Narbona
(o più correttamente
l'Arbona
o
l'Arbouna)
costituisce un tipico esempio
di insediamento montano, situato vicino ai limiti massimi di altitudine
per un insediamento permanente. Sebbene le sue origini si facciano risalire al
XII secolo, è all'inizio del XX secolo che
Narbona
ha visto il suo massimo sviluppo economico, arrivando a
contare 120 abitanti e disponendo, negli anni compresi tra il
1926 e il 1957, perfino di una scuola.
Tra gli altri edifici della borgata, vanno menzionati anche il forno
comunitario e la
Cappella della Madonna della Neve
12,
restaurata per l'ultima volta a metà del XVIII secolo.
La chiusura della scuola ha coinciso con l'inizio dell'abbandono della
borgata, ed è difficile immaginare, tra i cumuli di macerie,
che solo poche decine di anni ci separano da periodo in cui queste case vedevano
un intenso brulicare di attività.
Quasi l'intera borgata versa ormai in condizioni di avanzato degrado e, per
visitarla, è necessario muoversi non senza rischi tra le macerie delle
abitazioni. Tuttavia,
Narbona
presenta ancora piccoli scorci di una civiltà scomparsa
895107614
della quale tra pochi anni non resterà più alcuna traccia.
Da notare che le foto qui riportate, scattate in buona parte nel 2005, presentano una situazione
decisamente migliore rispetto a quella che si incontra oggi visitando la borgata.
[Piemonte Parchi] [-]
RP
martedì 13 luglio 2010
[ 91.80.*.*]
Da poco è stata aperta una nuova strada agro-pastorale che si spinge a monte di Narbona; non so se esistano sentieri che, dalla strada, raggiungano Narbona agevolandone quindi l'accesso. Chi avesse notizie in proposito è invitato a comunicarmele lasciando un commento. Grazie.
Giovanni Formento
sabato 19 maggio 2012
[ 87.15.*.*]
Un itinerario meraviglioso e tranquillo alla ricerca del 'popolo che manca', passando dalla carrozzabile di Valliera si può raggiungere ugualmente Narbona frane e slavine permettendo CIAO a tutti e visitate senza rovinare.
Gianni
mercoledì 27 giugno 2012
[ 88.32.*.*]
Percorso semplicemente meraviglioso, sia per l'aspetto paesaggisto, che naturalistico. Tra le case in rovina, per un attimo si ha la sensazione di udire il vociare di chi ci ha abitato, di rivivere le gioie, le speranze e i dolori di chi in questo mondo, anche tramite un duro lavoro, forse aveva visto un futuro per se e la famiglia. Non dimentichiamo questi pezzi di storia e sacrifici
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