00.01 Santuario della Madonnadel Lago - Monte Dubasso - Santuario della Madonnadel Lago
Santuario della Madonnadel Lago (1015 m) - Monte Dubasso (1545 m) - Colle San Bartolomeo (1446 m) - [Monumento a FeliceCascione (1204 m)] - Fontane (1161 m) - Santuario della Madonnadel Lago (1015 m)
+550 / -550
Dislivello [m]
3:00 - 3:20
Tempo [h:mm]
7566
Distanza [m]
E/EE
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
A parte l'ultimo tratto di salita verso il Monte Dubasso, su esile traccia
assai ripida e un poco malagevole, si tratta di un facile e piacevolissimo anello
perfetto per le mezze stagioni. Ai lunghi tratti immersi nel bosco, tra faggete,
boschi di conifere e noccioleti, si aggiungono i bellissimi e aperti panorami
dalla vetta del Monte Dubasso, con il mare sovente all'orizzonte.
Dal
Santuario della Madonna del Lago
(1015 m)
2
si sale lungo la strada asfaltata in direzione nord-est.
Il santuario è adagiato sulle sponde di un piccolo specchio d'acqua,
talvolta indicato come
Laghetto della Madonna del Lago3.
In quest'area, molto frequentata dai turisti, è disponibile anche un'area pic-nic,
servizi igienici e un piccolo bar locanda.
Il santuario deve il suo nome alla presenza di un vicinissimo e minuscolo laghetto.
La struttura originaria, del XVII secolo, era dedicata a
Nostra Signora della Visitazione;
più volte rimaneggiata, ampliata nel 1842, l'antica chiesa oggi ospita una locanda.
Il santuario attuale, costruito proprio di fronte, risale invece
alla fine del XIX secolo
4.
La prima domenica di luglio si celebra la Festa della Madonna del Lago, con
la tradizionale Processione dei Cristi, nella quale confraternite liguri e piemontesi
portano in processione attorno al Lago i "Cristi", altissimi crocefissi variamente decorati.
[Comune di Alto, Santuario della Madonna del Lago]
Il
Laghetto della Madonna del Lago
è di recente formazione: probabilmente si è originato nel corso del XVII secolo
per un movimento franoso.
A supporto di questa ipotesi, vi è la relazione "Sacro Vago Giardinello"
della visita pastorale del Vescovo di Albenga, avvenuta a metà del '600, nella quale non
viene effettivamente citato alcun lago e la zona è indicata come
Madonna del Faggio.
Secondo la leggenda però, la formazione del lago sarebbe da ricercarsi in
altre cause. Si racconta infatti che un contadino, con i suoi buoi, disdegnò
la messa domenicale preferendo continuare il lavoro con i suoi buoi; per questo
suo comportamento venne punito: una massa d'acqua cadde dal cielo
trascinando il malcapitato e i suoi animali sul fondo del laghetto così creatosi.
Fu poi proprio a causa della nascita miracolosa del lago che si decise la costruzione
di un santuario in quel luogo.
Lo specchio d'acqua, di forma quasi circolare, ha diametro di circa 15 metri
e una profondità massima di circa 3 metri e mezzo.
Ha fondale fangoso con massi affioranti e acque torbide; alcun decenni or sono
il laghetto si era ridotto quasi ad una pozzanghera, tanto da rendere necessari
interventi di pulizia del fondale per portarlo a quello che doveva essere il suo stato
originale.
E' alimentato da una sorgente perenne che sgorga poco sopra, e forse da una polla
sotterranea, ma non è dotato di emissario.
Nonostante le ridottissime dimensioni, è notevole la sua rilevanza biologica:
qui vendono a riprodursi vari anfibi, tra cui il rospo comune (Bufo bufo),
il Tritone alpestre (Mesotriton alpestris, subsp. apuanus), ed il
rarissimo Pelodite punteggiato (Pelodites punctatus), a forte rischio d'estinzione
e specie rigorosamente protetta.
Una dozzina anche le specie di Odonati, inclusa la Libellula quadrimaculata e
l'Azzurrina dubbia (Cercion lindenii), che qui raggiunge la quota più
alta di presenza per il Piemonte.
[Limno Wiki, Laghetto della Madonna del Lago]
[CuneOdonata, Laghetto della Madonna del Lago]
Al primo tornante, verso sinistra, si lascia l'asfalto e si prosegue diritti,
nel bosco di conifere, su una strada sterrata.
La carrareccia aggira a lungo in piano le pendici della
Rocca Asperiosa
e termina chiusa da una catena, oltre la quale si trova una presa dell'acqua.
Si continua innanzi, su sentiero, per una cinquantina di metri, quando bisogna
imboccare una traccia che sale a sinistra.
Il bivio è segnalato dalle tacche segnavia, ma non è
troppo evidente. In ogni caso, se non lo si nota e si prosegue in piano,
si giunge poco dopo ad una seconda presa per l'acqua: a questo punto bisogna
tornare sui propri passi e individuare il bivio mancato.
Guidati dai segnavia, si segue la traccia che sale nel bosco e raggiunge
un poco distante sentiero. Ci s'innalza ora in diagonale all'interno di una bella
faggeta. Ad una biforcazione si tiene la destra (segnavia) e si prosegue
in piano a mezzacosta. Il sentiero supera una colata di detriti,
rientra nel bosco
56,
passa un impluvio stretto e roccioso, quindi sale serpeggiando
tra caratteristici roccioni.
Un ultimo breve mezzacosta prelude ad una decisa svolta a sinistra (ovest).
Si sale ora con una lunga serie di stretti tornanti, ripidi ma mai eccessivamente
faticosi.
Terminate le svolte, la pendenza aumenta e si procede di fatto su un crinale, al
limitare del bosco. Lungo la salita bisogna prestare attenzione ad un altro bivio
ben poco evidente (la segnaletica orizzontale è comunque presente): si lascia
innanzi il sentiero più marcato e si svolta a sinistra, su un sentierino appena
individuabile.
La traccia s'inerpica a lungo sull'esile crinale con pendenze davvero notevoli,
ora su erba ora su piccoli ammassi di detriti, chiusa tra il bosco a destra e
pendii strapiombanti a sinistra (ma mai esposta o aerea).
Quando la traccia finalmente riduce la pendenza, ci si sposta verso destra per
aggirare alcune rocce (di fatto un'anticima del
Monte Dubasso).
Tornati sul crinale, ora ampio, si sale senza ulteriori difficoltà
tra erba, roccette e detriti fino alla vetta del
Monte Dubasso
(1545 m, 1:40 - 1:55 ore dal
Santuario della Madonna del Lago)
1,
cosparsa di massi.
La discesa sul versante opposto è decisamente più agevole: il sentiero
attraversa il crinale prativo, stacca a destra la diramazione per il
Colle del Prione
proprio ai margini del bosco, quindi raggiunge al
Colle San Bartolomeo
(1446 m, 0:15 - 0:20 ore dal
Monte Dubasso).
Delle tre piste sterrate che da qui si diramano, si imbocca la prima a sinistra.
Si perde quota lentamente, puntando a sud-est, su un pendio pascolivo aperto ed assolato.
Lasciato a destra un trattura che porta ad una vasca artificiale, la strada si biforca:
si tiene il ramo di destra, che rientra nel bosco.
Circa duecento metri dopo il primo tornante, si abbandona la strada sterrata
per il sentiero che si stacca a sinistra ed entra nel fitto noccioleto (attenzione
anche a questo bivio, non così evidente).
La pendenza è modesta e il percorso piacevole
7:
si lascia a destra una traccia,
poi i noccioli lasciano il posto ad una bella faggeta. Giunti su terreno
più aperto, tra radi arbusti, la discesa si fa più marcata. Quando il sentiero si
biforca si va a sinistra e, in breve, presso una fontana, ci si immette su una strada
sterrata, la stessa abbandonata poco sotto il
Colle San Bartolomeo.
Si va a sinistra, scendendo fino al primo tornante, zona nota col toponimo di
Poggio delle Fontane.
Qui, chi è interessato, può compiere una deviazione di alcuni minuti: imboccato il
sentiero a sinistra, dopo breve risalita si scende lentamente a mezzacosta fino al piccolo
Monumento a Felice Cascione
(1204 m circa)
8,
eretto in ricordo del coraggioso partigiano nel luogo della sua morte
(Dislivello: +8/-17 m; Dislivello A/R: +25/-25 m; Tempo: 0:05 ore; Tempo A/R: 0:10 ore; Difficoltà: E; Distanza: 328 m).
«Perseguitato politico, all'annuncio dell'armistizio iniziava l'organizzazione delle bande
partigiane che sotto la sua guida ed al suo comando compirono audaci gesta per la redenzione
della Patria. Arditi colpi di mano, atti di sabotaggio, azioni di guerriglia sulle retrovie
nemiche lo videro sempre tra i primi, valoroso fra i valorosi, animatore instancabile, apostolo
di libertà. Ferito in uno scontro contro preponderanti forze nazifasciste rifiutava ogni
soccorso e rimaneva sul posto per dirigere il ripiegamento dei suoi uomini. Per salvare un
compagno che, catturato durante la mischia, era sottoposto a torture perché indicasse chi era
il comandante, si ergeva dal suolo ove giaceva nel sangue e fieramente gridava: « Sono io il
capo ». Cadeva crivellato di colpi immolando la vita in un supremo gesto di abnegazione. Val
Pannevaire (Pennavaire, n.d.r), 27 gennaio 1944 ». Così recita la motivazione per il conferimento,
alla memoria, della Medaglia d'Oro al Valor Militare a
Felice Cascione.
Cascione, noto con il soprannome di "U Megu" (il medico) per via dei sui studi,
rimase ferito durante un rastrellamento tedesco al comando della banda partigiana
da lui capitanata, che all'epoca era situato alle case
Fontane.
Il ferimento avvenne in seguito al tentativo di rientrare in possesso di documenti
conservati alla sede del comando e caduti in mano tedesca.
Sulle cause effettive della morte, in realtà, le fonti sono discordanti, e spaziano dalla
fucilazione al suicidio per evitare di venire catturato una volta ferito.
Ciò che è certo è che la sua morte suscitò scalpore e commozione, per via della notevole
stima e fama di cui godeva il comandante partigiano.
Lo stesso Italo Calvino, all'indomani della morte di
Felice Cascione,
aderì assieme al fratello alla seconda divisione d'assalto partigiana "Garibaldi", intitolata
in seguito allo stesso Cascione.
Oltre alle sue gesta militari, Cascione è anche ricordato per la stesura dell'inno
partigiano "Fischia il Vento".
[Presidenza della Repubblica, Onorificenza a Felice Cascione]
[Wikipedia, Felice Cascione]
Procedendo sulla strada sterrata, si scende ancora un tornante e, sul successivo rettilineo,
presso una fontana e le poche case di
Fontane
(1161 m, 0:50 - 0:55 ore dal
Colle San Bartolomeo),
si lascia la strada per scendere alle spalle di alcune abitazioni.
Qui una vecchia mulattiera, ridotta a sentiero e un po' malandata, continua la discesa
lungo il pendio pascolivo punteggiato di arbusti. Quando si rientra nel bosco, la pendenza
aumenta e il sentiero si cala rapidamente fino al
Santuario della Madonna del Lago
(1015 m, 0:15 ore da
Fontane),
dove aveva avuto inizio l'itinerario.
Accessi
Da Ceva si risale la Valle Tanaro fino ad Ormea e quindi Cantarana.
Poco oltre l'abitato, si svolta a sinistra per Caprauna,
salendo fino al Colle di Caprauna. Si scende quindi verso Albenga, superando l'abitato di Caprauna
e imboccando, poco prima di giungere ad Alto, la stradina asfaltata a sinistra per il
Santuario della Madonna del Lago. Ampio posteggio presso il santuario.
Note
L'ultimo tratto di salita al Monte Dubasso, pur non presentando
difficoltà tecniche, si svolge lungo una esile traccia assai ripida, a tratti malagevole che,
in caso di pioggia o umidità, può risultare anche scivolosa. Si consiglia di effettuare
l'itinerario nella direzione di percorrenza descritta, in modo da affrontare in salita
questa parte un poco più impegnativa.
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.19] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Autunno 2019
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