Artesina (1390 m) - Capanna SocialeCastellino Gastone (1741 m) - Cima Durand (2092 m) - Colla Bauzano (1949 m) - Artesina (1390 m)
+725 / -725
Dislivello [m]
3:25 - 3:50
Tempo [h:mm]
8579
Distanza [m]
T/E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Facile escursione che, dopo aver toccato lo storico Rifugio Mettolo Castellino,
segue la displuviale Ellero-Maudagna fino alla Cima Durand, eccezionale balcone panoramico
sulle Alpi Liguri. La discesa avviene lungo una agevole sterrata di servizio agli
impianti da sci.
Dagli ultimi condomìni di
Artesina
(1395 m, circa 500 metri oltre il
Rifugio F.I.E. Artesina),
in corrispondenza dell'ultimo tornante verso destra della strada
asfaltata, si stacca a sinistra una strada sterrata.
La sterrata, chiusa al traffico privato, compie due tornanti e si
biforca: trascurato il ramo di sinistra per la
Colla Bauzano
(utilizzato per il ritorno),
si segue il ramo di destra (segnavia F02).
Si continua a salire tra prati
1
e radi arbusti arrivando ad attraversare, per alcune decine di metri,
un bel boschetto di faggi
3,
oltre il quale si incontra un abbeveratoio.
La strada si porta sulla displuviale tra le valli Maudagna ed Ellero,
in località
"La Colletta"
(anche indicata, forse erroneamente,
con il toponimo
"La Celletta").
Una traccia poco evidente giunge da destra proveniente da
Baracco,
mentre la strada piega a sinistra (ovest), riduce la pendenza e
traversa tra pendii denudati delle piste da sci e boschetti di faggio.
Giunti ad un bivio, si lascia il ramo di destra per
Baracco
e ci si tiene a sinistra.
Al secondo tornante che si incontra, conviene abbandonare la strada
e muoversi, in assenza di sentiero, su terreno facile.
La strada sterrata prosegue fino alla
Trucca della Tura,
ma è più lunga e salta in toto il passaggio dalla
Capanna Sociale Castellino Gastone.
Abbandonata dunque la sterrata qualche metro dopo il tornante,
si sale a sinistra (sud-ovest) su una pista da sci, su un lungo quanto
ampio crinale prativo.
Rimontando il crinale, di quando in quando riappaiono le tracce della vecchia
pista sterrata che lo solcava con stretti tornanti, e che possono
essere del tutto ignorate.
Nell'ascesa, bisogna tenere come riferimento una grossa struttura metallica
a campana, che si lascia a sinistra. Nei pressi, ricompaiono i radi segnavia
bianco-rossi del vecchio sentiero.
Poco oltre, si tiene a destra un traliccio per le antenne telefoniche
e si arriva ad un costoncino tra alcune roccette.
Lo si attraversa e si scende quindi velocemente alla
Capanna Sociale Castellino Gastone
(1741 m, 1:00 - 1.10 ore da
Artesina,
fontana subito a valle del rifugio)
8,
ben più nota con la denominazione originale di
Rifugio Mettolo Castellino.
Agli inizi di dicembre del 1944, volando in pieno giorno e visibili fin dalla
pianura, giunti sopra il
Pian della Tura
un gruppo di aerei alleati paracadutarono
un carico di container contenenti rifornimenti per le bande partigiane.
I partigiani lavorarono per ore a recuperare i container, alcuni caduti
fino ad
Artesina,
altri in Val Ellero, e a portarne il contenuto al
Rifugio Mettolo Castellino.
L'avvenimento tuttavia non passò inosservato agli occhi dei nazifascisti: appena
quattro giorni dopo le forze dell'asse iniziarono a concentrarsi in gran numero
all'imbocco delle vallate.
Il comandanti Cosa e Gigi diedero disposizioni per schierarsi a difesa della valle,
con postazioni arroccate una all'altezza di Norea, l'altra nei pressi di Baracco.
L'attacco ebbe inizio l'11 mattina (il 10 secondo altre fonti) ma,
tra la sorpresa dei partigiani, i corazzati
nemici erano fatti precedere da popolazione civile rastrellata a Roccaforte.
Non potendo sparare, i partigiani di risalirono la montagna e si raggrupparono
con gruppi provenienti da
Prea
e dalla Val Pesio, creando un'ultima linea difensiva al Seirass, alle spalle del
Mondolé.
Tuttavia, non potendo far cadere in mani nemiche tutto il materiale paracadutato
solo qualche giorno prima, il
Rifugio Mettolo Castellino
venne fatto saltare con tutto
tutto ciò che conteneva e che non si era riusciti a trasportare o nascondere in
altri luoghi.
Nei giorni successivi, con marce forzate notturne, quasi tutti i componenti le bande
partigiane riuscirono a forzare l'accerchiamento e a mettersi in salvo in pianura.
Il gruppo della Tura, però, decise di restare in zona per assistere il comandante
Beppe Milano, colto da un attacco di appendicite. Su suggerimento di Don Beppe Bruno,
simpatizzante dei partigiani, la grotta della Tura
(oggi nota come
Grotta dei Partigiani,
N.d.R.) fu scelta come nascondiglio.
Qui erano stati accantonati, per ogni evenienza, zucchero e pane secco, che si rivelarono
utilissimi per la sopravvivenza dei 19 partigiani. Dal 14 al 23 dicembre,
restarono rintanati durante il giorno («Avevano ammucchiato sull’ingresso delle pietre
per pararsi da eventuali incursioni con i lanciafiamme, avevano piazzato anche un
mitragliatore»), in cerca di cibo e legna durante la notte.
Causa l'aggravarsi delle condizioni del Comandante Milano, il 18 Don Bruno e un altro uomo
scesero a cercare medicinali, rientrando tre giorni dopo. Il 23, lasciata la grotta, si riuscì
in maniera roccambolesca a far giungere il Comandante fino all'ospedale di
Mondovì; ricoverato sotto falsa identità e operato d'urgenza, morì una settimana dopo
l'intervento.
[Visit Mondovi, Itinerari partigiani: la Valle Ellero]
[Margutte, La grotta dei partigiani]
[Unione Monregalese, Dicembre di fuoco! (pubblicato il 16 Dicembre 2009, p.37)]
Poche decine di metri oltre il rifugio le tacche segnavia, e il sentiero,
tendono a perdersi nell'erba. Il consiglio, anche per evitare zone
acquitrinose, è di puntare decisi a destra (ovest) e di portarsi
sulla rotabile sterrata che attraversa il pianoro pascolivo di
Trucca della Tura49
(o
Trucca della Turra, svariate baite e edifici legati alle piste da sci).
La pista sterrata (segnavia G02) volge lentamente a sud, lascia a destra una fontana e
punta in direzione di
Cima Durand.
A fianco della fontana ha di fatto inizio il sentiero per la cosiddetta
"Grotta dei Partigiani".
Nonostante le tacche segnavia presenti, però, non è facile individuare e seguire il
sentiero che dal
Pian della Tura
si sposta verso la Valle Ellero e conduce all'ingresso della grotta.
La strada si sposta a sinistra del doppio impianto di risalita
e rimonta l'ampia china pascoliva della
Costa della Tura2;
torna poi nuovamente a destra degli impianti, stacca a destra
una breve diramazione per una malga e, con alcune ultime svolte giunge
ai piedi della poco marcata selletta posta tra la
Cima Durand
(a destra) e l'arrotondata elevazione ove si trova l'arrivo dell'impianto da sci
(a sinistra).
Erba a parte, la natura del terreno consente di rimontare per prati la
Costa della Tura,
seguendo di fatto l'impianto di risalita ed evitando alcune svolte
della carrareccia.
La carrareccia qui si biforca per un brevissimo tratto (conviene
forse andare a sinistra) prima di ricongiungersi proprio sulla selletta.
Si abbandona allora la pista sterrata e si volge a destra, proseguendo per pochi
minuti tra rododendri e qualche roccetta fino alla vetta di
Cima Durand
(2094 m, 1:00 - 1:10 ore dalla
Capanna Sociale Castellino Gastone)
561011.
Per il rientro si torna alla selletta ai piedi della vetta
7
e si continua verso est sud-est, scendendo senza percorso obbligato
un ripido pendio prativo.
Ancora una volta, per orientarsi è sufficiente tenersi un poco a sinistra di un
impianto di risalita, e arrivare così alla sottostante
Colla Bauzano
(1949 m, 0:15 ore da
Cima Durand)
12,
ove si trovano, la stazione a monte di una seggiovia
ed un abbeveratoio con fontana.
Ad est del punto di massima depressione è posizionata una lapide in memoria di
Franco Cavarero e, poco oltre, si trova la
Sella Bauzano,
edificio pastorale seminterrato.
Il piccolo valico è un vero crocevia: proseguendo diritti (segnavia F01)
si sale al
Monte Mondolé;
a destra (verso sud-est) il segnavia G11 conduce alla
Colletta Seirasso
mentre sempre a destra (ma verso sud) il
segnavia G02 prosegue per la
Colla Rossa
e la
Porta di Pian Marchisio.
Colla Bauzano è raggiunta anche da una carrareccia sterrata
(segnavia F01) che ne discende il versante settentrionale in direzione di
Artesina.
Seguendo la carrareccia si passa nei pressi del
Gias Madonna13
(statua della Madonna posta su un grosso masso) e si giunge a due
biforcazioni ravvicinate a quota 1660 circa:
si ignora la prima diramazione, a sinistra, e si va a destra;
subito dopo, ad un tornante, si lascia di fronte la sterrata che punta alla
Sella Pogliola
e ad
Artesina Quarti
(segnavia F01), e si volge decisi a sinistra.
La rotabile, dopo alcune svolte e dopo aver attraversato un piccolo rio,
traversa in discesa e termina sulla più ampia sterrata percorsa
all'andata, in corrispondenza del primo bivio incontrato durante la salita.
Non resta che proseguire a destra in discesa per poche le poche decine di metri
che separano dal punto di partenza dell'itinerario ad
Artesina
(1395 m, 1:10 - 1:15 ore da
Colla Bauzano).
Accessi
Da Villanova Mondovì si prosegue per Frabosa sottana,
risalendo quindi la Valle Maudagna fino ad Artesina.
Ad Artesina si raggiungono gli ultimi grossi condomìni in alto sulla destra del paese,
a monte del Rifugio F.I.E. Artesina, e si lascia l'auto poche decine di metri
prima del termine della strada asfaltata.
Note
--
Pernottamento
--
Cartografia
--
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Primavera 2020
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Ste
lunedì 13 settembre 2010
[ 151.12.*.*]
Premesso che siamo andati il 5/9/10 con un tempo piuttosto nuvoloso, abbiamo trovato il percorso piacevole, ma quasi privo di indicazioni e peccato, non siamo riusciti a trovare la grotta dei partigiani... :(
Littlewing75
lunedì 02 luglio 2018
[ 176.65.*.*]
Ho seguito ieri questo bell'itinerario...sotto il sole e senza ombra la salita è un po' faticosa, ma molto panoramica e suggestiva. Arrivati alla cima Durand ci siamo fermati a mangiare e riposare un po' per poi riprendere la discesa. Una bella gita domenicale di sicuro adatta alle famiglie.
Guido61
domenica 20 giugno 2021
[ 79.54.*.*]
Percorso da effettuarsi in giornate non assolate, possibilmente in primavera autunno in quanto tutto il tracciato, oltre a svolgersi sulle piste da sci è completamente privo di alberi e, se non bene equipaggiati, si rischia l'insolazione. L'unica degna nota è la vista dalla cima Durand sulla valle Ellero e cime a seguire sullo sfondo. Percorso non troppo impegnativo ma per diversi tratti privo di segnavia. Giugno 2021
Ste
lunedì 13 settembre 2010
[ 151.12.*.*]
Premesso che siamo andati il 5/9/10 con un tempo piuttosto nuvoloso, abbiamo trovato il percorso piacevole, ma quasi privo di indicazioni e peccato, non siamo riusciti a trovare la grotta dei partigiani... :(
Littlewing75
lunedì 02 luglio 2018
[ 176.65.*.*]
Ho seguito ieri questo bell'itinerario...sotto il sole e senza ombra la salita è un po' faticosa, ma molto panoramica e suggestiva. Arrivati alla cima Durand ci siamo fermati a mangiare e riposare un po' per poi riprendere la discesa. Una bella gita domenicale di sicuro adatta alle famiglie.
Guido61
domenica 20 giugno 2021
[ 79.54.*.*]
Percorso da effettuarsi in giornate non assolate, possibilmente in primavera autunno in quanto tutto il tracciato, oltre a svolgersi sulle piste da sci è completamente privo di alberi e, se non bene equipaggiati, si rischia l'insolazione. L'unica degna nota è la vista dalla cima Durand sulla valle Ellero e cime a seguire sullo sfondo. Percorso non troppo impegnativo ma per diversi tratti privo di segnavia. Giugno 2021
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