Elisabetta viveva a
Carnino,
col marito Bartolomeo e i due figli Enrico e Gianbattista, di 14 e 15 anni.
La famiglia era proprietaria di un castagneto in Val Ellero, presso
Prea.
Per recuperare le molte castagne essiccate ancora rimaste, Elisabetta e i suoi due figli
intrapresero i lungo cammino che, in cinque o sei ore, attraverso il
Passo delle Saline,
Pian Marchisio
e il
Ponte Murato,
li avrebbe portati a
Prea.
Giunti al seccatoio si fermarono un paio di giorni per sistemare le cose per
l'inverno, poi l'ultima sera riempirono i sacchi per le castagne e si prepararono
a partire la mattina seguente.
Il meteo però aveva incominciato a volgere al brutto e, durante la salita al
Passo delle Saline,
una fitta nevicata inizio a sferzare i tre viandanti.
Al colle già si sprofondava abbondantemente: la fatica, il peso e il freddo stavano
lentamente vincendo la resistenza di Elisabetta. Giunti presso il
Gias delle Saline,
sapendoli ormai non lontano da casa, Elisabetta mentì ai figli per metterli in salvo:
fingendo di aver perso la borraccia e voler tornare a recuperarla, li invitò a
scendere da soli in paese e riferire quanto accaduto.
I figli si salvarono, ma stessa fortuna non ebbe la madre, che perì sotto la tormenta.
Oggi una muta croce in ferro racconta della disgrazia e apre uno spiraglio sulla difficile
vita in montagna nei secoli passati.
[Alpidoc n.92, pp.78-87]
AlpiCuneesi.it
mercoledì 17 gennaio 2024
[ 37.161.*.*]
Recenti lavori di risistemazione nel tratto che scende dal Passo delle Saline hanno portato a uno spostamento del sentiero verso est. La traccia GPS è stata ora aggiornata grazie anche al supporto del personale del Parco del Marguareis.
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