rami della strada è possibile prendere il sentiero (segnavia R13) che,
in qualche minuto, si ricongiunge alla strada asfaltata per
l'Alpe Chastlar.
Si percorrono solo alcune decine di metri prima della successiva biforcazione: si lascia di fronte
la sterrata per il
Gias Sibolet
(segnavia R06)
e ci si tiene a destra su asfalto per
l'Alpe Chastlar.
Il Santuario è dedicato a San Magno, monaco nato in una regione dell'attuale
Svizzera tedesca nel 699 e morto all'età di 73 anni, il cui culto toccò
il culmine nel Cuneese durante il XVIII secolo.
La storia del Santuario inizia con una prima cappella edificata nel 1475,
cui seguirono numerosi ampliamenti nel corso dei secoli successivi fino
alla seconda metà dell'800, quando venne aggiunto il porticato sui tre lati
212
conferendo al Santuario l'attuale imponente aspetto. Assai caratteristico anche il piccolo
cimitero che si trova sul lato opposto al portale di ingresso.
[-]
Non deve stupire la raffigurazione del Santo nei panni di un legionario romano
1.
La tradizione riporta infatti di un contingente di legionari romani reclutati
"in natione thebea" (Egitto), ed inviati nel 286 dall'Imperatore d'oriente
Diocleziano in aiuto delle truppe dell'Imperatore pagano d'Occidente Massimiliano,
schierate nei pressi di Martigny, ed impegnate contro le popolazioni locali per
reprimere il diffondersi del cristianesimo.
La legione Tebea, composta interamente da soldati cristiani, si rifiutò di
massacrare popolazioni inermi, e fu così passata per le armi.
In realtà è più probabile che la legione fosse stata soltanto decimata, consentendo
a molti legionari di fuggire e disperdersi nelle piccole borgate delle valli alpine,
contribuendo alla evangelizzazione di queste zone.
In Piemonte si contano almeno una cinquantina di questi legionari scampati al
massacro. Di questi, molti finirono tuttavia vittime delle popolazioni
locali, contrarie alla dottrina cristiana predicata dai legionari.
Quanto questa versione sia fedele a quanto effettivamente accaduto non è dato
sapere con certezza; sta di fatto che molti dei santi venerati nelle vallate
alpine (quali San Costanzo, San Besso e lo stesso San Magno) vengono spesso rappresentati
con l'uniforme da legionario.
[-]
La strada riceve da destra il sentiero precedentemente menzionato e poco oltre diventa sterrata;
dopo alcune centinaia di si abbandona anche la strada per il sentiero che si stacca a sinistra.
La salita, non troppo ripida, attraversa infinite distese pascolive completamente spoglie
di vegetazione arborea
4.
Il sentiero piega poi verso nord e rimonta, più ripido e con ampi
tornanti, le pendici del
Monte Crosetta.
Si giunge così al
Passo Crosetta
(o
Passo delle Crocette,
2184 m, 1:10 - 1:20 ore dal
Santuario di San Magno).
Dal colletto, che adduce alla
Comba di Narbona,
si segue brevemente verso destra (est) l'agevole crinale
e si giunge alla vetta del
Monte Crosetta
(2192 m, 0:05 ore dal
Passo Crosetta)
155,
da dove il panorama spazia quasi a 360 gradi
614.
Il toponimo
Monte Crosetta
è menzionato nel volume Monte Viso della collana Guida ai monti d'Italia, dove
Michelangelo Bruno fa derivare i toponimi cros, crosetta, creusa da "crosus",
con il significato di roccia, masso o anche di solco vallivo molto inciso.
Tuttavia, il nome del monte potrebbe derivare da un'usanza degli abitanti di
Celle di Macra: recandosi al Santuario, i pellegrini portavano con loro
delle piccole croci in legno che venivano poi infisse nel terreno in corrispondenza del
Passo Crosetta.
Le croci sono tutt'oggi presenti, e da esse probabilmente derivano i toponimi
Monte Crocette
e Passo delle Crocette,
che vanno comparendo sulle guide e carte più recenti.
In questa scheda si è preferito tuttavia conservare i toponimi originari.
[-] [Monte Viso, p.241]
Tornati sui propri passi fino al colletto, si trascura la ripida traccia segnalata
che si cala a destra verso la
Grotta del Ghiaccio
(così denominata per la presenza, anche in estate, di stalattiti e stalagmiti di ghiaccio).
Lasciate a sinistra le numerose piccole croci in legno che caratterizzano il valico
7,
si continua sul crinale verso ovest; ignorata la deviazione a sinistra per il
Monte Tibert,
il sentiero (segnavia S22) si sposta a destra dello spartiacque e comincia
un lungo percorso a semicerchio che costeggia la testata della
Comba di Narbona.
Si scende gradatamente in una macchia ad arbusti di salice, ontano verde e rododendro,
lungo un pendio umido e fresco. Lasciato a destra il sentiero recentemente ripristinato per
Narbona
(o l'Arbouna),
si giunge ad un piccolo ripiano, la cui vegetazione nitrofila tradisce lo
stazionamento in questo luogo delle mandrie al pascolo.
Si passa il piccolo rio nell'impluvio del vallone e si comincia una leggera risalita.
Scomparsa la vegetazione arbustiva, ci si sposta ora su un assolato pendio prativo:
il sentiero tocca le
Grange Martini8
e quindi arriva alla
Bassa di Narbona
(o Basse di Narbona,
2231 m, 0:45 - 0:55 ore dal
Monte Crosetta)
10,
un'allungata depressione prativa tra la Valle Grana e il
Vallone Tibert
in Val Maira.
Trascurando la traccia a sinistra che s'inerpica sul
Monte Tibert,
sul crinale ci si immette sulla strada sterrata che sale da
Chiesa di Celle Macra
al servizio delle numerose grange del
Vallone Tibert.
Si segue verso destra la sterrata per un centinaio di metri, quindi la si abbandona presso le
Grange Serre9.
Si sale su prati verso destra (est nord-est) alle spalle delle
dirute costruzioni fino a raggiungere l'arrotondata
Cima q.2250
(2250 m, 0:10 ore dalla
Bassa di Narbona),
spettacolare punto panoramico dove la vista spazia dal Monviso alle vette
della Valle Gesso
11.
Accessi
Da Caraglio si risale la Val Grana fino a Castelmagno e si prosegue fino
al Santuario di San Magno. Ampi posteggi presso il santuario per lasciare l'auto.
Note
--
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.14] [AsF n.7] [IGC n.111] [IGC n.7] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Estate 2018
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piero47
giovedì 11 agosto 2011
[ 213.144.*.*]
Un percorso molto interessante e bello per la varietà dei fiori e l'ampio panorama. Un percorso bello per iniziare i ragazzi alla montagna.
sole
martedì 30 agosto 2011
[ 158.102.*.*]
Un bellissimo itinerario dalla valle maira al santuario proprio sul percorso di fede che ogni anno si ripropone il 19 agosto.
agdag
venerdì 13 giugno 2014
[ 94.81.*.*]
Data escursione: 12/06/2014. Tragitto percorso solo in parte a causa di una lingua di neve invalicabile su terreno scosceso non molto dopo il Passo Crosetta. Inoltre, in quel tratto, il sentiero risulta visibilmente crepato, forse prossimo a franare. La salita sotto il sole è abbastanza faticosa ma il panorama dal Monte Crosetta è molto rilassante: da un lato le cime della Valle Stura che svettano su quelle della Valle Grana e il santuario; dall'altro il Monviso e la verdissima Comba di Narbona.
piero47
giovedì 11 agosto 2011
[ 213.144.*.*]
Un percorso molto interessante e bello per la varietà dei fiori e l'ampio panorama. Un percorso bello per iniziare i ragazzi alla montagna.
sole
martedì 30 agosto 2011
[ 158.102.*.*]
Un bellissimo itinerario dalla valle maira al santuario proprio sul percorso di fede che ogni anno si ripropone il 19 agosto.
agdag
venerdì 13 giugno 2014
[ 94.81.*.*]
Data escursione: 12/06/2014. Tragitto percorso solo in parte a causa di una lingua di neve invalicabile su terreno scosceso non molto dopo il Passo Crosetta. Inoltre, in quel tratto, il sentiero risulta visibilmente crepato, forse prossimo a franare. La salita sotto il sole è abbastanza faticosa ma il panorama dal Monte Crosetta è molto rilassante: da un lato le cime della Valle Stura che svettano su quelle della Valle Grana e il santuario; dall'altro il Monviso e la verdissima Comba di Narbona.
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